Riflessioni  di studenti

dell'Istituto Erasmo da Rotterdam di Sesto S. Giovanni

1. Antonella   classe 1^ C  liceo linguistico - a.s. 1991/92

      Ho sentito parlare di cose ridicole che i tedeschi facevano fare ai loro prigionieri, solo per metterli in ridicolo, per cercare di non farli sentire uomini, ma persone diverse, inferiori... Io mi chiedo solo una cosa: erano tante le persone che all'epoca sapevano che cosa stava accadendo all'interno dei campi di concentramento, ma perché nessuno ha fatto niente? Non posso credere che tutti fossero d'accordo. È stato versato troppo sangue, sono morte troppe persone innocenti, che non si possono neanche contare. Ma per queste persone non è stato fatto niente, anzi, alcuni hanno già dimenticato, altri non hanno capito niente. Parlo dei "naziskin", fanatici ultrà che dicono di essere fascisti solo per farsi vedere e per portare un po' di scompiglio.


                    Anna Frank                    

 2. Antonello  classe 1^ C liceo linguistico - a.s. 1991/92

    L'antisemitismo è sfociato in una forma esasperata di razzismo, per la quale tutto era concesso anche le uccisioni in massa di innocenti. … Colpevoli non furono solo i nazisti e i loro capi, ma anche tutto il popolo tedesco, che pur sapendo si rese complice di tanti assassini. Solo pochi prigionieri sono riusciti a sopravvivere e a ritornare dai loro cari. Questi superstiti in diverse forme, con resoconti e opere, si sono assunti il compito di far conoscere la realtà dei campi di sterminio e di comunicare alle nuove generazioni, in modo che non sia mai dimenticata. Purtroppo anche oggi sorgono nuove tendenze razziste che ci devono far riflettere. La nostra ragione deve spingerci a rifiutare ogni forma di razzismo, perché esso non possa impadronirsi di un intero popolo e portare a un'altra tragedia.


3. Luca     classe 1^ C  liceo linguistico - a.s. 1991/92

    Recentemente, a scuola, abbiamo avuto un incontro con una persona che è stata rinchiusa, seppur per poco tempo, in un campo di concentramento nazista… I filmati e le foto che ha mostrato sono stati da me abbinati alla lettura del libro "Se questo è un uomo" di Primo levi e alla visita che un paio d'anni fa ho fatto a un lager nazista in Francia. Sono state esperienze che mi hanno colpito ... Non mi riesce proprio di capire come l'uomo possa scendere a tali livelli di disumanità e follia. Purtroppo ... vi sono sempre stati combattimenti, prima per la sopravvivenza, poi per cause sempre più varie e incomprensibili ... Ma se anche si volesse considerare "spiegabile" un'assurdità come la guerra, non si può veramente giustificare la lucida follia, il sadismo, la crudeltà che contraddistinguevano i nazisti… La cosa che più mi preoccupa e fa riflettere è che questo assurdo fenomeno del nazismo - razzismo non è sparito ma, anzi, sta tornando a riproporsi sempre più forte… Un'altra riflessione che mi suggerisce questo fenomeno è che i neonazisti non sono dei veri fanatici della dottrina hitleriana ... ma se la prendono ora con extracomunitari, ora con ragazzi che portano la kefja, ora con stranieri di varie nazionalità, ora con i tifosi della squadra di calcio opposta alla loro ...dobbiamo fare in modo di evitare che nuovamente l'uomo ricada negli stessi crudeli errori del passato.


4. Deborah    classe 3^ A liceo sociopsicopedagogico a.s. 1994/95

     Ho avuto la fortuna di partecipare ad un “pellegrinaggio” (così lo chiamava la nostra guida) in Germania e Austria, organizzato dal gruppo ANED di Sesto San Giovanni…Lo scopo era quello di visitare i campi di sterminio: Dachau, Ebensee, il sacrario di Gusen, con le fotografie, i nomi e le date di nascita e di morte di ogni persona ... Il castello di Hartheim, il luogo per me più agghiacciante. Qui venivano fatti esperimenti su corpi umani e qui quel giorno ci hanno fatto ascoltare un nastro dove erano registrate le voci dei familiari delle vittime di questo luogo, che raccontavano fatti, vicende avvenuti in passato. Racconti impressionanti, esperimenti su bambini handicappati e poi lasciati morire.. . A Mauthausen c’è stata una vera e propria cerimonia al monumento italiano... Le manifestazioni in occasione dell’anniversario della Liberazione sono avvenute in mattinata; nel pomeriggio abbiamo visitato le celle, le camere a gas e i forni crematori, il ricco museo documentario e per finire la “scala della morte”... . Questa scala oggi è molto più praticabile, ma un tempo era più ripida e difficoltosa da scendere e salire, specie con un grave peso sulle spalle ... Un grazie e un affettuoso bacio a tutte queste persone che hanno arricchito positivamente la mia vita interiore, facendomi comprendere tante e tante cose. Un ringraziamento, infine, all’ANED e all’Amministrazione Comunale di Sesto San Giovanni.


5. Silvia  classe 1^ C liceo linguistico - a.s. 1991/92

    La deportazione: sono pochi quelli che si rendono conto che l'argomento non si esaurisce in una paginetta del libro di storia da imparare a memoria e da dimenticare alla fine della scuola. I campi di concentramento sono una realtà che non sta in una paginetta!  È lì che sono morte milioni di persone: uomini - donne e bambini. E noi? Siamo capaci di guardare oltre la storiella o evitiamo il discorso perché troppo forte per i nostri gusti? È sbagliato e ipocrita dire che sarebbe Inutile rimuginare sa questi fatti, perché tanto è finito tutto, anzi, è un modo codardo di affrontare una realtà "scomoda" per la nostra coscienza.  lo e la mia classe abbiamo saputo ascoltare e abbiamo scoperto sentimenti nuovi: alcuni belli e altri meno belli che ci hanno comunque aiutato a crescere. Per pochi istanti abbiamo condiviso quei sentimenti e ci siamo sentiti vicini a chi ha tanto sofferto in quei campi. Chi ce lo ha permesso? semplice: la scuola, l'ANED (Associazione Nazionale ex deportati) e il Comune stesso di Sesto S. Giovanni con la Mostra che ha ospitato dei disegni di Terezín. A noi è bastata un'ora soltanto, un'ora tolta sì allo studio ma guadagnata come lezione di vita. Bisogna vivere nel nostro presente, mantenendo sempre vivo il ricordo di ciò che è accaduto perché esso ci permetta di vivere una vita migliore, da persone capaci di apprezzare in se stessi e negli altri ogni minima cosa.


Anna Frank con un'amichetta ad Amsterdam

 

 6. Serena classe 1^ C liceo linguistico - a.s. 1991/92

    … Questa tematica l'ho seguita leggendo alcuni libri, guardando qualche film, ma sentirne parlare da chi è stato veramente in un campo è una cosa talmente diversa che ti colpisce perché ti meravigli che sia ancora vivo, che ne riesca a parlare con tante persone e che ogni anno vada in quei posti in cui ha passato i momenti più brutti della sua vita. Se prima credevo di essere impotente di fronte a un problema come questo, adesso dopo aver ascoltato il sig. Zilli credo che qualcosa, seppur piccolo, si può ancora fare. Possiamo non dimenticare quello che c'è stato detto e dirlo alle persone che verranno dopo di noi. Se invece vogliamo dimenticare è perché sapere certe cose dà fastidio alla nostra coscienza facendoci sentire colpevoli. Io mi sento in colpa non per quello che i tedeschi hanno fatto agli ebrei e a tutti i deportati, ma per quello che facciamo noi a chi ha vissuto l'esperienza del lager nazisti  sottovalutando o ignorando il dolore che hanno provato nei campi di concentramento. Mi lascia turbata il fatto che tra un po' di tempo ci saranno ancora meno persone testimoni diretti di quelle atrocità sopravvissute alla spersonalizzazione a cui sono stati sottoposti. Bisogna fare tesoro degli errori degli altri, per evitare di ripeterli anche in forma minore. 

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