Il nazismo e i campi di concentramento |
«Plus jamais ça» |
mostra fotografica e documentale |
testi - Percorso della visita delle sale
a cura della Fondazione ex Campo Fossoli
Il Museo-Monumento, voluto dall'Amministrazione Comunale di Carpi, per ricordare le sofferenze di migliaia di vittime passate per il campo di concentramento di Fossoli, occupa il piano terra di parte del Castello dei Pio e si sviluppa su tre lati di un cortile dal quale si elevano 16 stele di cemento armato alte 6 metri, che recano incisi i nomi dei più tragici campi di concentramento nazisti. Il Museo Monumento, inaugurato il 13 ottobre 1973 alla presenza del Presidente della Repubblica G. Leone e dell'allora Presidente della Camera S. Pertini, del sen. U. Terracini e dei rappresentanti di molte associazioni europee di ex deportati, è stato progettato dallo studio dell'architetto Lodovico Belgiojoso, cui si deve, fra l'altro, anche il Memorial degli Italiani ad Auschwitz. Il percorso di visita si sviluppa attraverso 13 sale, sei delle quali sono decorate da graffiti realizzati dai Maestri della Cooperativa Muratori di Carpi su disegni di Longoni, Picasso, Guttuso, Cagli, Léger. Frasi scelte da Nelo Risi dalle "Lettere di condannati a morte della Resistenza Europea", incise ad altezza d'occhio, legano come un nastro le pareti del Museo. Completano questo pathos drammatico ma asciutto, le vetrine, alcune delle quali sprofondate nel pavimento a ricordare morti, sepolti e non, dei campi di concentramento. I cimeli e i documenti raccolti nelle teche sono stati scelti e ordinati da Lica e Albe Steiner in modo da fornire una testimonianza inoppugnabile, ma sommessa e riservata, dell'immane tragedia, senza urtare la sensibilità dei visitatori e soprattutto di quelli più giovani.
Sala 1
Alla parete graffito di Alberto Longoni. Nella vetrina, urne con terra dei campi di Dachau, Penzberg, e Mauthausen.
Sala 2
Nelle vetrine, distintivi e piastrine di matricola di deportati politici. Strumenti musicali e strumenti di tortura. Immagini dei campi di Auschwitz, Mauthausen e Ebensee.
Sala 3
Alla parete, graffito di Pablo Picasso. Nella vetrina, lettere di deportati dal campo di Fossoli.
Sala 4
Nelle vetrine, manifesti tedeschi di condanna a morte: morte per impiccagione; documenti sul gas Zyklon B e sui forni crematori; disegno di un bambino deportato.
Sala 5
Nelle vetrine, documenti sulla cremazione. Il flagello della svastica.
Sala 6
Alla parete, graffito di Renato Guttuso. Nella vetrina, foto di gerarchi nazisti, fascisti e di responsabili della deportazione.
Sala 7
Alla parete, graffito di Corrado Cagli. nella vetrina, documenti sui reticolati elettrificati.
Sala 8
Graffito di Corrado Cagli. Nella vetrina, oggetti d'uso quotidiano del deportato.
Sala 9
Alla parete, graffito di F. Léger. Nella vetrina, la divisa del deportato.
Sala 10
Nella vetrina, fotografie, poesie e disegni che testimoniano la tragedia dei bambini internato nel ghetto di Terezín.
Sala 11:
Nella vetrina, bambini e ragazzi nei campi di concentramento di Buchenwald e Auschwitz.
Sala 12
Nella vetrina, panoramica del campo di Fossoli, mappa dei campi in Europa, foto e pianta del campo di Buchenwald, altri documenti sulla deportazione.
Sala 13 o dei Nomi
Sulle pareti e sulle volte sono incisi i nomi di 14.314 cittadini italiani caduti nei campi di sterminio. I nomi sono stati scelti a caso tra gli oltre 60.000 che compongono le liste ufficiali di deportati italiani. Su di una lesena i nomi dei Martiri di Fossoli fucilati il 12 luglio 1944 nel poligono di tiro di Cibeno per rappresaglia.
Il cortile esterno del Museo-Monumento
16 stele in cemento armato alte 6 metri che recano incise i nomi dei più tragici campi di concentramento nazisti nei quali è stato compiuto il più grande genocidio che la storia ricordi.
Dai pieghevoli della Fondazione ex Campo Fossoli (1995 e 2010), Carpi (MO). (www.fondazionefossoli.org).