Speciali Epoca

La vera storia di due foto straordinarie. Furono scattate da un prigioniero di un Sonderkommando legato alla Resistenza

di Jean-Claude Pressac

Una squadra del Sonderkommando del crematorio V, mentre, nell'estate del 1944, alimenta con i cadaveri una fossa di incenerimento

Un gruppo di donne, inidonee e destinate all'esecuzione, mentre si spogliano ai limiti della boscaglia

Queste due foto, fra le sole quattro realizzate nelle vicinanze di un crematorio in attività, sono note. Oggi è possibile raccontarne la storia con precisione. Nell'estate 1944, alcuni membri del Sonderkommando del crematorio V ricevettero, dalla resistenza del campo, una piccola macchina fotografica del tipo Minox (recuperata nelle baracche dei beni confiscati ai deportati) alla fine di tentare di raccogliere prove sulle corvées che erano loro imposte, quali l'evacuazione dei cadaveri dalle camere a gas ed il loro incenerimento nelle fosse esterne, dato che il forno del crematorio V non era abbastanza efficiente. Il Sonderkommando danneggiò il tetto catramato delle camere a gas del crematorio V e ne chiese la riparazione. Una squadra volante, della quale faceva parte David Szmulewski,  detenuto ebreo immatricolato e membro della Resistenza, intervenne per riparare i danni. Egli trasportava un contenitore a doppio fondo nel quale era nascosta la macchina fotografica. Non appena i detenuti -operai furono sul tetto, SzmuIewski passò la macchina ad un compagno, membro del Sonderkommando che lavorava alla fossa di incenerimento e che si trovava lungo la facciata nord delle camere a gas, sotto la sporgenza del tetto. Il detenuto entrò nella camera a gas nord, passando dalla porta in quel momento aperta. Qui, poteva agire in tutta sicurezza dato che i cadaveri erano appena stati portati via dalla stanza. Fece due foto dei suoi compagni mentre alimentavano una fossa di incenerimento coi cadaveri. Poi, con la macchina nascosta nella mano destra, usci e costeggiò la facciata nord, andando verso est. Giunto alla fine della costruzione entrò nel bosco che iniziava proprio lì e vi si inoltrò per una trentina di metri. Davanti al crematorio, verso sud, un gruppo di donne “inidonee”, destinate alla prossima esecuzione con i gas, si stavano spogliando. Alcune erano già nude, a poca distanza dalle altre. Era impossibile poter usare normalmente la macchina come fatto in precedenza, portandola all'altezza degli occhi. Da una certa distanza per non farsi notare, scattò la prima foto alle donne, tenendo il braccio destro lungo il corpo e la macchina fotografica in mano. Fece poi una seconda foto nello stesso modo. Mentre la prima aveva ben inquadrato il gruppo delle donne e l'estremità superiore di un camino del crematorio, la seconda inquadra solo i rami degli alberi. Tornando sui suoi passi, il detenuto raggiunse il crematorio, ne costeggiò la facciata nord fino alle camere a gas. Szmulewski lo osservava di nascosto, controllando che nessuna SS lo vedesse dalle torrette. Il membro del Sonderkommando gli diede la macchina e Szmulewski la ripose nel fondo del contenitore. Le foto uscirono dal campo e furono consegnate alla Resistenza polacca a Cracovia. Dato che, dopo la Liberazione, non è stato possibile rintracciare il detenuto autore delle foto (fu probabilmente ucciso dopo la rivolta del Sonderkommando del 7 ottobre 1944), David Szmulewski divenne l'unico sopravvissuto di quanti parteciparono all’operazione.              

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