la Repubblica

1942, il piano segreto di Hitler sterminare gli ebrei in Palestina

Il progetto fallì perché Rimmel fu fermato a El Alamein – Il Führer aveva mandato ad Atene un reparto Ss pronto a unirsi all’Afrika Korps – Su suggerimento di Eichmann e Rauff erano già pronte le camere a gas mobili

dal nostro corrispondente Andrea Tarquini

Berlino - Se nella battaglia di El Alamein avesse vinto l'Asse nazifascista anziché gli Alleati, tutto era pronto per portare a termine l'Olocausto anche in Palestina. L'Afrika Korps di Rimmel avrebbe occupato la Terra Santa, e una squadra della morte delle Ss schierata in segreto ad Atene occupata era pronta a entrare in azione. Con le camere a gas mobili e l'aiuto dei nazionalisti arabi, avrebbe sterminato gli ebrei che si erano rifugiati in Medio Oriente per scampare alla Shoah. E Israele non sarebbe mai nato. Lo rivela un nuovo libro, appena uscito in Germania. «Tedeschi - ebrei - genocidio. L'Olocausto come Storia e attualità», s'intitola l'opera degli storici Klaus Michael Mallmann e Martin Cueppers edita da Mallmann e da Jurgen Matthaeus. Il piano dell'Einsatzgruppe Palaestina restò segreto dal 1942 a oggi. Era stato elaborato a Berlino, forse nella quiete della romantica villa sul Lago Wannsee dove nel 1942 i massimi gerarchi nazisti progettarono la «Soluzione finale», il genocidio totale del popolo ebraico. Incontri a porte chiuse avevano riunito Adolf Eichmann, l'architetto dell'Olocausto, e Walter Rauff. Cioè l'ufficiale delle Ss che aveva sviluppato e lanciato in azione le camere a gas mobili, montate su camion Opel o Mercedes, usate nei territori dell'Unione Sovietica e della Jugoslavia occupati dai nazisti. A Rauff, il Fuehrer e Eichmann avevano affidato il comando sul campo. Il suo Einsatzgruppe fu inviato nel totale segreto ad Atene occupata. Non era uno schieramento sicurissimo: sulle montagne elleniche, partigiani monarchici e comunisti riforniti dalla Royal Air Force davano battaglia alla Wehrmacht. Ma Atene era il porto più vicino alla Palestina in mano all'Asse. Rauff doveva solo dare tempo all'Afrika Korps, guidata dal leggendario maresciallo Erwin Rommel, la «volpe del deserto». Sbaragliati gli inglesi a El Alamein, i soldati di Rommel avrebbero facilmente preso Alessandria, il Cairo e la Palestina sotto mandato britannico. A quel punto, i killer di Rauff sarebbero arrivati dalla Grecia con tutte le loro macabre attrezzature di sterminio. Il mezzo milione di ebrei che in Palestina cominciava a fondare i Kibbutz (i villaggi-cooperative), i partiti demo­cratici, le organizzazioni paramilitari progenitrici dello Stato d'Israele, non avrebbero avuto alcuna chance. Gli ebrei di Palestina avevano sì istituzioni politiche sviluppate, un gruppo giovanile (la Hashomer Hatzair) e organizzazioni paramilitari: la Haganah, più vicina ai progressisti, e la Irgun Zvai Leumi, più conservatrice. Ma poche armi leggere non sarebbero valse a nulla contro le Panzerdivisionen di Rommel. Dalla loro, i tedeschi avevano anche la massima autorità palestinese araba di allora, il Gran Muftì di Gerusalemme Mohammed Amin el-Husseini, lontano parente di Yasser Arafat. EI-Husseini si era rifugiato a Berlino, dove si era conquistato un ruolo di partner del Ministero degli Esteri. Il suo obiettivo dichiarato era «la rimozione dei centri nazionali ebraici in Palestina». In molti incontri, ne aveva discusso con Eichmann offrendo ogni collaborazione. Le rivelazioni di Mallmann e Cueppers gettano un'ombra anche sulla figura di Rommel, finora celebrato ovunque come eroe di guerra, non compromesso politicamente col nazismo. Tanto che per la sua vicinanza alla congiura degli ufficiali del 20 luglio 1944 (il fallito attentato contro Hitler) fu costretto dalla Gestapo a togliersi la vita. La vicenda umana di Rommel andrà forse riconsiderata. La storia di allora, come è noto, non andò secondo i piani del Reich. Nel generale Bernard Law Montgomery, il feldmaresciallo Rommel trovò un degno avversario. I «topi del deserto», i reparti speciali dello Special Air Service, fanterie britanniche, sudafricane e indiane fermarono l'Asse ad El Alamein. Dove morirono anche cinquemila soldati italiani mandati al macello da Mussolini. Nei cieli, la Raf, squadriglie americane e sudafricane, indiane e della Francia libera ebbero la meglio sulla Luftwaffe e sulla Regia aeronautica. Dopo la guerra, poi, Eichmann si rifugiò in Argentina. Con un'azione segretissima, un commando del Mossad, l'intelligence israeliana, lo sequestrò e lo portò in Israele su un cargo DC4 della Heyl Ha'Avir, l'aviazione di Gerusalemme, mascherato con contrassegni civili. Eichmann fu processato, condannato a morte e giustiziato mediante impiccagione.

La “seconda Shoah”

Ad Atene, nel 1942, arriva in segreto un reparto speciale delle Ss. Deve attendere la prevista vittoria di Rimmel sugli inglesi per raggiungerlo in Palestina e organizzare lo sterminio degli ebrei scappati dall’Europa. Nella Palestina britannica vivono circa 500 mila ebrei: i due tersi di loro sono fuggiti dall’Europa tra l’avvento del nazismo  e l’inizio della II Guerra mondiale. Tra l’agosto e l’ottobre del 1942 Erwin Rimmel tenta lo sfondamento delle ultime difese britanniche ad El Alamein. I suoi Africa Korps saranno sconfitti e costretti a ritirarsi dal Nordafrica nel maggio del ’43.

Nel mirino nazista

Nel 1942, anno in cui si sarebbe dovuto compiere il piano segreto di sterminio deciso da Hitler e Eichmann, gli ebrei che vivevano nella Palestina sotto mandato britannico erano circa 500 mila

Nucleo originario

Una piccola  ma significativa comunità ebraica viveva in Palestina prima della nascita del movimento sionista. Nel 1880, sotto il dominio ottomano, gli ebrei erano circa 24 mila

I primi sionisti

L’emigrazione ebraica in Palestina cresce ai primi del ‘900: nel 1922 gli ebrei sono circa 84.000. Nel 1931 sono già 175.000

Fuga dall’Europa

Con l’avvento del nazismo comincia la fuga degli dall’Europa. 60 mila circa arrivano dalla Germania, dall’Austria occupata. Nel 1945 gli ebrei di Palestina sono 550 mila

la Repubblica, 9 aprile 2006

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