la Repubblica
“L'Olocausto
vergogna dell'umanità”
Per
il pontefice la deportazione compiuta dei nazisti fu “un'operazione infame di
morte” - La condanna
di Papa Ratzinger
per lo sterminio degli ebrei
di
Orazio La Rocca
CITTÀ
DEL VATICANO - «L'Olocausto ebraico nei campi di sterminio nazisti, vergogna
indelebile nella storia dell'umanità». Nuova severa condanna papale della
Shoah e nuovo appello «a non dimenticare» le persecuzioni antiebraiche da
parte dei nazisti. Il monito arriva, quasi a sorpresa, nell'udienza generale
di ieri mattina, quando il tedesco Joseph Ratzinger torna a ricordare
- come
ha già fatto altre volte da
quando è stato eletto Papa - le sofferenze ebraiche durante il nazismo
prendendo lo spunto dal passo biblico sull'esilio degli ebrei in terra
babilonese, un episodio visto da Benedetto XVI come «anticipatore» delle
future persecuzioni del popolo ebreo che culmineranno con l'olocausto. Anche
ieri, la condanna del Papa è stata durissima, in linea con i precedenti
moniti antinazisti lanciati, ad esempio, ad agosto a Colonia, in Germania,
durante le giornate mondiali della gioventù; a giugno incontrando i tre
rabbini capo dell'ebraismo mondiale; o a maggio dopo la proiezione del film «Karol,
storia di un uomo diventato papa». Nel commentare il salmo biblico 136, il
pontefice ricorda che «il testo evoca la tragedia vissuta dal popolo ebraico
durante la distruzione di Gerusalemme, avvenuta nel 586 a. C. e il successivo
e conseguente esilio babilonese. Siamo di fronte a un canto nazionale di dolore,
segnato da
un'asciutta nostalgia per ciò
che si è perso». Un testo che - dice il Papa - può essere letto anche come «l'anticipazione
simbolica dei campi di sterminio nei quali il popolo ebraico, nel secolo che
abbiamo appena lasciato alle spalle, fu avviato, attraverso un'operazione infame
di morte, vergogna indelebile nella storia dell'umanità». Da qui, la certezza
che «Dio, che è l'arbitro ultimo della storia, saprà comprendere e accogliere
secondo la sua giustizia anche il grido delle vittime...». Analoghe
condanne, Ratzinger aveva pronunciato il 9 ottobre scorso alla beatificazione
del vescovo Clemens August von Galen, quando definì il nazismo «aberrante
ideologia neo pagana»; e il 19 agosto scorso, nella sinagoga di Colonia,
dove disse che la Shoah è stato un «crimine inaudito e inimmaginabile»,
espressione di una «folle ideologia razzista di matrice neopagana». Quei
«terribili avvenimenti», esortò il Papa, devono «incessantemente destare
le coscienze, eliminare conflitti, esortare alla pace». Circa due mesi prima,
i! 9 giugno scorso, ricevendo in Vaticano i tre rabbini-capo dell'International
Jewish Committee che raggruppa i rami ortodosso, conservatore e riformista
dell'ebraismo mondiale, Ratzinger, nel deplorare «le passate sofferenze
patite dal popolo ebraico», aveva sostenuto la necessità di tenere viva la
memoria dell'olocausto. Lo stesso appello aveva fatto, il 19 maggio scorso,
alla fine della proiezione del film su Wojtyla, quando invitò l'umanità
intera a «non dimenticare le atrocità del nazismo» e di «ricordarlo
soprattutto ai giovani».
Da la Repubblica, 1 dicembre 2005, per gentile concessione