Commemorazione di Gusen 2006
Donne slovene nel sistema dei lager di Mauthausen
Intervento di Dusan Stefancic, internato a Dachau, St. Marie-au-Mines, Gusen I e Gusen II
Le prime donne internate a Mauthausen erano 4 donne della Slovenia che furono giustiziate insieme a 45 internati maschi, in occasione del compleanno del Führer, il 20 aprile 1942. Erano stati tutti deportati dal centro di tortura di Begunje. Lo Schloss Katzenstein, trasformato in carcere di Vigaun, in sloveno Begunje vicino a Bled, era originariamente un carcere femminile. Dal 1941, gli occupanti tedeschi ne fecero un carcere per tutti gli oppositori dei nazionalsocialisti. I partigiani liberarono gli ultimi detenuti il 3 e 4 maggio 1945. Da questo carcere/centro di tortura passarono 11477 detenuti, di cui 849 furono fucilati come ostaggi, 1705 furono deportati in diversi ampi di concentramento e 578 furono liberati. Le fucilazioni ebbero luogo in una valle nei dintorni, con eccezione di quelle avvenute in occasione del compleanno del Führer, avvenute a Mauthausen. Si trattò delle seguenti donne:
Hafner Marija sen e iun. La prima, madre e contadina, nata nel 1895, permise che i partigiani si incontrassero a casa sua e preparassero materiale propagandistico segreto. Insieme alla figlia, sua omonima, un’operaia del tessile, nascose a casa sua corrieri dell’OF, il fronte di liberazione sloveno.
Frlic Paula (nata nel 1919) fu membro attivo dell’OF dal 1941 ed era ricercata dai tedeschi. Dovette vivere in clandestinità e volle unirsi ai partigiani. Venne tradita, arrestata e internata a Begunje, dove fu torturata terribilmente per poi essere mandata a Mauthausen per la fucilazione.
Vrankar Ceciliija (nata nel 1921) arrestata dopo la battaglia di Drazgose, un borgo bruciato dai tedeschi, che uccisero anche molti degli abitanti. Un gruppo di combattenti della resistenza si nascose poi nella sua casa e là furono scoperti dai tedeschi, che presero “provvedimenti” atroci… Il 20 aprile a Mauthausen, gli internati furono fucilati alla schiena, a due a due. Gli ultimi erano le donne che eroicamente chiesero al comandante del plotone di esecuzione di fucilazione di guardarle negli occhi.
Due altri internati del blocco 20 poterono osservare in segreto la fucilazione. Le informazioni che abbiamo sono tratte soprattutto dal libro di France Filipic “Gli Sloveni a Mauthausen” e da altri suoi studi sull’argomento. Un’altra fonte è il libro di Stane Sinkovec, “Begunje 1941-45”.
Quando, nel 1944, l’esercito tedesco era in ritirata molti campi di concentramento furono evacuati e trasportati all’interno della Germania, molti dei detenuti furono deportati a Mauthausen. Il 28 settembre 1944 un trasporto di donne arrivò alla stazione di Mauthausen da Auschwitz. Poco dopo l’arrivo queste donne furono trasferite alla fabbrica di munizioni di Hirtenberg. 76 slovene facevano parte di questo trasporto. Nell’aprile del 1945 furono trasferite a Mauthausen e liberate il 5 maggio. Il 9 marzo 1945 un altro trasporto di 1799 donne, fra cui 19 slovene, proveniente da Ravensbrück raggiunse il lager di Mauthausen. Queste donne rimasero a Mauthausen, internate in un lager a parte, fino alla fine della guerra. Le condizioni erano terribili e morirono in tantissime.