Commemorazione di Gusen 2006

Intervento del Ministro degli Interni dell'Austria, Signora Liese Prokop

 

Come ogni anno siamo qui riuniti per commemorare l’anniversario della Liberazione di uno dei più atroci campi nazionalsocialisti qui in Austria, il campo di concentramento di Gusen. Nemmeno la metà delle più di 70.000 persone provenienti da tutta l’Europa e internati qui in condizioni inimmaginabili, visse il giorno della Liberazione del 5 maggio 1945. Qui vicino si trovavano i forni crematori, lo strumento con cui si cercò di cancellare le tracce dei terribili crimini commessi su questa terra e con esse il ricordo delle singole persone morte in questo campo. Soprattutto a Gusen è sembrato per tanto tempo che insieme alle decine di migliaia di morti fosse cancellato anche il suo ricordo. Poco dopo la liberazione del maggio 1945, vaste parti dell’area del campo furono vendute, saccheggiate e demolite. Dopo la ritirata delle truppe sovietiche l’area venne suddivisa in parti e successivamente una zona residenziale fu eretta su questo suolo. Negli anni 1955/56, il cimitero delle vittime creato dagli americani fu abbandonato, i corpi furono trasferiti nel cimitero del campo di concentramento di Mauthausen. Del lager di Gusen non era rimasto quasi niente, solo il ricordo dei sopravvissuti. Senza l’impegno e le iniziative dei sopravvissuti, oggi, qui a Gusen, non sarebbe rimasto quasi niente che potesse ricordare l’esistenza del campo di concentramento. Nei primi decenni dopo la fine della guerra gli ex-internati si preoccuparono che i crimini commessi in questo e in altri luoghi non fossero dimenticati. È grazie a loro se i forni crematori sono ancora qui e se intorno ad essi è stato eretto il “Memorial di Gusen”. Il Memorial è ancora oggi il centro della memoria a Gusen. Ma col passare del tempo si è rivelato sempre più importante creare non solo un luogo della memoria ma anche un luogo dell’apprendimento. In particolar modo è la generazione dei giovani, ai quali gli avvenimenti potranno sembrare “estranei” e “di un’epoca lontana”, che ha bisogno di insegnamento sulla storia di questo luogo e sulle circostante che hanno reso possibile il terrore. Dal novembre dell’anno scorso al nuovo Centro Visitatori è esposta una Mostra sulla Storia del Campo di Gusen, di cui esiste un libretto informativo. In preparazione è anche un catalogo. Inoltre è in costruzione un nuovo sito web che rende accessibili a tutti le informazioni sugli ex-campi di concentramento a Gusen. E in collaborazione con il “Comitato per la commemorazione” stiamo lavorando al progetto del “Sentiero della memoria di Gusen” con il quale vorremmo rendere tangibile l’estensione dell’intero complesso del campo. Qui a Gusen abbiamo realizzato il primo pass in un cammino che ci rende più responsabili per i luoghi di memoria correlati ai sottolager. Il nostro impegno prevede per i prossimi anni la conservazione delle strutture ancora esistenti, la loro documentazione e la divulgazione della storia di questi campi. Con ciò vogliamo indicare che “Mauthausen” non era un fenomeno limitato, ma deve essere considerato come sinonimo di un sistema di terrore che torturò e annientò numerose vittime in molti altri luoghi dell’attuale Austria. Oggi, l’ex-campo di concentramento di Gusen è, come Mauthausen, un luogo della memoria e dell’apprendimento internazionale e ha come obiettivo l’insegnamento dei valori democratici. Per me è importanti non solo conservare questi luoghi come luoghi della memoria, ma anche e soprattutto renderli “luoghi d’incontro per la convivenza di culture e religioni.

 

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