O tu che segni, passeggero del colle,
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Uno fra i molti, questa non è più solitaria neve,
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Porgimi ascolto:
ferma per pochi istanti il tuo corso
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Qui dove m'hanno sepolto, senza lacrime, i miei compagni:
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Dove,
per ogni estate, di me nutrita cresce
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Più
folta e verde che altrove l'erba mite del campo.
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Da
non molti anni qui giaccio io, Micca partigiano,
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Spento
dai miei compagni per mia non lieve colpa,
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Né
molti più ne avevo quando l'ombra mi colse.
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Passeggero, non chiedo a te né ad altri perdono,
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non preghiera né pianto, non singolare ricordo.
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Solo una cosa chiedo: che questa mia pace duri,
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Che perenni su me
s'avvicendino il caldo e il gelo,
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Senza che nuovo sangue, filtrato attraverso
le zolle,
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Penetri fino a me col suo calare funesto
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Destando
a nuova doglia quest'ossa oramai fatte pietra.
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6
ottobre 1952 |