Documenti dell'ANED di Milano
I LAGER NAZISTI
In un primo tempo il
Lager (detto anche KZ, sigla gergale che sta per Konzentrazionslager) serviva
per la “rieducazione politica” dei cittadini colpiti dalla cosiddetta
“detenzione protettiva”, ambiguo termine con cui si dava ad intendere che li
mettevano al sicuro dalle “giuste rappresaglie del popolo”. Questa
“rieducazione” veniva attuata attraverso lavori umilianti e inutili,
regolati da una disciplina ferrea e vessatoria, che contribuiva alla
degradazione fisica e psicologica dei deportati. Poi, con la guerra, si pose il
problema della manodopera per le industrie belliche, dato che tutti gli uomini
validi erano stati precettati sotto le armi. Dai paesi invasi ed occupati
affluivano ogni giorno nei KZ sparsi per l’Europa, migliaia di deportati di
ogni nazionalità. Venne così la decisione di usarli come schiavi, manodopera a
portata di mano ed a bassissimi costi. Le SS avviarono una proficua attività
economica, “affittando”, con vantaggiosi contratti, migliaia di uomini e
donne alle principali industrie tedesche. I ritmi di lavoro erano infernali, le
condizioni ambientali e climatiche insopportabili, il vitto del tutto
insufficiente, la disciplina terribile. Un vero inferno, nel quale malgrado la
solidarietà, la forza d’animo e il coraggio di molti, la sopravvivenza media
del deportato era di pochi mesi. Chi poteva lavorare, veniva tenuto in vita al
limite delle sue capacità. I vecchi, i bambini, gli infermi venivano senza pietà
immediatamente uccisi nelle camere a gas. Negli oltre 1.600 KZ principali e
secondari, permanenti o provvisori, istituiti dai nazisti, caddero dal 1933 al
1945 oltre 11.000.000 di uomini, donne e bambini appartenenti a 23 nazionalità.
Di questi circa 6.000.000 erano ebrei. Sui Lager nazisti, sugli avvenimenti che
li hanno resi possibili, sugli orrori dei quali sono stati teatro, molto si
detto e scritto, ma ancora non si sa e forse non si saprà mai tutta la verità
di una tragedia che ha riscontro nella storia. Ma una cosa è certa: nei Lager
nazisti hanno cercato di uccidere l’uomo nell’uomo, per imporre
un’ideologia aberrante. Hanno causato distruzioni, sofferenze e milioni di
vittime. Ma non sono riusciti nel loro intento perché i valori della dignità
umana, della libertà e della democrazia sono i più forti; e la violenza,
nessuna violenza è capace di distruggerli. Occorre tuttavia meditare su una
storia che non può, non deve ripetersi e fare in modo che non si ripeta mai più.
ESTER
WEGEN
istituito già il4 marzo 1933 nella zona paludosa di
Pappenburg, al confine fra la Germania e l'Olanda. In effetti era un
"sistema" di diversi penitenziari trasformati in Lager dove i
prigionieri furono utilizzati in un primo tempo per lavori di prosciugamento.
Poi fu un centro di smistamento verso altri campi di lavoro forzato lungo le
coste norvegesi e baltiche.
DACHAU
istituito il 22 marzo 1933 nelle vicinanze di Monaco
di Baviera. È stato il primo campo "ufficialmente" annunziato dal
regime nazista, per accogliere dirigenti e funzionari dei partiti di
opposizione. Questo campo ospitò anche numerosissimi sacerdoti cattolici e
pastori protestanti.
SACHSENHAUSEN
istituito il 1 agosto 1936 a nord di Berlino
riassorbendo le istallazioni di Oranienburg operanti sin dal 1933. È stato
probabilmente il più grande campo nazista. Vi furono assassinati con un colpo
alla nuca migliaia di prigionieri russi. Da questo Lager furono prelevati gli
uomini che, rivestiti di divise dell'esercito polacco, furono poi uccisi in
quella finta violazione dei confini che costituì il pretesto per l'invasione
della Polonia. Vi si fabbricavano dollari e sterline false, vi si conducevano
repellenti esperimenti pseudo-medici.
BUCHENWALD
istituito il 15 aprile 1937 nelle vicinanze di Weimar, nella foresta che fu cara a Goethe. Originariamente concepito per 5.000 prigionieri, ne ospitava più di 80.000 verso la fine della guerra: una vera babilonia di lingue e di nazionalità. Non lontano nelle caverne del sottocampo DORA-MITTELBAU si fabbricavano i missili V2. Un comitato di resistenza interno organizzò l'insurrezione che permise di consegnare il campo già libero alle truppe alleate il 13 aprile 1945.
FLOSSENBURG
istituito il 3 maggio 1938 a nord-est di Norimberga.
Ad onta del sereno paesaggio nel quale venne inserito, fu un campo dove migliaia
di uomini di ogni nazionalità - fra cui molti italiani - trovarono la morte
per le sevizie, la fatica del lavoro, la fame, l'inclemenza del clima.
MAUTHAUSEN
istituito l'8 agosto 1938 nelle vicinanze di Linz, in
Austria, per sfruttare una cava di pietra alla quale si accedeva attraverso la
famigerata e terribile "scala della morte". A Mauthausen faceva capo
una costellazione di sotto campi - come Gusen, Ebensee, Steyr
-
dove furono deportati
molti italiani. Verso la fine della guerra, sotto l'incalzare delle armate
alleate, i nazisti sgombrarono da vari campi migliaia di deportati, e li
trasferirono con marce forzate a Mauthausen. Fu una vera ecatombe, l'ultimo atto
della tragedia del Lager.
NEUENGAMME
istituito il 1 settembre 1938 a trenta chilometri a
sud-est di Amburgo. Originariamente servì per far funzionare una fabbrica di
laterizi, usando la manodopera concentrazionaria, che fu impiegata anche in
lavori di bonifica nell'estuario dell'Elba. Poi sorsero nella zona fabbriche di
materiali bellici. Nel 1941 scoppiò, a causa del sovraffollamento, un'epidemia
di tifo, che costò la vita a migliaia di deportati.
RAVENSBRUCK
istituito il 1 maggio 1939 nelle vicinanze di Fürstenberg
a nord di Berlino. È stato il più grande campo femminile. Vi furono condotti
esperimenti pseudoscientifici ginecologici. Anche qui affluirono, verso la fine
della guerra, le superstiti delle tremende “marce della morte” provenienti
da altri campi, ormai inagibili perché minacciati dalla vicinanza delle
armate alleate.
STUTTHOF
istituito il 1 settembre 1939 non lontano da Danzica.
Ha fornito a numerosi comandi esterni migliaia di deportati che furono costretti
a lavorare nelle fabbriche della zona. Il clima, la denutrizione, la disciplina
e le esecuzioni in massa dettero anche a questo campo una triste celebrità.
AUSCHWITZ
costituito il 20 maggio 1940 presso Cracovia su
esplicito ordine di Himmler. Doveva poter ospitare almeno 100.000 persone. Venne
concepito sin dall'inizio come “campo di sterminio” e dotato delle
attrezzature necessarie cioè camere a gas e forni crematori. Ebbe il triste
primato
delle vittime: in maggior parte ebrei. Nei numerosissimi sottocampi, che
facevano capo al Lager principale, la manodopera coatta fu sfruttata in favore
di grandi industrie che vi avevano istallato i propri stabilimenti, che rimasero
in funzione finché le truppe russe, avanzando, non occuparono la zona
trovandovi poche migliaia di esseri ridotti in stato commiserevole.
GROSS ROSEN
istituito il 2 agosto 1940 a circa 60 chilometri da
Breslavia. Ad onta del suo nome poetico fu un campo duro, creato anch'esso per
lo sfruttamento di una cava di pietre. Ma ben presto sorsero anche intorno a
questo campo numerose fabbriche d'ogni genere, che "noleggiavano"
dalle SS la manodopera concentrazionaria. I sottocampi ed i comandi esterni
furono un centinaio.
NATZWEILER
STRUTHOF
istituito il 1 maggio 1941 a circa 50 chilometri da
Strasburgo dopo l'annessione dell' Alsazia Lorena al Terzo Reich. Nel dolce
paesaggio dei Vosgi questo campo doveva essere - nelle
intenzioni delle SS -
soprattutto “bello”.
Ciò non toglie che vi si condussero ributtanti esperimenti su cavie umane,
che vi funzionasse, in un civettuolo edificio rustico, una camera a gas.
MAJDANEK
istituito il 10 ottobre
1941 presso Lublino. È stato un altro dei più grandi Lager destinati, già
al momento della costruzione, a luogo adatto per lo sterminio di massa. Infatti
vi morirono 1.500.000 persone, in maggioranza ebrei. Le loro spoglie venivano
cremate, oppure sepolte in grandi fosse comuni.
CHELMNO
istituito l'8 dicembre 1941 fra Poznan e Varsavia. Fu
uno dei campi di sterminio concepiti e costruiti per questo scopo specifico, che
fu assolto con la solita meticolosità dalle SS. Nel momento in cui i nazisti
dovettero sgombrare e distruggere questo Lager, nella confusione del momento,
alcuni deportati riuscirono a sopraffare le guardie e mettersi in salvo
raggiungendo le formazioni partigiane che operavano nella zona.
BELZEC
istituito il 1 settembre 1941 sempre nel!a zona di
Lublino fu anch'esso un Lager della morte. Inizialmente vi fu attuato il
programma "Eutanasia" cioè della soppressione di infermi,
handicappati, vecchi, alienati mentali. Poi più di 600.000 persone, tra cui
moltissimi prigionieri di guerra russi furono brutalmente soppressi con ogni
mezzo.
istituito il 7 maggio 1942 sempre nella zona di
Lublino per assolvere gli stessi compiti degli altri campi similari, cioè per
portare a termine, nel modo più sbrigativo, la "soluzione finale del
problema ebraico". Anche a Sobibor circa 300 deportati insorsero con le
armi sottratte ai loro aguzzini, ma solo alcuni riuscirono a mettersi in salvo.
Gli altri furono fucilati sul posto.
TREBLINKA
questo campo di sterminio, istituito il 1 giugno 1942,
nelle lontane langhe della Polonia, fu teatro di una sanguinosa rivolta. La
sua sinistra fama è dovuta anche al fatto che vi furono assassinati più di un
milione di uomini, donne e bambini, in gran parte ebrei.
La sorte degli italiani
L’8 settembre 1943 quando l’Italia, avendo firmato
l’armistizio con gli Alleati cessò di combattere a fianco della Germania,
735.000 ufficiali, graduati e militari italiani furono disarmati dai nazisti ed
avviati ai campi di internamento nell’Europa orientale. Solo una minoranza,
forse del 5% aderì all’invito di aggregarsi alle forze armate naziste
continuando a servire e combattere nel nome di Mussolini. Gli altri subirono una
lunga, dura prigionia, privi della protezione delle norme internazionali,
trattati come traditori. 50.000 non hanno più rivisto le proprie case e
famiglie. Subito dopo, non appena costituita la Repubblica Sociale Italiana a
Salò, nazisti e fascisti scatenarono la caccia contro gli uomini della
Resistenza e gli ebrei. Furono creati dei campi di transito a Borgo S. Dalmazzo,
Bolzano e Fossoli. Da lì partivano i convogli diretti verso i grandi campi
dell’Est europeo. A Trieste, nei territori del cosiddetto Litorale Adriatico,
sottratti alla sovranità italiana, i nazisti istituirono il 10.10.43 un vero e
proprio campo di concentramento, nella Risiera di San Sabba, alla periferia
della città. Partigiani italiani e sloveni, inermi cittadini che semplicemente
non gradivano l’occupazione nazista e intere famiglie di ebrei furono
massacrati e cremati. Si calcola che le vittime fossero circa 5.000 ma altre
25.000 persone d’ogni condizione
vennero avviate ai campi di concentramento e di sterminio menzionati in queste
note.
Da La libertà e i suoi costi, quaderni a cura dell'ANED di Milano e della Provincia di Milano, 1991