AUGURI AL NUOVO PRESIDENTE

E’ senza dubbio motivo di soddisfazione per tutti gli scacchisti sardi l’elezione di Edoardo Buchicchio alla presidenza del Comitato Regionale Sardegna. La presenza alla guida del movimento scacchistico regionale di un dirigente di grande esperienza, che ha dato prova delle sue capacità, attraverso un’attività che copre un arco di tempo quasi trentennale, deve essere considerata un segnale positivo che farà sicuramente cambiare in meglio le sorti dello scacchismo in Sardegna.

La mia opinione, peraltro, è che nonostante le apparenze, il neopresidente si accinge a un compito che presenta alcune serie difficoltà, non privo di insidie che andranno affrontate con tutta la perizia di cui è in possesso. Per questo motivo, mi sento in dovere di segnalargli, in forma di brevissime considerazioni elaborate quasi a caldo, dopo alcuni giorni di riflessione su quanto accaduto nel corso dell’Assemblea Elettiva del 12 gennaio, alla quale ero presente, alcuni problemi che sicuramente incontrerà nel corso del suo mandato.

Si deve considerare, a mio avviso, in primo luogo, che l’elezione di Buchicchio avviene al termine di un periodo piuttosto lungo di immobilismo del Comitato, dovuto alla situazione creatasi in seguito alle dimissioni del Presidente Monni, alle quali i dirigenti scacchistici sardi non sono riusciti a dare una risposta efficace in tempi ragionevoli. Durante questo periodo di immobilismo, nel corso del quale sono stati fatti alcuni passi indietro rispetto ai grandi progressi e ai lusinghieri traguardi che il precedente Comitato aveva raggiunto attraverso alcuni anni di grandi sforzi, ha cominciato a manifestarsi, da parte di alcuni dirigenti scacchistici isolani, una sorta di malcontento legato all’esigenza di un rinnovamento nei contenuti e nei metodi dell’azione del massimo organo regionale, al fine di evitare il crearsi di situazioni di incertezza, di scarsa incisività e di dispersione delle energie legata a una insufficiente attività di programmazione.

In secondo luogo, alcuni degli elementi della situazione regionale (vedi per tutti, la diminuzione dei tesserati in alcune zone e la diminuzione di presenze ai tornei un po’ dappertutto, salvo qualche eccezione), rappresentano effettivamente un peggioramento e un problema da affrontare con decisione.

Ora, se mi è permesso fare un appunto benevolo, in chiave costruttiva, al discorso programmatico del neopresidente, pronunciato nell’Assemblea del 12 gennaio, mi sembra che Edoardo non abbia fatto il minimo cenno alla necessità di intervenire su questa situazione con iniziative mirate e programmate, anzi mi sembra che abbia cercato di minimizzare i termini della questione, che ad un osservatore attento come lui non possono non essere ben noti, descrivendo la situazione scacchistica sarda come una situazione tranquilla, in cui tutto va bene, tutti sono soddisfatti ed è solo necessario continuare sulla strada già intrapresa nel segno della continuità. Eppure solo alcuni minuti prima il suo concorrente candidato alla Presidenza, Franco Loi, aveva svolto un’analisi attenta e dettagliata dei punti di forza e di debolezza della situazione attuale, indicando metodi e rimedi per realizzare il miglioramento.

Sono sicuro che Edoardo, non appena avrà effettuato un esame della situazione più sereno e meno legato ai fattori contingenti, capirà che dovrà fare uso della qualità fondamentale che un Presidente deve avere, e cioè la capacità di unire. Il suo sforzo, nelle prime settimane del suo mandato, dovrà essere rivolto all’ascolto di tutte le componenti del movimento (dirigenti, giocatori, istruttori ed arbitri) e alla comprensione delle diverse istanze che già in passato sono state indirizzate al Comitato Regionale e che, per vari motivi, non necessariamente per cattiva volontà, non sono mai state esaminate a fondo. Se saprà fare questo, potremmo finalmente dire di aver fatto tutto il possibile per raggiungere nuovamente l’obiettivo di unire tutti gli scacchisti sardi sotto la stessa bandiera.

Non ritengo invece di dover fare osservazioni sulla parte operativa del discorso di Buchicchio, cioè le cose intende concretamente realizzare, aspettandolo alla prova dei fatti, anche se sinceramente sono un po’ perplesso sull’opportunità e sulla capacità della struttura organizzativa attuale di organizzare manifestazioni di alto livello nazionale ed internazionale, come, per esempio l’Open di Bastia, a cui ha partecipato negli ultimi anni e che pare averlo assai impressionato.

Bisogna dire che nell’assolvimento di questo compito, Edoardo Buchicchio può contare sulla vicinanza e sulla collaborazione di un Comitato composto da elementi validi. Vittorio Monni rappresenta la continuità, che costituisce il principio ispiratore del neopresidente, Tonino Manca ha dato prova negli ultimi anni di grande capacità di impegnarsi, soprattutto in certi settori di attività, secondo modelli innovativi, e Gaetano Cangianiello, pur essendo il più giovane, scacchisticamente parlando, del gruppo, sembra animato dall’entusiasmo giusto. Sicuramente non mancherà il dovuto affiatamento tra queste persone e sicuramente le cose prenderanno in breve tempo la giusta piega.

Concludo quindi queste mie brevi osservazioni sull’evoluzione della situazione scacchistica sarda in seguito all’importantissimo evento costituito dal cambio della guardia al vertice della dirigenza regionale, formulando a Edoardo Buchicchio i migliori auguri per il difficile compito che si accinge a intraprendere, nella speranza che tutto il movimento scacchistico possa, per merito della sua opera, raggiungere i traguardi che gli competono.

16-01-2002

Giovanni Mascia