Poesie di Primo Levi

 

PARTIGIA

           Dove siete, partigia di tutte le valli, 

           Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse?

           Molti dormono in tombe decorose,

           Quelli che restano hanno i capelli bianchi

           E raccontano ai figli dei figli

           Come, al tempo remoto delle certezze,

           Hanno rotto l'assedio dei tedeschi

           Là dove adesso sale la seggiovia.

           Alcuni comprano e vendono terreni,

           Altri rosicchiano la pensione dell'INPS

           O si raggrinzano negli enti locali.

           In piedi, vecchi: per noi non c'è congedo. 

           Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna,

           Lenti, ansanti, con le ginocchia legate,  

           Con molti inverni nel filo della schiena.

           Il pendio del sentiero ci sarà duro,

           Ci sarà duro il giaciglio, duro il pane.

           Ci guarderemo senza riconoscerci, 

           Diffidenti l'uno dell'altro, queruli, ombrosi.

           Come allora, staremo di sentinella 

           Perché nell'alba non ci sorprenda il nemico.

           Quale nemico? Ognuno è nemico di ognuno,

           Spaccato ognuno della sua propria frontiera,  

           La mano destra nemica della sinistra.
           In piedi, vecchi, nemici di voi stessi:
           La nostra guerra non è mai finita.

 

23 luglio 1981

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