Nessuno
canti più d'amore o di guerra.
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L'ordine donde il
cosmo traeva nome è sciolto;
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Le legioni celesti sono un groviglio di mostri,
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L'universo
ci assedia cieco, violento e strano.
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Il
sereno è cosparso d'orribili soli morti,
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Sedimenti
densissimi d'atomi stritolati.
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Da
loro non emana che disperata gravezza,
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Non
energia, non messaggi, non particelle, non luce;
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La luce stessa ricade, rotta dal proprio peso,
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E tutti noi
seme umano viviamo e moriamo per nulla,
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E i cieli si convolgono
perpetuamente invano.
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24 giugno 1986 |