la Repubblica
L'INTERVISTA
"Gli attacchi contro noi ebrei dagli
eredi degli antifascisti"
Parla Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità
ebraiche in Italia
di Pietro Del Re
ROMA - "C'è una crescita di ostilità verso gli ebrei e
c'è un'accettazione supina della tesi che li rende responsabili di tutto il
male che c'è nel mondo", è questo il commento di Amos Luzzatto,
presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, al rapporto sull'Antisetimismo
in Europa, parzialmente pubblicato ieri dal quotidiano francese le Monde.
Luzzatto sostiene che le responsabilità di questo nuovo antisemitismo, nato
cinquant'anni dopo Auschwitz, siano imputabili anche agli esponenti di una certa
sinistra terzomondista. "È molto grave e molto triste, perché ha colpito
parte di quei settori che provengono dalla lotta antifascista. I loro padri e i
loro nonni erano sullo stesso versante degli ebrei che venivano rinchiusi nei
campi di sterminio". Il rapporto accusa la sinistra italiana (ma anche
francese, spagnola e svedese) di essersi unita a gruppi musulmani per
organizzare manifestazioni filo-palestinesi che sono terminate con aggressioni
contro gli ebrei.
La stupisce?
"No, perché l'appoggio ai diritti nazionali dei
palestinesi è cosa vecchia. La difesa dei popoli ex coloniali e dei paesi
poveri, il cosiddetto terzomondismo, è certamente un tipo di piattaforma
politica che può infiammare, oggi più che mai, tutti coloro che cercano di
farsi paladini degli oppressi e dei maltrattati. E qui c'è un terreno di facile
congiungimento tra la sinistra e il mondo palestinese. Ma in questi gruppi di
sinistra esiste una carica giustizialista che pecca di faziosità. Spesso le
loro analisi storico-politiche sono deboli, inesatte, incomplete".
E quindi?
"E quindi mi sento di criticarla, invitando la parte più
moderata della sinistra ad intervenire per chiarire i termini del problema. Devo
forse ricordarle che il muftì di Gerusalemme andava a Berlino ospite di Hitler.
O che nel 1939 il governo britannico emise il libro bianco che limitava
drasticamente l'immigrazione ebraica in Palestina. Quanta gente avrebbe potuto
essere salvata dalla shoah senza questa limitazione?"
Come spiega questo atteggiamento di una parte della sinistra?
"Dentro la sinistra c'è un po' di tutto. Purtroppo c'è
anche chi elenca solo i peccati israeliani, alcuni dei quali effettivi, ma
dimentica i peccati palestinesi. Mi riferisco a coloro che hanno lo sguardo
voltato soltanto da una parte. Per fortuna non tutta la sinistra è così.
Altrimenti dovremmo fare le valigie e scappare da questo paese".
Il rapporto accusa anche una vignetta pubblicata sulla Stampa
nel 2002.
"Quella caricatura è di puro antisemitismo, eppure La
Stampa non appartiene alla sinistra moderata né all'estrema sinistra. Credo che
non si possa accusare di tutto il solito ebreo con il naso adunco, santificando
il povero beduino nel deserto. Questo ve bene sul palcoscenico, ma come analisi
politica mi sembra inconsistente".
Il rapporto fornisce un quadro molto fosco dell'antisemitismo
in Europa. È preoccupato? "L'antisemitismo in
Europa c'è sempre stato. Non è mai scomparso. La novità è che sta dilagando
un antisemitismo che trova le sue motivazioni nel conflitto israelo-palestinese.
Questo significa accettare alcuni aspetti molto superficiali della propaganda
filo-palestinese che fanno di tutto il mondo islamico un unico blocco di
perseguitati, di poveri, di affamati. Ma da dove arrivano i finanziamenti, le
tecnologie e gli aiuti ai gruppi terroristi e ai kamikaze? Certamente non dalle
sabbie del deserto. Allo stato attuale, l'unica risposta immaginabile è che
arrivino dalle royalties del petrolio. Bin Laden è milionario e Saddam Hussein
disponeva di grandi somme".
Nel rapporto c'è anche un'accusa implicita a Internet che
veicola foto, tesi e pamphlet antisemiti. I siti neonazisti spesso sono
collegati a siti islamici o del movimento no-global. Una strana convivenza...
"Una tragica convivenza, direi. Neonazisti, islamici e
no-global confluiscono sullo stesso sentiero perché in assenza dell'ebreo da
attaccare si scontrerebbero tra di loro".
Da la Repubblica, 30 novembre 2003, per gentile concessione