Diario

Come vincemmo Adolf Hitler

La guerra è iniziata. L’ombra della Germania nazista e delle forze dell’Asse si estende su Europa, Nord Africa e Pacifico. Geografia della liberazione, del nerissimo autunno 1942 fino all’avanzata alleata della primavera 1945.

di David Bidussa

Autunno - inverno 1942.

Nell'autunno 1942 l'espansione delle forze dell'Asse si attesta al suo livello massimo. L’Europa intera è di fatto sotto il suo dominio. Se si eccettuano Spagna e Portogallo, che mantengono un’ambigua neutralità, si può dire che tutta l'Europa continentale e gran parte di quella insulare sono direttamente controllate. Lo stesso vale per tutta la costa mediterranea dell'Africa. Nelle due settimane comprese tra la fine di ottobre e la prima decade di novembre lentamente si rovescia la situazione. Nei primi giorni di novembre le forze anglo-americane sbarcano ad Algeri, Casablanca e Orano. È la costruzione della testa di ponte che tra novembre 1942 e giugno 1943 espelle le forze dell'Asse dal Nord Africa, dopo che tra l'ottobre e il novembre 1942 la battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942) ha segnato il momento di maggior avanzata verso est delle forze dell'Asse. Inizia lentamente il ripiegamento verso Tripoli (che verrà liberata dagli Alleati il 23 gennaio 1943). Contemporaneamente, dopo l'ultimo balzo delle truppe dell'Asse verso il Caucaso, tra la fine dell'estate 1942 e il.febbraio 1943, si consuma la battaglia di Stalingrado (14 settembre 1942 - 22 febbraio 1943) che segna l'inizio del definitivo ripiegamento delle forze dell'Asse. Nel novembre 1942 per il timore di perdere il controllo della Francia meridionale, le truppe tedesche invadono il territorio della Francia di Vichy. Fallisce il sogno di Pétain di poter ricostruire una Francia rinnovata e autonoma all'interno dell'Impero nazista e di far parte del «Nuovo ordine europeo».

Primavera 1943.

Nel corso della primavera si consuma il ritiro e la sconfitta delle potenze dell'Asse sulle coste del Mediterraneo africano. Nella Tunisia meridionale si crea l'ultima testa di ponte delle forze italo-tedesche decise a contrastare l'avanzata degli Alleati. La battaglia, che dura per circa due mesi tra il marzo e il maggio 1943, si risolve con la capitolazione delle forze dell'Asse. Si apre così il fronte italiano che sarà aperto ufficialmente con lo sbarco in Sicilia degli Alleati avvenuto il 10 luglio 1943. Sul fronte orientale l'avanzata sovietica è ancora lenta: gran parte dell'Ucraina è ancora saldamente in mano alle forze dell'Asse. Per tutto l'inverno 1944 si mantiene il fronte che da Leningrado si snoda tra il Don e il Dniepr. L’Ucraina e le repubbliche baltiche di Lettonia, Estonia e Lituania sono ancora saldamente in mano all'Asse. Gran parte della popolazione appoggia ancora le forze dell'Asse. Tra aprile e maggio 1943 si svolge la rivolta del ghetto di Varsavia, l'ultima grande rivolta repressa dalle truppe dell'Asse con la certezza di controllare ancora il territorio.

Autunno - inverno 1944.

L'avanzata degli alleati lungo la penisola italiana è ripresa dopo la lunga battaglia di Montecassino (gennaio - maggio 1944). Gli alleati entrano a Roma il 4 giugno del 1944. Il 6 giugno è il D-Day, il «giorno più lungo» della guerra. È lo sbarco in Normandia forse l'assalto per mare più numeroso e imponente di tutta la guerra. Improvvisamente il fronte si restringe e improvvisamente la guerra sembra ritirarsi. La testa di ponte in Normandia apre il fronte occidentale e alleggerisce la pressione a est. Gli Alleati liberano velocemente la Francia. Il 18 agosto il generale De Gaulle entra da trionfatore a Parigi mentre l'avanzata prosegue. Il 3 settembre 1944 è liberata Bruxelles, il 4 settembre Anversa. Sembra un'avanzata inarrestabile e veloce verso Berlino, ma il 20 settembre le truppe americane subiscono una prima sconfitta sul Reno e dopo la conquista di Aquisgrana (21 ottobre 1944) il fronte di fatto si stabilizza. In dicembre avviene la controffensiva tedesca nelle Ardenne che segna l'ultima grande sfida tedesca all'avanzata anglo-americana sul fronte occidentale. Contemporaneamente, sul fronte orientale a partire dall'estate 1943, le truppe sovietiche avanzano fino all'aprile 1944 e riconquistano la Crimea, l'Ucraina, e giungono fino ai confini con la Polonia. Il rovesciamento del fronte occidentale e la rapida avanzata in Occidente contribuiscono anche a sgretolare il sistema di alleanze dell'Asse nei Balcani. Il 25 agosto la Romania dichiara guerra alla Germania, seguita dalla Bulgaria (8 settembre 1944). Il 3 ottobre 1944 è liberata Atene. Il 21 ottobre è la volta di Belgrado. Il 4 settembre la Finlandia firma un trattato di pace con l'Urss.

Fine marzo 1945.

Dopo un lungo inverno che segna l'arresto di tutti i fronti e la fine della controffensiva tedesca sulle Ardenne (arrestata il 16 gennaio 1945), il 7 marzo 1945 le truppe anglo-americane passano il Reno. In Italia all'inizio di aprile prende avvio l'ultima battaglia che conduce all'insurrezione generale del 25 aprile e alla definitiva liberazione dall'occupazione nazista. A est l'Armata rossa libera Budapest all'inizio di febbraio. Vienna è liberata il 13 aprile 1945. Il primo maggio 1945 le truppe alleate iniziano la battaglia di Berlino. Il 7 maggio la guerra in Europa è finita.

La geografia dei campi.

La geografia dei campi distingue tra campi di concentramento il cui scopo era la detenzione, lo sfruttamento delle capacità lavorative dei prigionieri (politici o militari delle potenze considerate come la negazione del nazismo, essenzialmente i sovietici e, dopo il settembre 1943, anche i militari italiani) e campi di sterminio il cui scopo era invece l'uccisione in massa dei prigionieri. Non necessariamente le strutture erano geograficamente distinte. Talora si trattava di parti distinte dello stesso complesso che funzionavano per scopi diversi. Auschwitz ne è l'esempio più articolato. I campi di sterminio in senso stretto furono sei e furono aperti nella Polonia occupata tra il 1941 e il 1942. Due di questi centri - Auschwitz-Birkenau e Majdanek - erano nati come campi di concentramento anche per i prigionieri di guerra. Chelmno, Sobibòr, Treblinka e Belzec vennero aperti esclusivamente per funzionare come fabbriche della morte. Questo non significa che uccisioni di massa, anche con camere a gas e forni non siano avvenute in altri campi. Camere a gas e forni si trovavano anche a Mauthausen, campo collocato vicino a Linz, in Austria; a Sachsenhausen, un campo collocato a 35 km a nord est di Berlino; a Neuengamme vicino ad Amburgo; a Natzweiler-Struthof a 48 km a sud di Strasburgo; a Theresienstadt, a 56 km a nord di Praga; a Dachau, situato a 15 km a nord est di Monaco di Bavera; alla Risiera di San Sabba alla periferia di Trieste.

La guerra del Pacifico.

Dopo una prima fase espansiva che si stabilizza nel 1942, lentamente il fronte dell'attacco giapponese si sgretola. La battaglia che segna il cambiamento o, almeno, la fine dell'ondata di avanzamento giapponese che aveva contrassegnato la prima fase della guerra è quella delle Isole Midway (2-7 giugno 1942). Le perdite ingenti subite dai giapponesi indicano un primo elemento di crisi che viene confermato dalle battaglie successive che si combattono nell'isola di Guadalcanal (7 agosto 1942-7 febbraio 1943), mentre il 21 gennaio 1943 le truppe giapponesi vengono scacciate dalla Nuova Guinea. L'avanzata delle truppe americane prosegue per tutto il 1944. Alla fine del 1943, sono conquistate le Marshall; il 15 giugno gli americani vincono all'isola di Saipan nelle Marianne. Nell'ottobre 1944 (22-26 ottobre) si svolge l'ultima grande battaglia navale tra americani e giapponesi. I giapponesi ne escono sconfitti, la loro flotta è annientata, ma nel corso della stessa battaglia si sperimenta una nuova forma di combattimento: si manifesta infatti allora per la prima volta il fenomeno dei «kamikaze». Nel febbraio 1945 inizia l'occupazione americana delle Filippine (il 4 febbraio è liberata Manila). In aprile inizia l'attacco a Okinawa, l'ultimo baluardo difensivo del Giappone. Okinawa cade in giugno. In agosto Hiroshima (6 agosto) e Nagasaki (9 agosto) subiscono il bombardamento atomico. Il 2 settembre, a bordo della corazzata americana Missouri, viene firmato l'atto di capitolazione del Giappone.

La guerra è dunque finita. I conti diranno che a lungo questa lunga guerra sui fronti più vari, sotto i bombardamenti, e «passati per il camino», o negli stenti, si sono perduti 50 milioni di esseri umani .

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da «Diario del mese», 21 gennaio 2005, per gentile concessione

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