Così il Parlamento ha approvato l’istituzione del
Giorno della Memoria. D’accordo tutti (o meglio: quasi)
di Goffredo De Pasquale
L’elenco delle proprietà sequestrate è lungo. Si apre con
uno spazzolino da denti per bambino e con un paio di pantofole usate e va
avanti, riga dopo riga, pagina su pagina, con meticolosità burocratica,
orgoglio di un meccanismo efficiente messo in piedi e reso operante dal fascismo
per discriminare, isolare e contribuire a eliminare migliaia di cittadini
italiani colpevoli di essere ebrei. Ē l’esempio di quanto è stato fatto
dagli impiegati, sollecitato dagli intellettuali per volontà dei politici
espressa «in questa stessa aula in cui stiamo parlando, anche dal banco da dove
sto parlando io in questo momento, qualcuno si è levato in piedi gridando,
inneggiando alle leggi razziali e alla loro difesa. 351 su 351 hanno detto “Sì”
con furore, passione e con un grande applauso! In questa aula!».Nell’intervento che Furio Colombo tiene alla Camera dei
Deputati il 27 marzo del 2000 si fa riferimento all’approvazione delle leggi
del 17 novembre 1938, una delle pagine più buie della storia parlamentare.
Sessantadue anni dopo si discute sull’istituzione di un Giorno della Memoria,
proposto dal deputato aostano, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni
del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi
nazisti. Sono giornate intense, di ripensamento e di pubbliche ammissioni,
quelle che si succedono nella primavera dell’Anno Santo, ma anche di
manifestazioni contro il governatore della Corinzia Jörge Haider che sempre più
frequentemente compare nel Nordest (si paventa una visita anche alla risiera di
San Sabba) per esternare i suoi convincimenti.Papa Giovanni Paolo II, in visita in Israele, giovedì 24
appoggiandosi al Muro del pianto inserisce tra le pietre un bigliettino di
perdono per le colpe di cui Santa Romana Chiesa si è macchiata nei confronti
del popolo ebraico durante il fascismo. Il presidente Carlo Azeglio Ciampi,
venerdì 25, di fronte al sacrario che ricorda la strage delle Fosse Ardeatine,
ammonisce: «La memoria dell’abisso, nel quale la superbia e l’odio hanno
precipitato l’uomo, ci dia la forza e la fede di costruire la pace. Mai più
Shoah, mai più eccidi».Il testo in esame a Montecitorio, composto da 2 articoli, è
firmato da Colombo (Ds) assieme a Elio Palmizio (Fi), Simone Gnaga (An), Maria
Chiara Acciarini (Ds) e Vittorio Voglino (Ppi). Diego Novelli (Ds), in qualità
di relatore, ricorda che l’iniziativa ha sempre registrato l’attenzione di
gruppi politici diversi, fin dalla presentazione, avvenuta il 10 febbraio 1997,
di una mozione sottoscritta da 138 deputati in cui la data della ricorrenza
suggerita era quella del 16 ottobre, giorno in cui nel 1943, rammenta Novelli,
«unità delle SS tedesche coadiuvate da italiani che avevano scelto come
simbolo della loro ragion d’essere il teschio della morte, circondarono il
ghetto di Roma dando avvio all’arresto, alla deportazione ed infine allo
sterminio di 1007 nostri compatrioti di origine ebraica. Nella proposta di legge
in discussione si è scelto invece un altro giorno altrettanto significativo, ma
che ha il pregio di andare oltre i confini nazionali: è la data del 27 gennaio,
giorno in cui, nel 1945, sono stati abbattuti i cancelli di Auschwitz e che ha
assunto ormai nella storia europea un valore emblematico».Uno degli obiettivi principali della proposta è «far sì
che il Parlamento italiano» dichiara Elio Palmizio nella seduta del 27 marzo,
«riconosca il tragico errore che commise nel 1938, approvando leggi inique
contro i suoi stessi elettori ebrei».«Per chiarire, però, per quale motivo sia importante il
ricordo della Shoah, vorrei leggere alcune righe molto chiare e che io condivido
totalmente di un piccolo libro scritto da Annette Wiervorka, che s’intitola Auschwitz
spiegato a mia figlia. Si tratta del tentativo di una madre ebrea di
spiegare ad una bambina di 13 anni cosa è stato il campo di concentramento di
Auschwitz, dove buona parte della sua famiglia è morta. Dice: “Lo studio del
genocidio degli ebrei, per le sue enormi dimensioni, rappresenta appunto
un’inesauribile fonte di riflessione che tocca tutti gli aspetti
dell’esistenza e della storia degli uomini. Per questo il genocidio viene
menzionato continuamente, ad esempio nella vita internazionale. Dopo la seconda
guerra mondiale, si è riflettuto molto su come impedire crimini simili a quelli
commessi contro gli ebrei e questo ha fatto progredire il diritto. Oggi si sta
cercando di creare una Corte di giustizia internazionale permanente per
giudicare quelli che compiono crimini contro l’umanità».L’idea che anima la legge è anche quella di far fronte
all’assenza di una memoria collettiva – riscontrata in fatti brutali
accaduti in più ambiti della vita pubblica italiana segnata da un uso sempre più
frequente di espressioni e di arti volgari e offensivi – sollecitandola con
elementi positivi. «Sarà un giorno nel quale ricordare le vittime della
persecuzione politica, della deportazione», scrivono i firmatari nella
relazione che accompagna la proposta, «e il coraggio esemplare di quanti hanno
rischiato o dato la vita per opporsi alla persecuzione razziale e per la vita
dei perseguitati, un coraggio che a volte si è manifestato anche tra le file di
coloro che avrebbero dovuto essere persecutori». Furio Colombo, nel prendere la
parola subito dopo Palmizio, cita il caso di Giorgio Per lasca e quello del
questore di Fiume. «Ho qui il libro che probabilmente è considerato il
maggiore testo di ricostruzione storica di quanto è avvenuto nell’olocausto
italiano: The Italians and the holocaust, opera di una studiosa
americana, Susan Zuccotti, della Columbia University, che ricostruisce in
dettaglio ciò che accaduto in Italia dal 1938 al 1945. Se scorrete l’elenco
dei nomi ne trovate almeno 500 niente affatto distinguibili per fede politica e,
persino, per ruolo, che sono tra coloro che hanno difeso, che hanno lottato, che
hanno impedito, che hanno salvato (…) Uomini come Giorgio Per lasca e come il
questore di Fiume, Giovanni Palatucci - che è morto a Dachau, dopo aver
lavorato per anni da questore, restando al suo posto persino all’inizio della
Repubblica di Salò per non mostrare che avrebbe abbandonato coloro che fino a
quel momento aveva protetto e salvato – devono essere il punto di riferimento
e di ricordo per pensare che, se c’è stato un mare di burocrazia, di
silenzio, di opportunismo, di viltà, di carrierismo, di occasioni per
approfittare di una legge folle, di un comportamento vile, di crollo di moralità
nelle istituzioni, di un ripiego di questo Paese verso una ferita che avrebbe
potuto sfregiarlo per sempre, altri italiani, indipendentemente da ciò in cui
credevano, dalla divisa che vestivano in quel momento e dalla funzione pubblica
che svolgevano, si sono battuti affinché quel che stava per accadere non
accadesse».Pur esprimendosi, a nome di An, favorevolmente sulla proposta
in discussione e condannando il regime mussoliniano («Sui concetti di nazione e
di libertà il fascismo voleva accreditarsi come secondo Risorgimento, ma nel
1925 il fascismo ha tolto la libertà agli italiani e nel 1938 ha fatto il
resto, apportando una ferita al corpo della nazione difficile da cicatrizzare»),
Paolo Armaroli, invece, propone delle «piccole modifiche» al testo «prendendo
spunto dal disegno di legge che i senatori Giulio Terracini , Giuseppe Vegas ed
Ettore Rotelli di Forza Italia hanno di recente presentato al Senato sullo
stesso argomento». Il deputato di An vorrebbe estendere il ricordo alle vittime
di «tutte le ideologie oppressive», manifestatesi «prima, durantee dopo la guerra1939-1945». Su questo tema, il 28 marzo, il dibattito
che precede la votazione si fa aspro. Con tono concitato e veemente il filosofo
Lucio Colletti (Fi), pronto anche allo scontro fisico, dichiara: «Sono
antifascista dal 1941 e ho vivissime nel ricordo le impressioni, che furono
fondamentali per il seguito della mia vita, provate davanti a filmati che
documentavano per la prima volta i crimini di Auschwitz, di Birkenau, di
Mauthausen e così via. Quindi, se qualcuno osasse contestarmi su questo
terreno, io replicherei prima che con gli argomenti, con gli schiaffoni. Detto
ciò, mi domando perché mai insistiamo in questo gioco insostenibile che tende
a fare dei crimini del nazismo un unicum, una cosa che non ha paragone e perché
– venendo all’argomento – se dobbiamo dedicare un giorno alla memoria,
oltreché alla Shoah, non rivolgiamo questa memoria anche alle centinaia di
migliaia di prigionieri italiani in Russia, di cui il Governo russo si rifiutò
sempre di dare notizia alle famiglie e all’opinione pubblica italiana?».«A questo gioco vergognoso io non ci sto», conclude il
filosofo azzurro a cui fa subito eco il capogruppo di An, Gustavo Selva: «I
giovani non sarebbero compiutamente informati se nelle scuole di ogni ordine e
grado non venisse illustrata la storia degli orrori e dei delitti che furono
perpetrati, anche nei confronti di ebrei, in nome dell’ideologia comunista. Il
patto Ribbentrop-Molotov del 1939 fu un’intesa tra le due più devastanti
ideologie del ventesimo secolo per opprimere quanti si opponevano all’una e
all’altra delle due dittature del secolo scorso. (…) Vittime di una pulizia
etnica, fatta in nome dell’ideologia comunista, furono in Italia anche le
centinaia e centinaia di uomini, donne e bambini che finirono massacrati nelle
foibe carsiche». Le repliche, numerose, sono decise. Inizia Palmizio («Nessuna
parte politica può arrogarsi il diritto di usare lo sterminio di sei milioni di
individui per difendere tesi di partito o di schieramento»), chiude Giorgio La
Malfa del gruppo Misto-Rinnovamento Italiano: «Ricordare la Shoah non è
qualcosa che toglie rilevanza al ricordo che ciascuno deve avere del
totalitarismo e delle drammatiche conseguenze sulla vita collettiva e sulla vita
morale di questo secolo che le dittature hanno avuto, ma sarebbe molto grave se
non sapessimo distinguere il particolare grado di abominio cui è sceso l’uomo
nel momento nel quale ha scelto di colpire un altro uomo in ragione della sua
razza e della sua identità». La proposta di legge viene approvata con 443 voti favorevoli
e – unico caso di questa legislatura – nessuno contrario. Quattro gli
astenuti: sono Lucio Colletti, l’ex ministro della Difesa Cesare Previti,
l’ex ministro della Giustizia Filippo Mancuso, di Forza Italia, e l’ex
esponente della sinistra alternativa Giulio Savelli (editore assieme a Giuseppe
Paolo Samonà di Strage di Stato) eletto nelle file di Fi e poi passato
al Ccd. L’unanimità della Camera non trova immediato seguito nell’altro
ramo del Parlamento. Il 5 aprile in Commissione Affari Costituzionali del Senato
gli esponenti del Polo Renato Schifani e Giulio Maceratini lamentano un mancato
coordinamento con Montecitorio, visto che a Palazzo Madama si stanno già
discutendo due proposte in cui si ricordino «tutte le repressioni, politiche,
religiose e razziali».La stessa relatrice, Annamaria Bucciarelli (Ds), si mostra a
disagio fra assenso al testo approvato alla Camera e difesa del lavoro portato
avanti in Senato, al punto da mettere a disposizione il mandato del compito
assegnatole. Sempre alla I Commissione, infatti, oltre alla proposta del Polo,
è da sempre ferma quella presentata da Athos De Luca (Verdi) assieme ad altri
49 colleghi il 17 marzo del 1997. Questo gruppo di senatori aveva dato seguito
all’idea lanciata da Ricardo Franco Levi che, per primo in un intervento
pubblicato sul Giorno alla fine di febbraio del 1993, aveva suggerito al
Parlamento italiano di istituire una ricorrenza sull’argomento.Anche la discussione del 5 aprile non porta nulla, se non a
rinviare l’esame a dopo le elezioni regionali. Le critiche allo stop che la
legge ha subito si levano numerose. Michele Sarfatti sull’Unità del 7
aprile scrive: «Tutto questo gran daffare ha un’origine precisa: la volontà
di alcuni di pervenire ad un testo approvabile da tutti o quasi i parlamentari.
E, a ben vedere, proprio questa volontà è ciò che ha guastato e continuerà a
guastare la legge. Cosa vuol dire “accordo di tutti”? Se vi è (e vi è) chi
ritiene che arrestare un lattante a Roma e trasportarlo in Polonia affinché –
se non sul treno – muoia in una camera a gas rappresenti una «normale»
violenza politica o ideologica, perché chi è invece consapevole di quella
diversità deve accordarsi con lui? Il testo elaborato dal Senato esprime molto
bene sia la suddetta volontà sia l’annegamento della Shoah al quale essa
conduce. Per questo è da cestinare (…) Il testo approvato dalla Camera
afferma invece con nettezza l’esistenza della Shoah e i suoi caratteri
speciali. Anch’esso però paga un evidente pedaggio alla suddetta ricerca del
voto unanime: non contiene il termine fascismo, né quello Repubblica sociale
italiana. Così non indica l’ideologia del regime che introdusse la
legislazione razzista (non razziale) nella nostra penisola e che successivamente
consegnò gli ebrei arrestati a killer stranieri, né specifica che i deportati
politici erano oppositori del fascismo e del nazismo».Tre mesi dopo, il 5 luglio, anche la I Commissione del Senato
in sede deliberante approva il testo passato alla Camera, che ingloba le
proposte presentate da Athos De Luca e dai senatori del Polo e viene pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale del 20 luglio. Ē la legge n. 211 che così
recita:
Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio
, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, «Giorno della Memoria»,
al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali,
la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la
deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e
schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio
della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2. In occasione del «Giorno della Memoria» di cui
all’art. 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni
di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di
ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati
italiani e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro
dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia del nostro
Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.
L'Olocausto italiano nella
Rete
Parlamento Italiano. I siti
di Camera e Senato con schede di tutti i deputati e senatori e notizie
sulle attività parlamentari. http://www.parlamento.it
- Gli italiani e l'Olocausto. Una serie di libri sulla Shoah, tra cui The
italians and the Holocaust di Susan Zuccotti (con prefazione di
Furio Colombo), la maggiore opera sull'olocausto italiano. Prezzo su
Amazon.com: 20 dollari (senza spedizione). http://www.skalman.nu/bookstore-holocaust.htm
- Leggi razziali 1. I testi completi delle leggi razziali fasciste,
pubblicate in rete dall'Associazione Nazionale Miriam Novitch. http://www.romacivica.net/novitch/LeggiRaz/
- Leggi razziali 2. Articolo (con link ai testi originali)
sull'applicazione delle leggi razziali in Italia. http://www.menorah.it/articoli/storia/razz7.htm
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