Corriere della sera

Altro che «leggenda nera», i gesuiti non furono mai antisemiti

Discussioni - Civiltà Cattolica risponde allo storico Kertzer sulle colpe del Vaticano: Pio XI in realtà fece pubblicare articoli contro il razzismo  

di p. Giovanni Sale S.I. della Civiltà Cattolica

Gli articoli della Civiltà Cattolica che il prof. Kertzer cita nella «Terza Pagina» del Corriere del 26 febbraio – va precisato per comprendere il senso – furono pubblicati in chiave anticomunista. La rivista combatté il giudaismo dal punto di vista religioso e successivamente sostenne, come molti cattolici (e anche liberali) di quel tempo, la tesi del complotto giudaico-massonico-bolscevico contro la società cristiana. Va ricordato però che gran parte dei membri (17 su 21) del Consiglio dei commissari del popolo creato da Lenin dopo il 1917, cioè il Governo del Paese, era costituito da ebrei. Da qui nacque e si consolidò la leggenda del binomio giudaismo-comunismo. Ē comprensibile quindi che la Chiesa, combattendo il bolscevismo e la dottrina atea che esso sosteneva, attaccasse allo stesso tempo anche il giudaismo. La rivista però modificò poi il suo antigiudaismo (che era cosa ben diversa dall’antisemitismo professato a quel tempo da molti intellettuali di destra e applicato subito dopo dai regimi totalitari) e per impulso di Pio XI, a partire dal 1934, pubblicò alcuni articoli contro l’antisemitismo razziale. Al prof. Kertzer che mi chiede: «Perché il p. Sale non ha detto nulla a proposito del silenzio di Pio XI nei confronti delle leggi razziali?», rispondo dicendo che, com’è noto, La Civiltà Cattolica fu l’unica rivista italiana che si oppose, già nell’agosto del 1938, alla legislazione emanata da Mussolini il 1° settembre 1938. Del resto anche dal nostro archivio risulta che l’autore degli articoli, il p. Antonio Messineo, fu contattato da un membro del Gran Consiglio del fascismo, il quale gli chiese di scrivere alcuni articoli contro le teorie razziste, che il Duce era in procinto di applicare anche in Italia, con  la speranza che essi potessero bloccare il progetto. Pio XI diede il suo assenso. Dopo che il primo articolo uscì il 4 agosto 1938, la questura di Roma intimò, alla tipografia che stampava allora la nostra rivista, di non pubblicare più scritti contrari alle teorie razziste, pena la chiusura dell’azienda. L’articolo condannava la teoria che riduceva la nazione alla razza, «difesa – scriveva il p. Messineo – con una ostinatezza e un fanatismo ideologico degno di migliore causa e con una povertà di argomenti […] da tutti gli scrittori che traggono ispirazione dal mito razzista della nuova Germania» (Civ. Catt. 1928 III 216). Qualche mese prima il p. Enrico Rosa (che pure in passato aveva assunto posizioni antigiudaiche, per motivi religiosi) pubblicò sulla rivista un articolo molto forte contro le teorie razziste divulgate in Germania. Egli vedeva come infatuazione o follia collettiva quelle teorie, che volevano esaltare «la stirpe o la razza germanica al di sopra di tutte le altre, come la più perfetta […]. Laddove tutte le altre stirpi del genere umano sarebbero ad essa inferiori, […] tutte da posporsi o asservirsi alla “grande Germania, ovvero anche da sterminarsi, come l’ebraica» (Civ. Catt. 1938 III 63). Vanno inoltre ricordati gli articoli che La Civiltà Cattolica pubblicò dopo l’adozione delle leggi razziali da parte del fascismo, anche in difesa dei «matrimoni misti» (cioè tra cattolici ed ebrei); quelle norme erano considerate da Pio XI lesive della dignità umana e, inoltre, del Concordato stipulato dall’Italia con la Santa Sede. Queste tesi sostenute dalla nostra rivista furono poi riprese da Pio XII già nella sua prima enciclica Summi Pontificatus. Durante l’udienza del 30 ottobre 1939 Pio XII chiese, al direttore della Civiltà Cattolica, di tenere presenti negli articoli successivi «gli errori condannati dall’enciclica, in particolare si difenda l’unità del genere umano contro i razzismo». Da questo punto di vista non c'è alcuna contraddizione tra il magistero di Pio XI e quello di Pio XII. Che la propaganda razzista in Germania e in Europa e le leggi razziali abbiano poi condotto all’Olocausto, come afferma Kertzer, è certamente vero, non vedo però quale legame ci sia tra questo tragico evento del secolo appena trascorso e la responsabilità della Chiesa a questo riguardo, che ha sempre denunciato l’antisemitismo e ha fatto di tutto per salvare da «morte certa» centinaia di migliaia di queste vittime. Sono gli stessi archivi statunitensi a scagionare oggi Pio XII da presunte «colpe» o inconfessate sue «connivenze con Hitler». I dispacci dell’Office of Strategic Services provano invece una realtà diversa. In uno di essi si dice che Pio XII è nemico della Germania, perché «ha ritenuto necessario intervenire a favore degli ebrei», e in un altro si legge: «I tedeschi promisero che il Papa non avrebbe più commemorato la sua incoronazione». Ma Kertzer sembra rimanere legato alla leggenda «nera» divulgata anche in opere teatrali e cinematografiche.

Dal Corriere della sera, 28 febbraio  2002

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