IL
MARTIRE DI PASQUA
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RICORDO
LIBERO
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DOV'ERI BUON DIO?
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Eri limpido come l'acqua di fonte,
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quel giorno di Pasqua
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in te traspariva
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quando i compagni, di ritorno dal lavoro,
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gioia, entusiasmo, amore,
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trascinando per le braccia
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tanta voglia di vivere.
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un
informe fagotto,
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Si vedeva in te,
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lo posarono sulle nude pietre
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l'odio per il campo,
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del cortile del blocco di quarantena.
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la rivolta al sistema di vita
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DOV’ERI BUON DIO?
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ma
tu, instancabile,
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quando mi accorsi che,
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correvi su e giù per il campo
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quell'informe fagotto erano i resti
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dicendo a tutti: "coraggio compagni,
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lividi, sanguinolenti, immobili
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non cedete compagni,
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sotto la pioggia
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siate forti compagni".
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di un essere umano,che di umano non aveva più nulla.
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Il tuo stesso nome:
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DOV’ERI BUON DIO?
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Libero,
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quando i compagni, in un macabro girotondo
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era
un poema d'amore, |
continuarono a camminare attorno
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di
tenerezza,
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a quel povero corpo,
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di
democrazia, di libertà.
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accompagnati dalla voce
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Purtroppo
il destino ha voluto
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rauca, gutturale del kapò
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che,
nonostante tutto,
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che, come una cantilena, ripeteva
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fossi
uno d
ei tanti che sarebbero mancati
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“questa è la fine di chi tenta la fuga...”
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all'appello
finale.
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DOV’ERI BUON DIO?
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quando noi, in quattro,
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LA
CASA DELLE BAMBOLE
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preso quel misero corpo,
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La casetta è li,
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con cura, tenerezza, paura,
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di fronte al mio blocco
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paura di fargli male, anche se lui,
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col tetto pianeggiante,
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morente, appeso ad un esile filo di vita,
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i muri imbiancati;
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non sentiva più nulla,
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"le finestre" con i suoi davanzali protetti da
grate
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lo portammo al
waschraum.
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ornate
di civettuole tendine, di vasi fioriti:
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DOV’ERI
BUON DIO?
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sembra quasi
irreale.
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quando
i kapò con botte,
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Nelle tiepide sere
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tentarono,
urlando minacce:
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si affacciano i visi
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“italiani
fahnenfluter morgen crematorium”,
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di giovani donne che
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di
farcela affogare in quel grosso barile?
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guardano, canticchiano,
sorridono;
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DOV’ERI BUON DIO?
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sembrano felici!
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quando i kapò, visti inutili
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Ma io non mi inganno
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i
loro tentativi con noi,
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vedo il loro dolore, la casa lontana
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lo presero e gli misero la testa sott'acqua?
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l'amarezza di fare,
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Fu
allora che sentii
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per forza, quel che fanno
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il
suo ultimo bisbiglio,
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vezzeggiate dai kapò, disprezzate dalle SS
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"mio
Dio, i miei figli"!
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I kapò passeggiano nei viali davanti
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Il
suo fu un vero martirio,
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sorridenti, pavoneggianti
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la
sua sola colpa l'immenso amore
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lanciando languidi sguardi, bisbigli furtivi.
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per
la casa, la moglie, i figli.
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Ma
voi compagni, perché, passando,
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La nostalgia fu più forte di lui
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se
non visti lanciate
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lo
portò alla follia di tentare l'impossibile fuga.
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frasi
di scherno frizzi e sberleffi ?
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Ora
penso e ripensa a quel giorno lontano mi chiedo...
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Non
capite? non vedete?
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DOV’ERA
IL TUO BUON DIO
QUEL GIORNO DI PASQUA?
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Sotto
il sorriso c'è solo dolore.
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Forse
era a Belsen o forse ad Auschwitz?
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State
zitti compagni,
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Oppure
a Buckenwald o forse a Ravensbruk?
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abbassate
la testa
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Magari
a Mauthausen o forse a Dachau?
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sono
solo donne
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Di
una cosa sono certo
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povere
donne.
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quel
giorno di Pasqua,
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il
TUO BUON DIO
NON ERA CON NOI.
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