"Quanti sono i tuoi giorni? Li ho contati:
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Pochi e brevi, ognuno grave di affanni;
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Dell'ansia della notte
inevitabile,
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Quanto fra te e te nulla pone riparo;
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Del
timore dell'aurora seguente,
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Dell'attesa di me che ti attendo,
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Di
me che (vano, vano fuggire!)
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Ti
seguirò ai confini del mondo,
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Cavalcando
sul tuo cavallo,
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Macchiando
il ponte della tua nave
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Con la mia piccola ombra nera,
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Sedendo a mensa dove tu siedi,
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Ospite certo di ogni tuo rifugio.
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Finché
si compia ciò che fu detto,
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Fino a che la tua forza si sciolga,
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Fino
a che tu pure finisca
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Non con un urto,
ma con un silenzio,
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Come
a novembre gli alberi si spogliano,
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Come si trova fermo un orologio".
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22
agosto 1953 |