Corriere della sera

«Ebrei più intelligenti, lo dice il Dna» 

Lo studio che divide l’America - I due autori: «Le persecuzioni subite hanno reso gli ashkenaziti più acuti» - Rivolta della comunità scientifica: «Tesi pericolosa e razzista»

di Alessandra Farkas

NEW YORK - «Oppenheimer, Einstein, Freud, Marx, Kafka, Bellow, Levi-Strauss, Allen, Dylan: la storia degli ultimi duecento anni è costellata da una miriade di scienziati, pensatori e intellettuali ebrei», recita il controverso studio intitolato The Natural History of Ashkenazi Intelligence. «Nonostante gli ebrei costituiscano un mero 0,25% della popolazione mondiale e solo il 3% di quella Usa - prosegue - essi rappresentano il 27% di tutti i premi Nobel e il 50% dei campioni mondiali di scacchi». Il motivo? «Gli ebrei hanno un quoziente di intelligenza più elevato, a causa delle continue persecuzioni che li hanno costretti ad affinare l'intelletto per sopravvivere», replicano gli autori del saggio, Henry Harpending e Gregory Cochran. I due studiosi dell' Università dello Utah che l'estate scorsa hanno sollevato un vespaio, spedendo a varie riviste scientifiche Usa la loro ricerca dove sostengono che la presunta superiorità intellettuale degli ebrei ha una base genetica. Ma quella che all'inizio sembrava solo l'ennesima querelle medico-scientifica destinata al dimenticatoio, ha finito per scatenare un furioso dibattito negli Stati Uniti dopo la decisione della prestigiosa casa editrice Cambridge University Press di pubblicare lo studio sia online, sia nel suo bimestrale Journal of Biosocial Science entro l'anno prossimo. L'annuncio ha conferito autorevolezza istantanea ad uno studio screditato da dozzine di storici, evoluzionisti ed esperti di Dna, ma al quale la stampa ufficiale - dal New York Times all'Economist - ha accordato uno spazio inaspettatamente ampio. Forse imbaldanziti dai riflettori, Harpending e Cochran hanno deciso di tornare all'attacco, premendo l'acceleratore sugli aspetti più controversi del loro studio. «Nel Dna degli ebrei ashkenaziti c'è la prova della loro intelligenza superiore - dichiarano i due studiosi al New York Magazine, che dedica loro la copertina del suo ultimo numero - Le malattie genetiche tipiche degli ebrei ashkenaziti, quali il Tay-Sachs e il Niemann-Pick, sono collegate e anzi responsabili dell'intelletto superiore di tali soggetti». Per suffragare la loro tesi, i due citano uno studio di Steven Walkley, neuroscienziato all'Albert Einstein College of Medicine, che mostra un aumento notevole di dendrite - i trasmettitori dei neuroni - nel tessuto cerebrale di individui affetti da Tay-Sachs e Niemann- Pick. «Nel percorso genetico-evolutivo, l'intelligenza degli ebrei si è sviluppata in tandem con certe malattie genetiche - teorizzano - come risultato della discriminazione subita nei ghetti dell'Europa medievale». Senza quella auto-difesa cromosomica, ipotizzano i due ricercatori, gli ebrei ashkenaziti non sarebbero mai riusciti a sopravvivere. «Soprattutto se si considera che gli unici mestieri che erano autorizzati a svolgere nell’Europa medievale, dove l'usura era vietata ai cristiani -mercante, esattore delle tasse, banchiere -, richiedevano doti matematiche e un quoziente d’intelligenza superiore alla media». Ma la tesi è confutata dall’establishment scientifico americano come «pericolosa» e «razzista». «È scienza da strapazzo - punta il dito Harry Ostrer, capo del programma di genetica umana della New York University - non in quanto provocatoria, ma piuttosto perché si tratta di pessima genetica e ancor peggiore epidemiologia». Molti temono l'uso strumentale dello studio da parte degli ideologi dell'estrema destra, che cercano una giustificazione scientifica alle loro tesi razziste sin dai tempi lontani di Louis Agassiz. Quando il noto biologo elaborò le famigerate «tipologie razziali» alla base della schiavitù, nel 1850. «Il risvolto della medaglia è chiaro  punta il dito lo storico Sander Gilman -: l'intelligenza degli ebrei è alla base della paranoia anti-semita sin dal sedicesimo secolo, quando Lutero affermava che i dottori ebrei erano così intelligenti, da aver ideato un veleno che poteva uccidere un cristiano in meno di un giorno». E se i bambini ebrei spesso finiscono per essere i primi della classe, concordano storici, antropologi e genetisti, il motivo è un altro. «Se dovessi scegliere tra geni ebrei e madri ebree, sceglierei queste ultime - afferma David Goldstein, direttore del Center for Population Genomics and Pharmacogenetics alla Duke University - Sono loro che hanno dato vita alle tante barzellette sull'intelligenza degli ebrei». Come quella, famosissima, usata anche da Woody Allen in un film: «Sai quando un feto ebreo diventa umano? Quando si laurea in medicina ». 

Dal Corriere della sera19 ottobre 2005

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