TESTIMONIANZE di SOPRAVVISSUTI

Quinto Osanno: L'inferno a Mauthausen. Ricordi e pensieri di un ex deportato

FUMO E ARIA

L'ANZIANO COMPAGNO COMUNISTA DI SESTO SAN GIOVANNI

Quante volte ti ho guardato,

Quel giorno passeggiavo nel campo  

sempre uguale, sempre fumante,

cercando chissà...

nelle notti buie, in quelle chiare,

un viso amico, un compagno depresso,certamente  

nei giorni freddi senza fine.

per dare coraggio al più debole,

Come ti ho odiato

riceverne dal più forte.

camino maledetto,

Mi trovai così senza volere,

quante madri hanno aspettato invano,

davanti al blok 7, quello degli invalidi.  

quante vedove hai fatto,

Entrai e vidi

quanti orfani hai lasciato.

quel grande camerone al piano terreno,

E tu lassù troneggiavi sul campo

restai trasecolato nel vederlo,

lugubre, mostruoso,

semibuio e stracolmo di carne umana:

nero segno della barbarie nazista.

di vecchi gementi, sofferenti, avviliti, piangenti.

Fumavi, fumavi ininterrottamente,

Fu lì che incontrai te:

il fumo usciva denso, grigio

il vecchio compagno di Sesto San Giovanni!  

saliva verso il cielo,

Mi colpì subito il tuo sguardo fiero,

sempre più in alto. 

il tuo viso smunto ma sereno

Il calvario era finito compagni,

“Italiano?” chiedesti, “Sì” risposi

l'aria era il vostro nuovo mondo

“Come mai sei qui?”, “Partigiano” risposi.

la vostra nuova patria.

“E tu”, “Comunista” dicesti sorridendo. 

Da allora io amo l'aria,

Poi, a parlare, fosti sempre tu. 

adoro l'aria,

Io ascoltavo, bevevo le tue parole,

parlo all'aria,

raramente ti interrompevo,

accarezzo l'aria,

e pensare che ero per infondere coraggio!  

bacio l'aria.

Da quel giorno, quando mi era possibile,

correvo da te,

L'IMPICCAGIONE

ansioso di sentirti, di sapere, di imparare.

Quella sera,

Fosti tu a raccontarmi

nonostante il tepore primaverile,  

delle prime lotte operaie, della lotta di classe

il brillio delle stelle in cielo,

del socialismo, del comunismo.

qualcosa di strano aleggiava nel campo.  

Mi parlavi di Marx, di Lenin,

La plaz appel era gremita

di Gramsci, di Matteotti, di Togliatti,

come nei rari giorni di riposo;

fatti e nomi che non conoscevo,

tutti i prigionieri erano lì,

idee e teorie che non sapevo.

inquadrati, blocco per blocco.

  lo, giovane partigiano, prima di allora 

Cos’era successo? Cosa sarebbe potuto succedere?  

ero stato antifascista e basta,

Tra le mille e mille teste vidi

per tradizione, per rispetto verso mio padre

davanti a noi una piccola lugubre forca.

che era morto giovane senza aver il tempo di insegnarmi.

Dietro a lei, impettiti, marziali,

Tu fosti da allora un secondo padre, un grande maestro;

gli alti ufficiali delle SS,

nella fretta di insegnare dimenticasti persino

al loro fianco i grassi kapò.

di dirmi il tuo nome! 

Tu, compagno Polacco

Poi, un tardo pomeriggio di maggio,

arrivasti da dietro una baracca,

terminato il lavoro, venni da te  

al tuo fianco due kapò.

entrai nella vasta camerata, e... !  

Camminavi diritto, impavido,

vidi il tuo posto vuoto... 

nei tuoi occhi brillava uno sguardo fiero.  

mi dissero che eri partito al mattina  

Il comandante iniziò il suo lungo discorso,

con il pullman blue!!!

capii una sola parola: SABOTAGE

Per un attimo il cuore si fermò,

Alla fine salisti sicuro quei pochi scalini,

le gambe vacillarono, sedetti sulla tua branda vuota.

ti rivolgesti a noi con aria serena,   

Avevo perso un altro padre, un grande maestro.

senza paura e gridasti forte:

Allora giurai a me stesso

Dobre notzca kamerad!

di approfondire i tuoi insegnamenti e

Buona notte compagni!  

di continuare sempre

Poi... la botola si aprì.

per la strada che mi avevi tracciato.

Addio

mio caro, vecchio compagno

di Sesto San Giovanni. 

IT 59022

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