L'espresso

Ebrei – Auschwitz, Idaho

Era un campo di addestramento per nazisti. Un miliardario l’ha acquistato e lo ha trasformato in un centro di documentazione sui diritti umani. Intitolato ad Anna Frank.

di Wlodek Goldkorn

Idaho è uno strano posto nel nordovest degli Usa, uno Stato dove il 99 per cento della popolazione è bianco e protestante, come in un’America di 150 anni fa. Nell’Idaho dunque, un tale Richard Butler, californiano, 82 anni bel portati, aveva messo su un campo di addestramento per la sua milizia della Nazione ariana. Torrette di guardia, baracche dormitori per i miliziani, bandiere con la svatstica, e una libreia con scaffali pieni di edizioni del Main Kampf di Adolf Hitler e di simile spazzatura nazista. Del campo del signor Butler, in cui si teorizzava la lotta contro “l’oppressione sionista” e si farneticava sul “complotto ebraico universale”, non si sarebbe probabilmente mai parlato (in fondo è roba per pochi matti) se non fossero accaduti due fatti. Anzi, tre. Il primo. Un giorno tre guardie armate del campo, fermano un’automobile che passa accanto alla staccionata. Ne tirano fuori i passeggeri: la signora Victoria Keenan e suo figlio Jason, li picchiano poi gli sparano addosso. Per fortuna i due sono solo feriti. A questo punto accade il secondo fatto: il tribunale ordina a Butler di risarcire le vittime con la somma di 6 milioni di dollari (più di dodici miliardi di lire). Di conseguenza: la Nazione ariana fallisce e il campo è in vendita. Lo rileva, ed eccoci al terzo fatto, Greg Carr, un miliardario locale che ha fatto i soldi con Prodigy, un servizio internet, e che odia i razzisti e i nazisti. E cosa fa Carr? All’inizia pensa di bruciare tutto: le baracche, le bandiere, i libri. Poi decide diversamente. Trasforma il luogo in un centro di documentazione per i diritti umani. E lo intitola ad Anna Frank, la bambina ebrea olandese, autrice del diario simbolo della Shoah. Gli abitanti dell’Idaho hanno già raccolto un milione di dollari per questa impresa. Che ripete, esattamente, il modo con cui i luoghi di sofferenza indicibile come Auschwitz, Buchenwald, Dachau, Treblinka (altro che la farsa della Nazione ariana) sono stati trasformati nei musei. Ed è un bene che la lezione di Auschwitz funzioni. Anche nel lontano Idaho.

Da L’espresso on line, 8 marzo 2001, per gentile concessione

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