Il nazismo e i campi di concentramento |
«Plus jamais ça» |
mostra fotografica e documentale |
IL LUOGO DELLA MEMORIA CASTEL HARTHEIM
Nel maggio 2003, con la creazione di un luogo della memoria per le vittime dell’eutanasia nazista e la mostra “Valore della vita”, Castel Hartheim fu inaugurato come luogo di apprendimento e della memoria. È giunto così a coronamento un progetto avviato da una cerchia di personalità appassionate con il sostegno della Regione Austria Superiore e del Governo federale. Castel Hartheim, istituto di cura per disabili psichici e mentali dal 1898, dopo “l’annessione” dell’Austria al Terzo Reich, nel 1939, fu requisito dai nazionalsocialisti e adibito ad istituto di eutanasia. Qui, tra il 1940 e il 1944, furono uccise circa 30.000 persone classificate come “indegne di vivere”. Si trattava di disabili psichici e fisici o di persone affette da malattie e dopo la fine dell’eutanasia “ufficiale”, nell’estate del 1941, di prigionieri e di condannati ai lavori forzati provenienti dai campi di concentramento di Mauthausen e Dachau, persone affette da malattie o classificate come “indegne di vivere”.
LA DOCUMENTAZIONE DELL'EUTANASIA NAZISTA
Locale Eutanasia nazista – Dimensioni dell’eccidio
La purezza della razza e l’eugenetica, elaborate da teorie scientifiche e propugnate dall’ideologia nazionalsocialista, furono radicalmente attuate con il primo genocidio di stato del regime nazista, sistematicamente pianificato e compiuto sotto la denominazione “eutanasia”. Il locale offre una panoramica di come si giunse al piano di eutanasia dei nazionalsocialisti, di quali fossero gli obiettivi perseguiti, l’organizzazione messa in piedi e i principali responsabili dell’intera operazione. Si fa inoltre menzione dei gruppi delle vittime, ma anche delle forme di resistenza alle operazioni naziste e di ciò che seguì al regime nazista e fino ai giorni nostri sulla scena politica e giuridica.
Locale L’istituto di eutanasia di Hartheim
Nel 1940 Castel Hartheim fu adibito a luogo per l’esecuzione del progetto di eliminazione dei disabili (Azione T4) e delle persone invise al regime (Azione 14f13). A causa della soppressione degli istituti per l’uccisione alla fine del 1944 erano rimasti solo pochi resti architettonici. Tuttavia, nel corso dei lavori ricostruzione furono rinvenute molte tracce dei crimini commessi. Furono ritrovati sia i resti di installazioni ed edificazioni, sia un gran numero di oggetti appartenuti alle vittime. Ma, soprattutto, si riuscì a trovare i luoghi dove furono sotterrate le ceneri e i resti delle ossa. Questi ultimi furono seppelliti nell’autunno 2002 nell’ala est del castello. Il locale documenta lo svolgimento dei fatti a Hartheim e le tracce dell’operazione di eliminazione.
Locale Omicidi e vittime
Nel periodo 1940-1944 furono uccise nell’istituto di eutanasia di Hartheim circa 30.000 persone. In quegli anni erano occupate presso l’istituto numerose persone. Oltre al personale amministrativo, di cancelleria e di sorveglianza, facevano parte dell’operazione di eliminazione infermieri, autisti, operai e personale ausiliario. Solo alcuni di loro comparvero in tribunale dopo il 1945 per essere giudicati. Il direttore dell’istituto era il dottor Rudolf Lonauer, allo stesso tempo dell’istituto di cura di Niedernhart, dove a propria volta eseguì parecchi omicidi, che nel 1945 si tolse la vita. Il suo sostituto, dottor Georg Renno (+ 1997), scomparve nel 1945. il processo a suo carico fu archiviato nel 1970 per incapacità dell’imputato di assumere la difesa. Il locale mostra gli omicidi e le vittime. Documenta però anche la resistenza contro l’azione di eutanasia che ebbe luogo qui come anche altrove. In una vetrina che conduce ai luoghi della memoria sono custodite biografie delle vittime, ricostruite con l’aiuto dei parenti. Nella sala sono esposti resti di oggetti appartenuti alle vittime, che furono ritrovati nel giardino del castello.
I LUOGHI DELLA MEMORIA / I LUOGHI DELL'EUTANASIA NAZISTA
Luogo di arrivo
Nella parte ovest del castello c’era la rimessa, a cui avevano accesso i pullman carichi di vittime. Dopo aver lasciato il mezzo, le persone venivano condotte lungo il loggiato per spogliarsi. I luoghi di provenienza qui indicati sono tratti da una “lista di istituti tedeschi per i malati psichici e mentali del 31.8.1941”, predisposta dall’organizzazione T4 quale base per il piano di eliminazione dei malati. La lista dei paesi di provenienza dei prigionieri dei campi di concentramento uccisi a Hartheim fu ricostruita in base alla documentazione dei luoghi commemorativi di mauthausen e Dachau. I pannelli in acciaio non sono una ricostruzione bensì una forma artistica di allestimento spaziale. Sono opera dell’artista austriaco Herbert Friedl, così come i pannelli in acciaio posti nel loggiato a nord e la fenditura luminosa nel pavimento che demarca il tragitto compiuto dalle vittime.
Il luogo di ricevimento
Nel 1944-45, allorché fu soppresso l’istituto di eutanasia, anche le persone che vi persero la vita avrebbero dovuto essere definitivamente abbandonate all’anonimato e all’oblio. Il luogo commemorativo, con il progetto “Libro della memoria di Hartheim”, vuole restituire ai morti il proprio nome. Sulle lastre commemorative in vetro qui collocate sono iscritti i più di 15.000 nomi finora ritrovati. I nomi non seguono un ordine alfabetico, o per gruppi di vittime, ma sono disposti a caso. Nella ricerca dei nomi dei propri congiunti sono di aiuto il centro di documentazione o la guida dell’istituto. In questo luogo si svolgevano le operazioni amministrative di ricevimento delle vittime; oggi questo locale contiene, oltre alle lastre commemorative, una fossa dissotterrata con oggetti appartenuti alle persone uccise a Hartheim.
I luoghi dell’uccisione
I locali sono indicati in base alla loro funzione nel processo di uccisione: camera a gas, sala di controllo, contenente vari dispositivi tecnici, camera mortuaria, dove i cadaveri venivano deposti in attesa di essere bruciati, e crematorio, contenente i forni crematori. I locali contengono informazioni estremamente concise, in quanto sono luoghi commemorativi e non fanno parte del concetto mussale. La documentazione storica è esposta nella prima parte del luogo commemorativo. I locali sono accessibili attraverso una cesura spaziale e una passerella, che alludono ad un concetto di distanza dai luoghi in cui furono uccise le persone. L’obiettivo del concetto non è di ripercorrere il tragitto compiuto dalle vittime o di “provare empatia”, ma bensì di acquisire consapevolezza, attraverso la distanza, dell’insopprimibile differenza tra i visitatori di oggi e le vittime di allora. Chiunque oggi attraversi questi luoghi deve avere la possibilità di osservare, ma anche di percepire la differenza attraverso la distanza.
Lapidi
Nel 1969 le lastre commemorative sono state trasferite dal loggiato nel locale commemorativo allora appena edificato. Nel 2002 queste lapidi sono state nuovamente spostate nell’area esterna del loggiato. Per la maggior parte esse rievocano le vittime dei campi di concentramento di Mauthausen e Dachau e sono state sistemate dai sopravvissuti, dai parenti e dalle associazioni delle vittime. Solo alcune di queste sono dedicate alle vittime dell’eutanasia.
Sala di meditazione
Questo locale, allestito da Herbert Friedl, è destinato al silenzio e alla riflessione. Ha un carattere deliberatamente non religioso o confessionale. Al suo interno è custodito il libro dei visitatori. Il cubo riempito di sassolini simboleggia il gran numero di vittime a Hartheim.
Monumento funerario
I resti mortuari delle vittime, ritrovati nel 2000/01 nell’area est del castello, sono stati qui inumati nel settembre 2002. l’area, in ottemperanza alle normativa vigenti, è stata dichiarata area cimiteriale. Il monumento funerario riporta due versi tratti dal vecchio e dal nuovo testamento e due versi di Franz Rieger, un poeta originario dell’Austria Superiore.
Da “Lern-und Gedenkort Schloss Hartheim. Impressum: Verein Schloss Hartheim, Lern-und Gedenkort Schloss Hartheim. Schlossstraße 1, A-4072 Alkoven