Patria indipendente

Giacomo Bassani ora riammesso a scuola

 

di Gabriella Manelli

 

“Razza ebraica”: questa scritta figura nel Registro degli Esami di Maturità, a.s. 1939-’40, accanto al nome di una ragazza che in quell’anno sostenne, da privatista, l’esame presso il Regio Liceo Ginnasio G.D. Romagnosi di Parma. “Razza ebraica” era scritto sul tabellone esposto nell’atrio del Liceo accanto al nome di Giacomo Bassani che, espulso dalla scuola subito dopo la promulgazione delle “Leggi per la difesa della razza”, nel 1938, sostenne da privatista l’esame di ammissione al Ginnasio Superiore, cioè alla IV ginnasio. Quando ancora frequentava le elementari – racconta il prof. Giacomo Bassani alla folla di studenti, docenti, ex allievi e cittadini che si assiepa nell’Aula Magna del Romagnosi il 31 gennaio 2004 – il padre soleva mostrargli il solenne edificio del liceo che si affaccia sul Lungo Parma, ripetendogli che quella sarebbe stata per otto anni la sua scuola. Lo fu invece soltanto per due anni di ginnasio inferiore. Anche il successo all’esame, in cui Bassani risultò il migliore del Liceo, non impedì che il ragazzo dovesse abbandonare la sua scuola, la sua città e infine il suo paese per rifugiarsi in Svizzera. L’allora preside Valentino Papesso addirittura si rammaricò che il più bravo della scuola fosse ebreo. Questo il racconto di Giacomo Bassani all’incontro organizzato dal “suo” Liceo per riaccoglierlo nella comunità scolastica. In poche semplici parole Bassani dice tutto l’ordinario orrore di quegli anni: c’è un ragazzino privato del futuro promesso ed atteso, c’è una scuola, statale per giunta, che espelle invece di accogliere, come sarebbe suo compito, c’è l’inizio “banale” e quasi in sordina, fatto di indifferenza, di assenso più o meno consapevole e convinto consenso burocratico, di un percorso che porterà alla Shoah. C’è il peccato originale di essere “razza ebraica”. Ma (diceva Churchill) «come si può rimediare alla propria nascita?». Così lo scorso anno il Liceo Romagnosi insieme all’Associazione Allievi, ha celebrato la propria particolare “Giornata della Memoria”. In essa Giacomo Bassani ha raccontato la sua personale odissea di ragazzo ebreo ai ragazzi di oggi e agli ex ragazzi, che allora erano allievi del Liceo o che oggi sono docenti. Erano presenti esponenti delle Associazioni partigiane, fra cui Laura Polizzi, la Comunità ebraica rappresentata da Ada Tedeschi, il Sindaco Elvio Ubaldi e l’Assessore alla Cultura della Provincia di Parma Caterina Siliprandi, l’ex Sindaco Aldo Cremonini, l’on. Carmen Motta, già allieva del Liceo, Giorgio Torelli coetaneo di Bassani. Il giornalista ha rievocato gli anni di un’adolescenza in divisa da balilla vissuta accanto ad una tragedia che si consumava nel “sonno della ragione”. Anche i maestri che avrebbero potuto risvegliare le coscienze dei giovani, per lo più tacevano. Cattivi maestri? Ecco perché la scuola ha voluto il ritorno “a casa” di Bassani: “per non dimenticare” una storia che segna anche la carne viva del presente. Ed ha voluto l’incontro dell’ex allievo con gli allievi di oggi: a conclusione dell’intensa mattina tre ragazze, che hanno svolto una ricerca nei polverosi archivi del Liceo, hanno consegnato a Bassani un diploma «in segno di riammissione nella Comunità degli Allievi del Romagnosi, da cui è stato allontanato a seguito della promulgazione delle leggi razziali del 1938». Il valore della memoria, madre di civiltà, è ricordato in epigrafe con parole del Prometeo incatenato di Eschilo: «per gli uomini inventai la lingua/di tutto Memoria/industriosa madre delle Muse». Un momento di intensa commozione. Il senso del monito a non dimenticare sta nell’incontro fra generazioni che si trasmettono l’insegnamento della storia, nella consapevolezza che la storia non è «racconto del passato» ma è «quella che vive nel presente, che rischiara la nostra vita nel presente» (Giorgio Seferis, Premio Nobel 1963), che la scuola non è luogo di esclusione ma di accoglienza, non luogo dove si negano i diritti ma dove si vigila sul loro rispetto. Ricordare la storia per non dimenticare tutti i dimenticati e gli esclusi della terra.

Patria indipendente, 30 gennaio 2005

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