la Repubblica

Storie per immagini le foto del nazismo

di Guido Anselmi

Ci sono foto di ordinaria quotidianità: alcune Wolkswagen, auto per il popolo destinate a catturare il consenso, esposte tra le SS; un uomo con le braccia ostentatamente conserte in mezzo a una folla che si sbraccia nel saluto nazista; una madre con un bambino, entrambi con maschera antigas; una serie di mani in plastica per mutilati di guerra. E poi cartelloni di propaganda: della gioventù hitleriana, delle Olimpiadi di Berlino, delle avveniristiche autostrade, di mostre antisemite. E infine graziose cartoline che affiancano un grande palazzo a una serie di amene casette: per spiegare che, col costo del primo, una clinica destinata ai portatori di tare ereditarie, si potrebbero costruire 17 abitazioni per famiglie di operai sani. Parlare di Storia illustrata del Terso Reich, il libro di Wolfgang Benz, uno dei più autorevoli studiosi del Terzo Reich, partendo dalle immagini (non ho citato di proposito quelle drammaticamente più note dei campi di sterminio e dei bombardamenti) non è una scelta eccentrica: le illustrazioni, avverte infatti l’autore, servono da «ulteriore strumento d’informazione» in un’opera che racconta i dodici anni del nazismo, dalla presa del potere all’identificazione del partito con lo Stato sulla base di elementi nazionalistici, antisemiti e xenofobi, fino alla disfatta militare. Due capitoli appaiono particolarmente significativi per comprendere il rapporto tra i tedeschi e la dittatura. Quello dedicato alla politica economica, che spiega come la rapida crescita dell’occupazione, grazie a un vasto programma di opere pubbliche, fu uno dei motivi per cui molti lavoratori misero da parte l’ostilità nei confronti del nazionalsocialismo. E quello che racconta il sorgere di variegate forme di resistenza, conservatrice, militare, cattolica, comunista: piccole minoranze, in un paese che «condivideva fortemente gli obiettivi del regime», ma sintomo dello sdegno morale e del rifiuto che prendevano piede.

Da la Repubblica, 2 luglio 2005, per gentile concessione

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