Diario
Come
vincemmo Adolf Hitler
La guerra
è iniziata. L’ombra della Germania nazista e delle forze dell’Asse si
estende su Europa, Nord Africa e Pacifico. Geografia della liberazione, del
nerissimo autunno 1942 fino all’avanzata alleata della primavera 1945.
di David Bidussa
Autunno - inverno 1942.
Nell'autunno 1942
l'espansione delle forze dell'Asse si attesta al suo livello massimo. L’Europa
intera è di fatto sotto il suo dominio. Se si eccettuano Spagna e Portogallo,
che mantengono un’ambigua neutralità, si può dire che tutta l'Europa
continentale e gran parte di quella insulare sono direttamente controllate. Lo
stesso vale per tutta la costa mediterranea dell'Africa. Nelle due settimane
comprese tra la fine di ottobre e la prima decade di novembre lentamente si
rovescia la situazione. Nei primi giorni di novembre le forze anglo-americane
sbarcano ad Algeri, Casablanca e Orano. È la costruzione
Primavera 1943.
Nel corso della primavera si
consuma il ritiro e la sconfitta delle potenze dell'Asse sulle coste del
Mediterraneo africano. Nella Tunisia meridionale si crea l'ultima testa di ponte
delle forze italo-tedesche decise a contrastare l'avanzata degli Alleati. La
battaglia, che dura per circa due mesi tra il marzo e il maggio 1943, si risolve
con la capitolazione delle forze dell'Asse. Si apre così il fronte italiano che
sarà aperto ufficialmente con lo sbarco in Sicilia degli Alleati avvenuto il 10
luglio 1943. Sul
fronte orientale l'avanzata sovietica è ancora lenta: gran parte dell'Ucraina
è ancora saldamente in mano alle forze dell'Asse. Per tutto l'inverno 1944 si
mantiene il fronte che da Leningrado si snoda tra il Don e il Dniepr.
L’Ucraina e le repubbliche baltiche di Lettonia, Estonia e Lituania sono
ancora saldamente in mano all'Asse. Gran parte della popolazione appoggia ancora
le forze dell'Asse. Tra aprile e maggio 1943 si svolge la rivolta del ghetto di
Varsavia, l'ultima grande rivolta repressa dalle truppe dell'Asse con la
certezza di controllare ancora il territorio.
Autunno - inverno 1944.
L'avanzata
degli alleati lungo
la
penisola italiana è ripresa dopo la lunga battaglia di Montecassino (gennaio -
maggio 1944). Gli
alleati entrano a Roma il 4 giugno del 1944. Il 6 giugno è il D-Day,
il
«giorno più lungo» della guerra. È lo sbarco in Normandia forse l'assalto
per mare più numeroso e imponente di tutta
la
guerra. Improvvisamente il fronte si restringe e improvvisamente la guerra
sembra ritirarsi. La testa
di
ponte in Normandia apre il fronte occidentale e alleggerisce la pressione a est.
Gli Alleati liberano velocemente la Francia. Il 18 agosto il generale De Gaulle
entra da trionfatore a Parigi mentre l'avanzata prosegue. Il 3 settembre 1944 è
liberata Bruxelles,
il
4 settembre Anversa. Sembra un'avanzata inarrestabile
e
veloce verso Berlino, ma il 20 settembre le truppe americane subiscono una prima
sconfitta sul Reno e dopo la conquista di Aquisgrana (21 ottobre 1944) il fronte
di fatto si stabilizza. In dicembre avviene la controffensiva tedesca nelle
Ardenne che segna l'ultima grande sfida tedesca all'avanzata anglo-americana sul
fronte occidentale. Contemporaneamente, sul fronte orientale a partire
dall'estate 1943, le truppe sovietiche avanzano fino all'aprile 1944 e
riconquistano la Crimea, l'Ucraina, e giungono fino ai confini con la Polonia.
Il rovesciamento del fronte occidentale e la rapida avanzata in Occidente
contribuiscono anche a sgretolare il sistema di alleanze dell'Asse nei Balcani.
Il 25 agosto la Romania dichiara guerra alla Germania, seguita dalla Bulgaria (8
settembre 1944). Il 3 ottobre 1944 è liberata Atene. Il 21
ottobre è la volta di Belgrado. Il 4 settembre la Finlandia firma un trattato
di pace con l'Urss.
Fine
marzo
1945.
Dopo
un lungo inverno che segna
l'arresto di tutti i fronti e la fine della controffensiva tedesca sulle
Ardenne (arrestata il 16 gennaio 1945),
il
7 marzo 1945
le
truppe anglo-americane passano il Reno. In Italia all'inizio di aprile prende
avvio l'ultima battaglia che conduce all'insurrezione generale del 25 aprile e
alla definitiva liberazione dall'occupazione nazista. A est l'Armata rossa
libera Budapest all'inizio di febbraio. Vienna è liberata il 13 aprile 1945. Il
primo maggio 1945 le truppe alleate iniziano la battaglia di Berlino. Il 7
maggio la guerra in Europa è finita.
La
geografia dei campi.
La geografia dei campi
distingue tra campi di concentramento il cui scopo era la detenzione, lo
sfruttamento delle capacità lavorative dei prigionieri (politici o militari
delle potenze considerate come la negazione del nazismo, essenzialmente i
sovietici e, dopo il settembre 1943, anche i militari italiani) e campi di
sterminio il cui scopo era invece l'uccisione in massa dei prigionieri. Non
necessariamente le strutture erano geograficamente distinte. Talora si trattava
di parti distinte dello stesso complesso che funzionavano per scopi diversi.
Auschwitz ne è l'esempio più articolato. I campi di sterminio in senso stretto
furono sei e furono aperti nella Polonia occupata
tra
il 1941
e
il 1942. Due di questi centri - Auschwitz-Birkenau e Majdanek - erano
nati
come campi di concentramento anche per i prigionieri di guerra. Chelmno,
Sobibòr, Treblinka e Belzec vennero aperti esclusivamente per funzionare come
fabbriche della morte. Questo non significa che uccisioni di massa, anche con
camere a gas e forni non siano avvenute in altri campi. Camere a gas e forni si
trovavano anche a Mauthausen, campo collocato vicino a Linz, in Austria; a
Sachsenhausen, un campo collocato a 35 km a nord est di Berlino; a Neuengamme
vicino ad Amburgo; a Natzweiler-Struthof a 48 km a sud di Strasburgo; a
Theresienstadt, a 56 km a nord di Praga; a Dachau, situato a 15 km a nord est di
Monaco di Bavera; alla Risiera di San Sabba alla periferia di Trieste.
La guerra del
Pacifico.
Dopo una prima
fase
espansiva
che
si stabilizza nel 1942, lentamente il fronte dell'attacco giapponese si
sgretola. La battaglia che segna il cambiamento o, almeno, la fine dell'ondata
di avanzamento giapponese che aveva contrassegnato la prima fase della guerra è
quella delle Isole Midway (2-7 giugno 1942). Le perdite ingenti subite dai giapponesi
indicano un primo elemento di crisi che viene confermato dalle battaglie
successive che si combattono nell'isola di Guadalcanal (7 agosto
1942-7
febbraio 1943), mentre il 21 gennaio
1943
le
truppe giapponesi vengono scacciate dalla Nuova Guinea. L'avanzata delle truppe
americane prosegue per tutto il 1944.
Alla fine del 1943, sono conquistate
le
Marshall; il 15 giugno gli americani vincono all'isola di Saipan nelle Marianne.
Nell'ottobre 1944 (22-26 ottobre) si svolge l'ultima grande
battaglia navale tra americani e giapponesi. I giapponesi ne escono sconfitti,
la loro flotta è annientata, ma nel corso della stessa battaglia si sperimenta
una nuova forma di combattimento: si manifesta infatti allora per la prima volta
il fenomeno dei «kamikaze». Nel febbraio
1945 inizia
l'occupazione
americana delle Filippine (il 4 febbraio è liberata Manila). In aprile
inizia
l'attacco a Okinawa, l'ultimo baluardo difensivo del
Giappone.
Okinawa cade in giugno. In agosto Hiroshima (6
agosto)
e
Nagasaki (9
agosto) subiscono il bombardamento atomico. Il 2 settembre, a bordo della
corazzata americana Missouri, viene firmato
l'atto
di
capitolazione del Giappone.
La guerra è dunque finita. I
conti diranno che a lungo questa lunga guerra sui fronti più vari, sotto i
bombardamenti, e «passati per il camino», o negli stenti, si sono perduti 50
milioni di esseri umani
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da «Diario del mese», 21 gennaio 2005, per gentile concessione |