Corriere della sera

Se Pierino Porcospino ha il ghigno del Führer

Satira inglese contro i tiranni dell’Asse: Hitler morsicato, il Duce cade in mare

Francoforte 2005 – Ritrovata la feroce parodia antinazista nata per l’infanzia e per informare la popolazione

di Ranieri Polese

Fra i molti libri sul Terzo Reich alla Fiera di Francoforte che si apre mercoledì 19, ce n'è uno tutto da ridere. S'intitola Struwwelhitler. A Nazi Story Book by Dok­tor Schrecklichkeit («Un libro illustrato nazista del Dottor Terrore»; il titolo si rifà al celebre Struwwelpeter che in Italia fu tradotto, Hoepli 1882, Pierino Porcospino), presentato dall'Autorenhaus Verlag di Berlino con una prefazione dello storico Joachim Fest. Sono undici storielline in rima (una in più dell'originale), che rifanno le crudeli filastrocche e i celebri disegni creati dal neurologo di Francoforte Heinrich Hoffman come regalo del Natale 1844 per il figlio Carl di 3 anni. Si tratta di un reprint del fascicolo (una ventina di pagine in carta povera e di piccolo formato) che i fratelli Philip e Robert Spence pubblicarono nell'estate 1941 per le edizioni del Daily Sketch, il quotidiano popolare a cui Philip collaborava. Fu un successo di vendite, con varie ristampe, i cui ricavati servirono per inviare generi di conforto al fronte e soccorrere le vittime dei raid aerei su Londra. Dopo qualche anno, dello Struwwelhitler si persero le tracce. Fu il pronipote di Philip Spence, Rory, a scoprirlo quattro anni fa nel museo dedicato a Pierino Porcospino a Fran­coforte. Il fascicolo era là, insieme a originali, edizioni rare e no, traduzioni, rifacimenti, parodie. Rory Spence riconobbe la copertina, un Hitler corrucciato con un cespuglio di capelli neri (Struwwelpeter significa «Piero dai capelli incolti»), le mani che grondano sangue, due fasce nere sulle maniche della divisa, con la svastica su quella di sinistra. 

Ridendo sotto le bombe. Nella primavera del 1941, anche se continuano i bombardamenti su Londra, il tentativo di invadere l'Inghilterra è fallito. Per questo, i due fratelli Spence decidono di aggiungere una undicesima storiella alle dieci dell'originale, The Story of Flying Hermann, in cui si mostra l'umiliazione di Hermann Goering, capo supremo della Luftwaffe. Ma la situazione resta drammatica: l'Inghilterra è sola a combattere contro Hitler. In questa atmosfera di sfida, i due fratelli Spence prendono disegni e strofe dell'originale Struwwelpeter e li adattano alla situazione. Dal loro libretto esce fuori la galleria dei mostri del Terzo Reich. Hitler, naturalmente, il grasso e vanaglorioso Goering, il ministro della Propaganda Goebbels confidenzialmente chiamato Gobby, l'elegantissimo ministro degli Esteri von Ribbentrop ovvero Ribby, e Rudolf Hess, che il 10 maggio 1941 vola in Inghilterra. In ben due storie compare l'alleato italiano Musso, un Mussolini «mento in su e labbra imbronciate», smanioso di dimostrare a Hitler che anche lui è capace di compiere imprese eroiche. Nella favola del cacciatore che si addormenta è messa in ridicolo l'invasione italiana della Grecia: l'ariete greco prende a cornate il Duce, che scappa invocando l'aiuto di Hitler. Poi lo troviamo con la testa in aria che cammina con il passo romano e finisce per cascare nel Mare Nostrum. Sulla falsariga delle storielle originali, anche per il dittatore e i suoi gerarchi i castighi rispettano la legge del contrappasso. Il cattivo Adolf che frusta il cane Fritz finisce morsicato; a Goebbels «dalla penna avvelenata» l'Uomo Nero taglia i pollici; Gretchen, la fanatica giovane hitleriana che gioca con i cannoni, muore bruciata; Goering, che invece del burro vuole armi, creperà di fame. Seppure nelle rime obbligate delle filastrocche per bambini, il testo dei fratelli Spence contiene una serie di importanti informazioni su quanto in quel momento la gente comune in Inghilterra sapeva del regime nazista, La favola del cattivo Adolf ci racconta che Hitler ha fatto fuori i suoi ex compagni (le SA di Roehm) e che al popolo tedesco affamato (il povero cane Fritz) lui risponde con la minaccia di mandarlo «nel campo di concentramento di Dachau». Gretchen simboleggia le conseguenze disastrose del riarmo tedesco, inutilmente osteggiato dai gatti inglese e americano. Con Stalin che dipinge di rosso i tre nazisti che insultano il simpatico Bolscevico si allude al patto Molotov-Ribbentrop (23 agosto 1939). Ma c'è un Epilogo in chiusura del libro: ventidue mesi dopo, Hitler si risveglia e invade la Russia. Particolarmente significativa è la poesiola iniziale, vagamente brechtiana. Se nell'originale gli angeli custodi facevano scendere i regali ai bravi bambini, qui ci sono gli industriali che mandano giù armi, bombe, aerei da guerra e intanto manovrano come marionette Hitler e i suoi soldati. Così il libro viene dedicato «ai bimbi buoni, cioè quelli che hanno imparato bene a uccidere, mentire, fare la spia; a quelli di cui sia provata l'appartenenza alla razza ariana da 14 generazioni». I doni sono portati loro dai grandi capitalisti tedeschi. Loro si arricchiscono, dicono i fratelli Spence, «voi mangiate erba e trucioli». 

La fiaba e l'incubo. Struwwelpeter è insieme il libro per bambini più fortunato e più esecrato del mondo. Quello che ha avuto più traduzioni e imitazioni, e quello che per il suo sadismo ha attirato le più dure condanne dei pedagogisti. Anche se ha un posto fra i classici della letteratura per l'infanzia, il libretto di Hoffmann da tempo non ha più presa sul pubblico. Considerato il testo-simbolo dell'educazione repressiva, Struwwelpe­ter ha invece goduto di enorme successo fra gli psicoanalisti. Già Freud lo cita; ma è soprattutto Georg Groddeck che gli dedica approfonditi studi. Per Groddeck quelle favolette contengono, appena cifrate, tutte le figure delle pulsioni inconsce. Ma la lettura più celebre è quella di Theodor W. Adorno in Minima moralia (1951). A suo avviso, Struwwelpeter è il testo di formazione per una società autoritaria e predisposta al nazismo. Così, nell'aforisma 123 della terza parte, intitolato «Il cattivo compagno», Adorno rammenta i suoi compagni di scuola, teppisti ignoranti destinati a rivestire ruoli di comando nelle organizzazioni naziste. Dichiara che «l'avvento del Terzo Reich colse di sorpresa il mio giudizio politico, ma non la mia inconscia predisposizione angosciosa». E conclude: «Nel fascismo, l'incubo dell'infanzia è giunto a se stesso».

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ANTICIPAZIONE - E Stalin inzuppa i capi del Reich in un calamaio

di Joachim Fest

Pubblichiamo parte della prefazione scritta da Joachim Fest per lo «Struwwelhitler».

Fin dalla sua apparizione, lo Struwwepeter è il più fortunato libro per l'infanzia di tutti i tempi. Quelle favolette in rima, che il neurologo di Francoforte Heinrich Hoffmann pubblicò nel 1844 perché non aveva trovato per il figlio di tre anni un regalo di Natale adatto, andarono esaurite nel giro di pochi giorni. Già pochi anni dopo usciva la trentesima ristampa, e anche lo slogan pubblicitario dell'editore Loening di Francoforte, che quel libro era pensato per «l'utilità e il bene di tutte le cinque parti del mondo», non era la spacconata che inizialmente si riteneva che fosse. Molto presto, infatti, seguirono le traduzioni in inglese, olandese, danese, russo e poi venne anche l'edizione americana. (...) Un ruolo particolare ha giocato, soprattutto in Inghilterra, la figura dello Struwwelpeter tedesco-imperialista, che già molto prima della prima guerra mondiale faceva parte della stanza degli orrori della propaganda inglese contro i cugini del continente. (…) A questa tradizione si rifà nel 1941 lo StruwwelhitIer del Doktor Schrecklichkeit È chiaro che il finale terribile con cui si conclude ognuna delle storielle di Hoffmann gioca a favore dell'intento propagandistico dei due autori. Lo stesso Hitler appare come Zappeladolf (Adolf l'irrequieto, ndr), il che vuole anche sottolineare ed evidenziare l'aggressività che lo possedeva. Da un'altra parte lo si vede nelle vesti di oratore gesticolante, di tiranno spietato, che (c'è un'evidente allusione alla Notte dei lunghi coltelli), anziché ammazzare, come fa il cattivo Federigo, i suoi animali, stermina i suoi vecchi compagni. E ancora lo si vede strappare trattati, frustare la povera Marianna-Francia. Infine ricompare e distrugge tutto quello che gli capita tra i piedi. Minaccia di mandare i sudditi scontenti nei campi di concentramento. Atta fine appare sulla scena Nicolò-Stalin, che inzuppa uno dopo l'altro i gerarchi nazisti in un calamaio decorato con falce e martello, trasformandoli in bolscevichi. Il libro nasceva nel 1941, quando l’Inghilterra da sola cercava di opporsi allo strapotere di un Reich che già dominava praticamente tutta l'Europa, con l'intenzione di mettere in ridicolo Hitler e il suo regime. La satira, in realtà, uccide molto meno di quel che si pensa; però (...) aiuta non solo a sopportare gli orrori della guerra, ma anche a darsi una nuova fiducia. (...). Lo StruwwelhitIer non è altro che un prodotto secondario un po' grezzo della convinzione britannica che lo humour serva a superare anche i fatti del mondo più assurdi, così come le sfide della vita.

Dal Corriere della sera16 ottobre 2005

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