Patria indipendente
Un
percorso critico
Una bibliografia sulla deportazione e sullo sterminio
di Claudio Vercelli
Negli
ultimi anni la produzione di opere riguardanti l’antisemitismo nazifascista e
le azioni di sterminio che coinvolsero le comunità ebraiche tra il 1941 e il
1945 ha conosciuto un incremento ragguardevole. Parimenti può dirsi dei lavori
concernenti le persecuzioni e le deportazioni di quelle vittime – un vero e
proprio universo a sé – che pur non essendo ebree subirono i rigori della
violenza totalitaria durante gli anni di Hitler, Mussolini e dei fascismi
europei: politici, zingari, omosessuali, testimoni di Geova, i cosiddetti
“asociali” e così via. La ragione di ciò è da attribuirsi alla rinnovata
attenzione con la quale l’intera vicenda dell’«Olocausto» – termine
improprio, di natura teologica, mutuato dal dibattito statunitense in materia
– o, più propriamente, del genocidio
degli ebrei o Shoah (parola ebraica da tradursi come “catastrofe” e
che richiama l’idea dello sterminio totale), così come delle deportazioni, è
stata considerata, alla luce soprattutto di nuove riflessioni storiografiche e
sulla scorta di una inedita attenzione collettiva. A partire dagli anni ’60,
infatti, il processo ad Adolf Eichmann (uno dei più importanti esecutori del
genocidio) e, in successione, la polarizzazione dell’attenzione collettiva sul
tema e la sua popolarizzazione, soprattutto negli Stati Uniti, hanno incentivato
la ricerca e la riflessione. La questione del come,
ma anche e soprattutto del perché,
un evento di tali dimensioni – materiali e morali – sia potuto
avvenire, coinvolgendo un paese come la Germania, centro della cultura europea e
sede della modernizzazione socioeconomica, continua ad occupare il campo delle
ricerche e delle riflessioni, non solo in ambito storico, beninteso. Di seguito
si fornisce una bibliografia ragionata, non esaustiva, di avviamento allo studio
dell’argomento, fruibile dal grande pubblico ma congruente anche con un
indirizzo didattico e pedagogico che è fatto proprio da chi lo inserisce in un
programma di storia contemporanea o, più in generale, di scienze sociali. Sono
escluse dal repertorio le opere di memorialistica o di testimonianza personale.
Un
consiglio e cinque testi per iniziare
Il
consiglio è semplice ma non scontato: poiché molti ne parlano, spesso non con
la sufficiente competenza, è bene cercare di costruirsi un piccolo percorso
personale di comprensione, basato sul confronto delle fonti e sulla comparazione
dei giudizi. Non è facile ma neanche impossibile. Le deportazioni, così come
lo stesso sterminio degli ebrei d’Europa, si presentano all’osservatore
esterno o come un processo lineare o, antiteticamente, come un evento del tutto
incomprensibile. Sono due impressioni lecite in chi non conosce a fondo certi
aspetti non solo della storia contemporanea ma anche dell’animo umano, ma
entrambe errate. Le vicende di cui parliamo non vanno solo studiate ma
soprattutto capite. Poiché ci
parlano di donne e uomini che furono stritolati da una macchina criminale e da
ideologie assassine. Ma, per l’appunto, su degli esseri umani si deve
concentrare la nostra attenzione, non su oggetti o numeri. E ciò implica un
certo grado di immedesimazione emotiva in essi, senza la quale il tutto è
destinato a rimanere nell’opacità della falsa considerazione o nella
lontananza del rifiuto. Quel che ci appare troppo grande o lo riduciamo al punto
da annullarlo o lo rigettiamo come indecifrabile. Eppure le deportazioni furono
il prodotto dell’azione di alcuni contro tanti altri, non un evento estraneo
alla volontà dell’uomo. Ragion per cui è bene non spaventarsi dinanzi
all’impresa che si va ad iniziare ed armarsi di buona volontà e di qualche
metodo di lettura, oltreché di obiettivi. Il metodo, lo si ripete ancora una
volta, è quello dell’uso e della
comprensione critica delle fonti attraverso il loro confronto; gli
obiettivi sono quelli connessi alla elaborazione del passato non come epoca a sé
bensì come orizzonte di senso per il nostro presente. Detto questo, si può
procedere ad uno spoglio del materiale a nostra disposizione.
Il
primo testo da segnalare è quello di Giovanni Gozzini, La
strada per Auschwitz. Documenti ed interpretazioni sullo sterminio nazista, Bruno Mondadori Editore (Milano, 1996). È un pregevole
volumetto di circa 200 pagine, corposo e molto ben strutturato, ideale per
un primo approccio sistematico e rigoroso ma non tedioso. La descrizione e
l’interpretazione degli eventi si accompagna alla riproduzione di
documenti relativi alla deportazione. È senz’altro l’opera da cui
partire. In appendice è riportata una esauriente bibliografia tematica.
Il
secondo è la fatica con la quale Primo Levi si è congedato da questo
mondo, I sommersi ed i salvati,
Einaudi Editore, più edizioni, autentico pass-partout etico e civile per
inoltrarsi nel fosco territorio dell’universo-lager. È un testo che va al
di là delle ragioni per cui fu redatto, divenendo documento su di un
secolo, il Novecento, ove la categoria – e le pratiche – del genocidio
non furono sola prerogativa del Terzo Reich.
Liliana
Picciotto Fargion con Per ignota destinazione. Gli ebrei sotto il nazismo,
Mondadori Editore (Milano, 1994), ha redatto un’opera agile e
chiara che offriamo come terza stazione del nostro iniziale pellegrinaggio
nell’universo concentrazionario. Si inserisce nel concerto delle
pubblicazioni divulgative ma ha il pregio dell’esattezza ed inoltre è
opera di un’italiana che, insieme a Marcello Pezzetti, è considerata tra
le maggiori studiose mondiali di tale fenomeno storico.
Il
quarto testo è di Zygmunt Bauman, insigne sociologo, che ha scritto un
saggio di grande acume intitolato Olocausto e modernità, pubblicato da il Mulino Editore per la prima
volta nel 1993 e ora ristampato. La tesi sostenuta è che lo sterminio,
lungi dall’essere un evento estraneo ed incomprensibile, si inquadra di
buon grado all’interno delle logiche di un certo tipo di organizzazione
socioeconomica quale quella propria al capitalismo novecentesco. In
sostanza, lo sterminio è uno degli esiti possibili della cosiddetta
“modernità” la quale incorpora in sé non solo la passione per il
progresso ma anche una notevole carica distruttiva. Si tratta di un’opera
impegnativa ma accessibile che, per essere pienamente capita, richiede non
la sua sola lettura ma anche lo studio dei diversi passaggi analitici di cui
si compone. Adatta per chi ha già una discreta infarinatura sul tema,
tuttavia aiuta a cercare di dare una risposta su quegli angoscianti “perché?”
che si accompagnano sempre ai “come?”.
Gitta
Sereny, infine, autrice de In quelle tenebre, Adelphi Editore, (diverse edizioni tra cui una
recente nei tascabili) tratteggia un implacabile ritratto, quello di Franz
Stagl, comandante del campo di sterminio di Treblinka dove perirono quasi un
milione di ebrei. Il suo libro è il quinto ed ultimo lavoro che ci sentiamo
di consigliare come testo d’approccio. Ricerca compiuta dal vivo, nel
mentre il carnefice, oramai prigioniero nelle carceri austriache, attendeva
un giudizio umano che sarebbe stato preceduto dalla sua stessa morte, si
articola attraverso una serie di colloqui serrati – a tratti anche
surreali – nel corso dei quali emergono drammaticamente i lineamenti di
una personalità prevedibile e banale. Qualcosa che alla fine sconcerta
ancora di più poiché a recitare la parte peggiore, allora come oggi, nei
massacri del passato come del presente, raramente sono gli psicopatici,
quasi sempre, invece, le persone cosiddette “comuni” o “normali”.
Testi
propedeutici, riassuntivi e a taglio didattico
I
testi collocati in rassegna si caratterizzano per la natura espositiva e per
l’interna organizzazione del materiale, volti ad agevolarne un utilizzo anche
a fini didattici e/o formativi, sia da parte del docente che degli stessi
studenti così come dei lettori comuni. Da rilevare che nessun intervento
sistematico e continuativo sull’esplicazione della natura delle pratiche
sterminazioniste nel ’900 può esulare dallo svolgimento di un programma sulla
storia contemporanea oltreché sui lineamenti fondamentali dell’economia e del
diritto nelle società moderne. E questo vale all’interno delle scuole come al
di fuori di esse, tra il grande pubblico. A tale riguardo si consiglia, tra i
diversi manuali, la ponderosa opera di Andrea Graziosi, Guerra
e rivoluzione in Europa 1905-1956, il Mulino (Bologna, 2002). Ad esso si
possono proficuamente affiancare le seguenti opere: di Luigi Meneghello, Promemoria.
Il massacro degli ebrei d’Europa,
il Mulino (Bologna, 1994), mentre di Enzo Collotti si segnalano, Hitler
e il nazismo Giunti Editore,
“Collana XX secolo” (Firenze, 1996) e Fascismo,
fascismi Sansoni Editore (Firenze, 1989) con successive riedizioni. Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico di Rudolf Hoess
Einaudi Editore, più edizioni, è il diario di prigionia che il
comandante del campo tenne durante il processo, conclusosi con la sua condanna a
morte. Va sottolineato il fatto che una parte delle
affermazioni ivi contenute non
sono del tutto rispondenti al vero. In parte per le condizioni coattive ma anche
e soprattutto per la personalità dell’estensore, vocato a tratti di
megalomania, va affrontato con una certa cura e con il supporto di altre
letture, quindi in chiave comparativistica. Rimane comunque una testimonianza
pressoché unica nel suo genere Philippe Burrin, Hitler
e gli ebrei. Genesi di un genocidio
Marietti Editore (Genova, 1994) e Leon Poliakov, Il
nazismo e lo sterminio degli ebrei Einaudi
Editore, “Collana PBE”, diverse e ripetute edizioni, sono divenuti oramai
due testi canonici, di inquadramento critico, del fenomeno persecutorio così
come di Michael R. Marrus il suo L’Olocausto nella storia,
il Mulino (Bologna, 1994), una ricognizione sulle modalità e i criteri
di ricezione ed elaborazione, nell’ambito dei processi storiografici, dello
sterminio degli ebrei. Ancora, e in successione, di Arno Mayer, Soluzione
finale. Lo sterminio degli ebrei nella storia europea
Mondadori Editore (Milano, 1990) e successive edizioni oltre alla fatica
di Alberto Nirenstajn, È successo
cinquant’anni fa. Lo sterminio di sei milioni di ebrei,
La Nuova Italia (Firenze, 1993). Susan Zuccotti, L’Olocausto in Italia, Mondadori Editore (Milano, 1988 ma
recentemente ristampato) è l’opera che meglio si concentra sulle persecuzioni
contro gli ebrei nel nostro Paese. Di netta impostazione scolastica, ma non per
questo di minor valore, è l’opera di F.M. Feltri, Il nazionalsocialismo e lo sterminio degli ebrei. Lezioni, documenti,
bibliografia La Giuntina
Editore (Firenze, 1995): scritto da un didatta per operatori del settore e
docenti di scuola media superiore è un manuale per l’interpretazione e
l’adozione di fonti di e sulla deportazione. Sulla falsariga del lavoro
precedente è l’opera collettanea a cura di Enzo Traverso Insegnare
Auschwitz a cura
dell’IRRSAE Piemonte per i tipi della Bollati Boringhieri (Torino, 1992).
Parimenti, in quanto prodotto di esigenze esplicative di origine didattica,
convergenti su di un’unica linea di elaborazione, si segnala di AA.VV., Pensare
Auschwitz, Tranchida (Milano, 1995). Dello stesso Traverso si indicano
ancora Gli ebrei e la Germania. Auschwitz
e la “simbiosi ebraico-tedesca”, il Mulino Editore (Bologna, 1994); per
la comprensione del quadro ideologico all’interno del quale si articola il
dispositivo di repressione Il
totalitarismo, Bruno Mondadori Editore (Milano, 2002); La violenza nazista. Una genealogia, il Mulino (Bologna, 2002) e,
insieme ad altri autori e per la cura di Marcello Flores, Nazismo, fascismo, comunismo, Bruno Mondadori (Milano, 2002), opera
dal taglio dichiaratamente comparativistico che si interroga su ricorrenze e
specificità di tre esperienze reali di totalitarismo. Puramente espositivo, di
notevole qualità iconografica è il volume di A. Grynberg Shoah. Gli ebrei e la catastrofe Universale Electa-Gallimard (Milano, 1995). Bice Migliau e
Franca Tagliacozzo nel loro Gli ebrei
nella storia e nella società contemporanea La Nuova Italia (Firenze, 1994),
inquadrano lo sterminio nella più generale vicenda delle comunità ebraiche tra
il XIX e il XX secolo. Si tratta di un manuale ad uso prettamente scolastico,
scritto, organizzato e strutturato come un tradizionale manuale di storia. I
singoli capitoli che lo compongono possono essere utilizzati separatamente.
Apprezzabile anche sul versante della storia del sionismo, della nascita dello
stato d’Israele e per la panoramica che offre riguardo alle vicende
mediorientali, è uno strumento polivalente. Più in generale la rivista
trimestrale Quaderni di Erodoto, Bruno
Mondadori Editore, reperibile presso le maggiori biblioteche civiche e nelle più
importanti librerie delle diverse città, offre articoli e saggi orientati al
lavoro in classe su questi argomenti e affini. I testi di Primo Levi, Se
questo è un uomo e La tregua, tutti editati da Einaudi e facilmente reperibili
rimangono ineguagliati nella loro cristallinità di espressione e chiarezza di
giudizio. Sono le opere da cui partire per realizzare riflessioni di molteplice
natura e contenuto. Ad esse si può affiancare di Jean Amery, Intellettuale
ad Auschwitz, Bollati Boringhieri (Torino, 1987).
Volumi
di ricerca e di analisi dettagliata
Raoul
Hilberg nelle sue monumentali opere La
distruzione degli ebrei d’Europa Einaudi
Editore, più edizioni di cui una in economica nella collana “Tascabili” e Carnefici, vittime, spettatori. La persecuzione degli ebrei 1933-1945
Mondadori (Milano, 1992), ora anche negli “Oscar” ha descritto per
filo e per segno i diversi passaggi che si collocano all’origine dello
sterminio. Altrettanto famoso e rigoroso, ma non più ristampato in lingua
italiana è il libro di G. Reitlinger La
soluzione finale. Il tentativo di sterminio degli ebrei d’Europa
per i tipi de Il Saggiatore (Milano, 1962), reperibile prevalentemente
nelle biblioteche. Jean-Claude
Pressac, tecnico e ricercatore nel campo delle scienze naturali, ha scritto con
il suo Le macchine dello sterminio. Auschwitz 1941-1945, Feltrinelli
(Milano, 1994) un’opera di attenta descrizione del funzionamento delle camere
a gas. Controverso è il giudizio che connota il lavoro di Daniel Goldhagen, I
volonterosi carnefici di Hitler, disponibile per i tipi della Mondadori
anche nei tascabili “Oscar”: la tesi di una colpa collettiva dei tedeschi,
già da altri sostenuta, è qui ripresa con piglio polemico ma buon rigore
documentaristico. Su questo tema si era già esercitato, attraverso un’opera
comparativistica, Ian Buruma in Il prezzo
della colpa. Germania e Giappone: il passato che non passa, Garzanti
(Milano, 1994). Di elevato rigore e di grande valore analitico è di Michael
Burleigh e Wolfgang Wipperman, Lo stato
razziale. Germania 1933-1945, Rizzoli (Milano, 1992). Senz’altro da
leggere sull’operato degli Einsatzgruppen – le unità di sterminio operanti
nelle retrovie orientali – è il libro di Christopher Browning, Uomini
comuni, Einaudi editore, ora ristampato per i “Tascabili” dello stesso.
È un’opera unica, rigorosissima, agghiacciante e implacabile: prendendo a
spunto il diario operativo del Battaglione 101 della polizia tedesca descrive
modalità, tempi, motivazioni e atteggiamenti di coloro che parteciparono allo
sterminio per fucilazione nelle campagne polacche e della Russia Bianca. Dello
stesso autore si segnala Verso il
genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore
(Milano, 1998). Più posizionato sul versante storiografico tradizionale ma di
rilevante valore euristico è l’opera del britannico Ian Kershaw di cui in
italiano sono stati tradotti i volumi: Che
cos’è il nazismo? Problemi interpretativi e prospettive di ricerca Bollati Boringhieri Editore (Torino, 1995). Il
“mito di Hitler. Immagine e realtà nel Terzo Reich, Bollati Boringhieri
Editore, (Torino, 1998). Hitler e
l’enigma del consenso Laterza
(Bari-Roma, 1997). Lo storico Richard Breitman nel suo Himmler.
Il burocrate dello sterminio, Mondadori
(Milano, 1991) ha raccontato la storia della Shoah attraverso la particolare
prospettiva di uno dei suoi massimi pianificatori.
La
sociologia dei lager ovvero i criteri di organizzazione di quella forma
particolare di microsocietà che era costituita dai KZ e VL è analizzata da
Wolfgang Sofsky nel suo L’ordine del
terrore. Il campo di concentramento, Laterza (Roma-Bari, 1995). Provocò
all’epoca della sua pubblicazione grandi polemiche l’opera di Hannah
Arendt, La banalità del male.
Eichmann a Gerusalemme Feltrinelli
Editore (più edizioni, anche recentissime). È una riflessione a tutto
campo sui problemi che il sistema concentrazionario e la meccanica delle
deportazioni sollevano a tutt’oggi, non solo tra gli storici ma anche
nella coscienza comune.
Sulle
vicende italiane si segnalano i seguenti volumi: - Renzo De Felice, Storia
degli ebrei italiani sotto il fascismo, Einaudi, anche tra i
“Tascabili”; - Meir Michaelis, Mussolini
e la questione ebraica. Le relazioni italo-tedesche e la politica razziale,
Comunità Editore (Milano, 1982), mai più ristampato; - Michele Sarfatti, Mussolini
contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi del 1938,
Zamorani Editore (Torino, 1994) e dello stesso autore Gli ebrei nell’Italia fascista Einaudi, (Torino, 2000).
Sui
ghetti in Polonia hanno scritto cose molto pregnanti sia Israel Gutman, Storia
del ghetto di Varsavia, La Giuntina Editore (Firenze, 1996), che Gustavo
Corni, I ghetti di Hitler. Voci da una
società sotto assedio, il Mulino (Bologna, 2001).
Un
criterio originale, accattivante e riuscito di rappresentare la deportazione
è quello realizzato dal disegnatore Art Spiegelman in Maus.
Racconto di un sopravvissuto, Rizzoli
Editore, 2 volumi (ora probabilmente disponibile anche in CD Rom).
L’angoscia e la disperazione derivanti da tale tragedia sono rese,
attraverso il resoconto delle vicissitudini di una famiglia di ebrei, in
forma di fumetto, unico tentativo del genere ad oggi.
Ancora
sul piano multimediale l’opera editata da Proedi per la cura della
Fondazione Centro di Documentazione Ebraica di Milano, Destinazione
Auschwitz in due CD Rom
accompagnati da un volumetto esplicativo, si consiglia per il rigore ma
anche la buona adattabilità ad un percorso d’indagine e riflessione sul
tema delle deportazioni.
Sul web esistono molti siti dedicati alla memoria della Shoah. Perlopiù sono in lingua inglese. Digitando nella funzione search di qualsiasi motore di ricerca i termini Holocaust, Shoah, Genocide e così via si possono ottenere pagine di grande interesse. Si segnalano i seguenti indirizzi: www.nizkor.org, www.deportati.it, www.holocaust-trc.org, www.olokaustos.org
Patria
indipendente 22 febbraio 2004