L'ultima
caccia al
nazista Heim
il "dottor morte" di
Mauthausen
Imminente
in Spagna l'arresto dell' ex braccio destro di Mengele. Compiva esperimenti
sugli internati dei lager
dal
nostro corrispondente Andrea Tarquini
Berlino - Si stringe il
cerchio attorno al dottor Aribert Heim, forse il più efferato criminale nazista
ancora in vita. Il famigerato «dottor Morte» del Lager di Mauthausen fu
l'emulo e il collaboratore preferito di Josef Mengele. Come lui compiva atroci
esperimenti criminali sugli ebrei e gli altri internati nei campi di sterminio.
Ora, a 91 anni, è stato individuato in una zona balneare in Spagna. E se
non riuscirà ancora una volta a fuggire, il suo arresto potrebbe essere
questione di ore.
«Spero che lo prendano»,
dice a Repubblica il dottor Efraim Zuroff, lo "sceriffo cacciatore
degli ultimi nazisti" che dopo la morte di Simon Wiesenthal ha ereditato il
suo ruolo di investigatore internazionale per scovare i criminali hitleriani
ancora in vita. «Se davvero riusciremo ad assicurare Heim alla giustizia,
quello contro di lui sarà il processo più importante negli ultimi trent'anni».
Nato in Austria come molti
criminali e gerarchi nazisti, alto e atletico ancora oggi a 91 anni, Heim usò
migliaia e migliaia di internati - anche donne e bambini - come cavie. Iniettava
benzina nel loro cuore, li operava o li vivisezionava senza anestesia, apriva
anche il ventre di bimbi e neonati per tagliarne pezzo per pezzo gli organi
interni vitali. Lavorava per i laboratori medici e le industrie del Terzo Reich.
La sua passione preferita era registrare quanto impiegava ogni «paziente» a
morire, dall'inizio dei suoi bestiali esperimenti. A volte prolungava
le torture «per pura noia». «Ci sono
due mandati di cattura contro di lui», ci dice Zuroff. «Uno tedesco, l'altro
austriaco. Non tocca a Israele processarlo, perché lui fu uno spietato esecutore
della Shoah, ma non un suo architetto come Eichmann. lo comunque spero che siano
i tedeschi a processarlo. Perché con loro siamo da anni in proficuo contatto di
collaborazione, e le loro autorità hanno fatto l'impossibile per dargli la
caccia insieme a noi.
Degli austriaci non posso dire la stessa cosa. Il mandato d' arresto tedesco pende
sul suo capo da decenni, quello austriaco solo dal 27 settembre scorso. Il
grosso del lavoro per rintracciarlo lo hanno fatto i tedeschi». Una task force
di inquirenti nominata da Berlino lavora da anni con gli investigatori del
Centro Wiesenthal. Sulla base delle foto di servizio dei suoi documenti
d'identità nazisti e dei ricordi dei sopravvissuti, i due team hanno elaborato
insieme un identikit digitale. Hanno ricostruito le sue possibili sembianze
oggi, senza dimenticare la cicatrice sulla guancia destra, il tipico segno d'un
duello che gli studenti nazionalisti esibivano con orgoglio.
«l tedeschi», spiega Zuroff,
«hanno anche finanziato la taglia, 130 mila euro, offerta a chiunque fornisse
informazioni. Con loro abbiamo raccolto prove che egli è ancora in vita anche
grazie a movimenti bancari tra lui e la sua famiglia. Un processo a Heim potrà
svegliare la coscienza del mondo».
Da la Repubblica,27
ottobre 2005, per gentile concessione