Il nazismo e i campi di concentramento |
«Plus jamais ça» |
mostra fotografica e documentale |
testi - Storia del campo di Fossoli
a cura della Fondazione ex Campo Fossoli
30 maggio 1942. Il Genio del VI Corpo d'Armata di Bologna informa il Podestà di Carpi dell'imminente occupazione dei terreni agricoli posti in Fossoli, frazione settentrionale del Comune di Carpi, al fine di insediarvi un campo di prigionia. Il Campo Prigionieri di guerra n. 73, gestito dalle autorità militari italiane, sarebbe diventato un luogo d'internamento per sottufficiali inglesi, neozelandesi e australiani catturati in Nord Africa.
Estate 1942. A partire dal 22 luglio il Campo entra in funzione alle dipendenze del Comando superiore delle Forze Armate Africa Settentrionale. Inizialmente è costituito da 191 tende, ma già nella tarda estate del ’42 la Cooperativa Muratori Braccianti di Carpi inizia i lavori per sostituirle con alloggi in muratura. Contemporaneamente l'occupazione di un settore attiguo permette l'ampliamento del Campo, che risulta costituito da due parti divise da un canale: il Campo Vecchio e il Campo Nuovo, così denominati in riferimento alle fasi successive di costruzione. Il Campo è circondato da una doppia recinzione alta due metri, da torrette e garitte ogni 50 metri ed è illuminato da potenti riflettori. Alcune delle baracche destinate agli internati sono classificabili come edifici a corridoio (m. 32 x m. 6), contenenti letti a castello con pagliericci; altre, costruite nel Campo Nuovo, si differenziano per le dimensioni (m. 46,90 x m. 11,50 e m. 56,91 x m. 11,52) e per la presenza di latrine e lavatoi all'interno: la capienza di queste baracche è di 250/320 persone. Non è possibile stabilire con precisione il numero di prigionieri presenti nel Campo nell’estate del ’43, valutabile, in via ipotetica tra le 4.500 e le 5.000 unità.
8 settembre 1943. Occupazione militare del Campo di Fossoli da parte dei nazisti, attratti da un'area con strutture di prigionia già collaudate e dalla posizione geografica, che rende Fossoli un comodo snodo ferroviario. Il presidio italiano di comando viene arrestato e i prigionieri progressivamente trasferiti nei Lager del Reich. A seguito del decreto emanato il 30 novembre ’43 dal ministro degli Interni G. Buffarini-Guidi il Campo di Prigionia n° 73 diventa "Campo di concentramento provinciale per ebrei" in attesa di essere trasferiti nei Lager del nord Europa, gestito dalla Prefettura di Modena e ufficialmente attivato il 5 dicembre. Dopo tale disposizione viene utilizzato solo il Campo Nuovo, dove vengono internati ebrei e politici provenienti da rastrellamenti effettuati in varie parti d'Italia.
Febbraio – marzo 1944. Nella seconda metà di febbraio le autorità naziste avocano a sé la giurisdizione del Campo e la direzione italiana viene costretta a trasferirsi nel Campo Vecchio con i propri prigionieri politici. Il Campo Nuovo, ora gestito completamento dai tedeschi, diventa “Polizei – und Durchgangslager”, campo poliziesco di internamento e di transito per deportati politici e razziali dall’Italia. Nell'inverno del 1944 il Campo di Fossoli è, pertanto, articolato in due settori: il campo Vecchio, amministrato dalla Prefettura di Modena e gestito da italiani con prigionieri della R.S.I. non soggetti a deportazione: antifascisti, partigiani, detenuti comuni, genitori di renitenti alla leva, civili di nazionalità nemica; e il Campo Nuovo amministrato e gestito dai tedeschi con prigionieri ebrei e politici destinati alla deportazione. All'interno del settore, netta è la separazione tra le due tipologie di prigionieri: 8 baracche sono destinate agli ebrei e 7 ai politici, divise da una recinzione di filo spinato. Comandante del Campo è Karl Thito coadiuvato da Hans Haage; alloggiano, insieme ad un piccolo nucleo di SS germaniche, in una zona laterale del Campo Nuovo.
19 e 22 febbraio 1944. Prime partenze dalla stazione di Carpi di convogli ferroviari, l'uno composto da circa 150 prigionieri e destinato al Lager di Bergen-Belsen, l'altro diretto ad Auschwitz con un carico di 700 internati: ha inizio una serie di trasferimenti regolati da un meccanismo in cui nulla è lasciato al caso. Ad oggi si stima che tra il gennaio e l’agosto 1944 siano partiti dalla stazione di Carpi 8 convogli, cinque dei quali destinati ad Auschwitz. Sul primo diretto verso questa meta, il 22 febbraio, viaggia anche Primo Levi che rievoca la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine di Se questo è un uomo e nella poesia Tramonto a Fossoli.
5 aprile 1944. Partenza di 855 persone destinate ad Auschwitz.
16 maggio 1944. Partenza di un convoglio diretto verso i Lager del nord Europa, separato lungo il percorso per destinazioni diverse: 584 vengono deportati ad Auschwitz, 167 sono internati a Bergen-Belsen.
26 giugno 1944. Partenza di circa 1000 prigionieri per il Campo di Auschwitz; alcune centinaia vengono caricate alla stazione di Verona.
12 luglio 1944. Eccidio di 67 prigionieri del settore politico, perpetrato al Poligono di tiro di Cibeno (frazione di Carpi) come ritorsione dell'uccisione di 7 militari tedeschi a Genova.
Luglio 1944. Il comando tedesco occupa parte del Campo italiano determinando il suo scioglimento; gli internati sono inviati in Germania come "lavoratori volontari".
2 agosto 1944. Partenza dell'ultimo convoglio di internati alla volta dei diversi Lager nazisti. A causa dell’avvicimnarsi del fronte e dell’intensificarsi delle pressioni partigiane nella zona, la gestione e il controllo del Campo diventano difficile: il 2 agosto il comando tedesco decide la chiusura del Dulag e il suo trasferimento più a nord, a Gries, sobborgo di Bolzano. Si stima che siano passati da Fossoli circa 5000 deportati, di cui la metà ebrei: un terzo dei deportati ebrei del nostro paese transita per il campo di Fossoli
6 agosto - 29 novembre 1944. Il Campo Nuovo passa alle dipendenze della Direzione generale per l’ingaggio della manodopera per la Germania (Gba): il Campo raccoglie cittadini rastrellati, oppositori politici, uomini e donne da inviare al lavoro coatto nei territori del reich. In seguito ai bombardamenti il Campo viene trasferito a Gonzaga nel mantovano.
Il Campo dopo il 1945
Seppur nato dalle vicende belliche, nel dopoguerra l’utilizzo del Campo non si arresta e viene riadattato anche per scopi abitativi. Le trasformazioni fatte piegano le preesistenti strutture di prigionia alle nuove esigenze di vita quotidiana di una comunità civile, nascondendo in parte i segni più evidenti del Dulag. Si ritiene che siano originali la muratura delle baracche e la posizione delle strutture superstiti.
Agosto 1945 – maggio 1947
Centro di raccolta profughi stranieri
Dopo la fine della guerra il Campo Nuovo viene utilizzato dalla Questura di Modena come Centro di raccolta per prigionieri, profughi, collaboratori del passato regime ed anche ebrei reduci dai lager in attesa del rimpatrio. Al 1946 il Campo Vecchio risulta già demolito e l’area destinata ad uso agricolo.
Maggio 1947 – agosto 1952
Nomadelfia
Il 19 maggio del il sito è occupato 1947 da Don Zeno Saltini, che vi insedia l'Opera Piccoli Apostoli, da cui nascerà la comunità di Nomadelfia per da bambini abbandonati e orfani di guerra, fondata occupò una parte dell'ex Campo di Fossoli per realizzarvi una città della fratellanza. Nel 1952 la comunità si trasferisce a Grosseto.
1954 – 1970
Villaggio San Marco
L’Opera assistenziale profughi giuliano-dalmati ottiene l’area dell’ex Campo Fossoli per i propri assistiti, famiglie di profughi italiani provenienti dai territori dell’Istria passati sotto il controllo della repubblica Jugoslava
Il progetto di recupero
L’attenzione prodotta dall’apertura del Museo Monumento al deportato (1973) e lo stato di abbandono e degrado in cui si trovava il Campo alla chiusura del Villaggio san Marco spinsero l’Amministrazione di Carpi a richiedere allo Stato l’acquisto dell’area dell’ex Campo di Fossoli, che fu concessa solo nel 1984 "a titolo gratuito". Dopo una fase di riflessione, il difficile problema del recupero del sito è oggi improntato, sulla base degli orientamenti individuati dalla Fondazione ex Campo Fossoli, ad interventi di rispetto e salvaguardia del sito storico. Dal 2001 è in atto un lavoro di recupero, mantenimento e conservazione dell’area che tiene conto anche delle nuove modalità ed esigenze di fruizione dei luoghi della memoria. Nel 2004, grazie al contributo del Ministero della Difesa e al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, è stata completata la ricostruzione filologica di una delle baracche del settore ebrei: l’ala ovest è stata destinata ad attività didattiche, esposizioni, iniziative culturali; nell’ala est è allestita una mostra permanente storico – documentaria che ripercorre la complessa storia del campo e indaga la costruzione della memoria della deportazione nel dopoguerra.
Dai pieghevoli della Fondazione ex Campo Fossoli (1995 e 2010), Carpi (MO). (www.fondazionefossoli.org).