Corriere della sera
«A
Sant'Anna una strage pianificata»
Processo
per tre ex ufficiali delle Ss - Il pm: non è stata una rappresaglia. Quattro
nuovi indagati
di
Marco Gasperetti
LA SPEZIA - Forse giustizia sarà fatta, 60 anni dopo, ma sarà fatta. Ieri i giudici militari di La Spezia hanno rinviato a giudizio tre ex ufficiali delle Ss sospettati di aver partecipato il 12 agosto del 1944 sulle colline della Versilia all'eccidio di Sant'Anna di Stazzema (560 civili massacrati, tra cui donne e bambini di pochi mesi) e hanno inquisito altri quattro ex ufficiali nazisti, fino a ora testimoni. Il processo si celebrerà nella città ligure il 20 aprile e tra le parti civili ci sarà anche la presidenza del Consiglio (dunque lo Stato italiano) che ieri ha presentato istanza. I tre a giudizio sono Alfred Schoneberg, Gerhard Sommer e Ludwig Sonntag, oggi pensionati ultraottantenni. Prosciolti per mancanza di prove altri due inquisiti: Werner Bruss e Georg Rauch. Il giup ha ordinato un supplemento di indagini a carico di un sesto ex nazista, Heinrich Schendel: il giudice avrà cinque mesi di tempo per accertare se anche lui partecipò al massacro. Probabilmente i tre ex ufficiali nazisti non saranno i soli ad essere giudicati. Ieri i magistrati hanno aperto un secondo procedimento contro altri quattro ex nazisti, tra i quali l'ex sottotenente Mathias Alfred Concina, 85 anni, oggi ricoverato in una casa di riposo. Interrogato in Germania, Concina non solo ha confermato di essere stato il giorno dell'eccidio a Sant'Anna, ma ha anche fatto il nome del suo comandante: Gerhard Sommer, uno dei tre incriminati. Il pm Marco de Paolis, che per anni ha ricostruito indizi e prove ed ha ascoltato decine di testimonianze, ieri davanti al gip ha descritto Sant'Anna come un massacro deciso a mente fredda e pianificato, "non una rappresaglia, ma un'azione criminale studiata nei minimi particolari", ha detto. Non sono escluse altre sorprese, perché dopo anni di omertà, escono nuovi particolari. Come la quasi probabile complicità di una decina di italiani, forse gente del posto, che guidò i nazisti fino al paesino dell'Alta Versilia e partecipò all'eccidio. Ieri mattina gli imputati tedeschi non erano presenti in aula e quasi certamente non lo saranno il 20 aprile al processo. Se condannati non sconteranno neanche un giorno di galera perché troppo vecchi. "Ma non importa. A noi, che quel giorno lo abbiamo vissuto, ci basta che siano trovati i responsabili e puniti, anche solo simbolicamente. Non per vendetta, ma per giustizia, nel ricordo di quelle vittime innocenti", dice Ennio Mancini, responsabile del museo storico della Resistenza di Sant'Anna e uno dei pochi superstiti all'eccidio. "L'impianto accusatorio ha retto", ha detto il procuratore militare de Paolis, ma non ha escluso una eventuale impugnazione per i tre prosciolti. "Leggerò le motivazioni, poi deciderò se ricorrere", ha detto.
Il
Corriere della Sera -
13 gennaio 2004