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MONDIALE FIDE 2001

Il trionfo dell’Ucraina – Il titolo femminile ancora in Cina.

Quarta edizione del mondiale Knock-out, quarto nuovo campione mondiale. A parte il sistema singolare con il quale la FIDE ha deciso di assegnare il titolo mondiale, un torneo annuale tipo eliminazione diretta a 128 giocatori nella versione maschile ed a 64 giocatrici in quella femminile, questa manifestazione ha dimostrato un spiccata tendenza al "cambiare" campione ufficiale ogni anno. La prima edizione ha visto campione Karpov, la seconda Khalifman, la terza Anand e questa quarta edizione ha laureato Campione il diciannovenne GM ucraino Ruslan Ponomariov. Di tutto si è detto riguardo a questo evento, e spesso non a torto, manifestando da più parti la sua inadeguatezza a tributare il titolo al giocatore realmente più forte nel mondo oltre alla sua intrinseca "scarsa gestibilità" dal punto di vista sportivo squilibrando tutto a favore del lato "spettacolo" della manifestazione. E sul fatto che il sistema risulti essere singolare non ci piove: 128 giocatori alla partenza nel maschile e 64 giocatrici nel femminile. Tutti si incontrano in mini-match diretti di due partite a tempi "regolari". Qualora sussista la parità si spareggia con due partite semi-lampo e se necessario con due partite lampo. Sussistendo ancora la parità si utilizza una partita lampo così detta "Sudden Death" (morte immediata), ovvero il primo che vince elimina l’altro; se si pareggia passa il giocatore con il colore nero. Ad ogni partita di spareggio quale sia il metodo si aggiungono dieci secondi a mossa con il sistema di incremento Fischer. Assolutamente rapidissimi anche i tempi definiti "regolari": appena 1,30 ore a testa con il solito incremento Fischer di 30 secondi per mossa. Ulteriore complicanza: in caso di parità dopo le partite regolari gli spareggi avvengono immediatamente dopo. Solo nelle semi-finali (6° Round) le partite regolari salgono a quattro e nella finale ad otto. Un sistema all’apparenza crudele e selettivo, in realtà molto confusionario, e certamente molto spettacolare. A noi, però, viene anche naturale aggiungere: "poco scacchistico". E di questo parere sembrano essere anche altri, ovverosia i signori Kasparov e Kramnik, rispettivamente primo e secondo del rating mondiale, ma anche Suzsa Polgar, prima nel rating femminile, e la campionessa mondiale in carica, la cinese Xie Jun, che ha rinunciato a difendere il proprio titolo. Tutti questi personaggi hanno declinato l’invito alla partecipazione, e non sono assenze qualunque come si può notare. Per il resto ci sono un poco tutti, anche se più attratti dal notevole monte premi di oltre 2.000.000 di dollari, io credo. Altra colpa imputata a questo torneo è quella di essere definito "una lotteria" e di non essere in grado di selezionare realmente il giocatore più forte al quale tributare il titolo di Campione del Mondo. Ed anche in questo caso la cosa sembra indubitabile, e comunque il sistema di gioco non fa proprio nulla per smentire le dicerie, perché, a parte l’edizione precedente vinta da Anand e l’ovvia mancanza dei giocatori più quotati per auto-esclusione, mai ha vinto il giocatore con il rating più alto del torneo, che ci può anche stare, ma nemmeno il 2° il 3° ecc. ecc. Il torneo viene spesso vinto da colui che non ti aspetti. Questa edizione non farà eccezione. Critiche poi, questo mondiale ha senz’altro il record delle chiacchiere, anche per il sistema di selezione dei 128 partecipanti maschili e delle 64 femminili, chiamati parte in base al punteggio Elo, parte in base a nomine dirette della Presidenza FIDE o dei comitati continentali, parte in base a selezioni zonali e parte, udite, udite, in base alle risultanze di un discusso, per non dire aspramente criticato (tanto per cambiare), torneo di selezione su internet che ha dato otto posti di partecipazione. Insomma una selezione alla "un pò di tutto" anche questa non molto significativa per un torneo che ambisca a definirsi "mondiale". Ultima nota da citare, la FIDE ha annunciato che questa sarà l’ultima edizione annuale e che le prossime si svolgeranno con cadenza biennale. Evidentemente troppi i soldi necessari anche per il munifico Iljunzhinov, ma anche praticamente unico sponsor della manifestazione, per il mantenimento della cadenza annuale della manifestazione. Ma adesso passiamo all’evento vero e proprio. Si gioca a Mosca nella prestigiosa sala delle colonne al Kremlino dal 27 novembre 2001 al 23 gennaio 2002.

I° Round

Pronti, via…… e primi ruzzoloni. Il sistema di accoppiamento del primo turno vedeva la divisione dei giocatori per quote Elo con il sistema delle teste di serie dividendo i primi 64 giocatori ed accoppiandoli con i secondi 64 all’inverso, più o meno. In pratica Anand, primo per rating del tabellone, avrebbe giocato contro il n.128 del tabellone nella parte alta e via di seguito: il 2° contro il 127° e così via sino ad arrivare alla parte bassa del tabellone, la più equilibrata dove il 64° avrebbe giocato contro il 65° per ovvi motivi matematici. In realtà le cose non sono andate propriamente così perché Anand, n. 1, ha giocato contro Touzane, n. 124 ed uno dei qualificati "Internet", mentre è stato Morozevich, n. 3, a giocare contro Hzeliakov , n. 128 del tabellone senza Elo (!) ed altro internauta, mentre il n. 127, Shovunov, ha giocato contro Ivanchuk (n. 4), il n. 126, Sarthou, ha giocato contro Adams (n. 2) ed il n. 125, Kobese, contro Leko (n. 5). A parte queste anomalie il resto degli incontri si sono svolti nella maniera più matematica che ci fosse e come precedentemente segnalato. Primi ruzzoloni, dicevamo, ed importanti. Karpov, che aveva accettato clamorosamente la partecipazione al torneo rompendo il fronte dei "tre K" ed affermando di averlo fatto per volere riportare il titolo nella madre Russia e di sentirsi avvantaggiato per il motivo di giocare in casa, viene eliminato agli spareggi dal cinese Pengxiang, n. 113 del tabellone con 205 punti Elo in meno, dopo avere pareggiato le due partite regolari. Scarse qualità "profetiche" da parte del russo. Altra caduta fragorosa quella dell’inglese Nigel Short, n. 22, escluso dal torneo nelle partite regolari ad opera del GM argentino Campora, n. 107. Ma vanno a casa anche Bologan (n. 27) ad opera di Nataf (N. 102), Rublevsky (n. 33) ad opera di Nguyen Anh Dung (n. 96) agli spareggi, e Korchnoi (N. 45) ai mondiali grazie alla nomina presidenziale ed eliminato agli spareggi da Psakhis (n. 84). Altra dipartita immatura quella di quasi tutta la rappresentanza Statunitense. Escono praticamente tutti: Kaidanov (n. 53), Gulko (n. 57) Goldin (n. 64), Benjamin (n. 70), Alexander Ivanov (n. 80), Yermolinsky (n. 82), Christiansen (n. 83) e Dmitry Gurevich (n. 92). Sopravvive il solo Shabalov (n. 76) ma perché opposto in uno scontro fratricida a Kaidanov stesso. Qualche occhio nero anche tra i più titolati: Anand perde la prima partita regolare contro Touzane e deve ricorrere agli spareggi. Stessa cosa per Leko che perde la seconda regolare contro Kobese e per Kiril Georgiev che perde una partita regolare contro l’egiziano El Taher. Tutti ricorrono allo spareggio per passare. Qualche cosa di storto anche per Morozevich e Ivanchuk, costretti a vincere contro i rispettivi avversari , Hzeliakov e Shovunov, la seconda partita regolare perché bloccati sul pareggio alla prima. Fuori al primo turno anche i GM prodigio. Volokitin, 15 anni e n. 91, viene eliminato agli spareggi dal n. 38 Sakaev. Radjabov, altro quindicenne di ferro e n. 87, va fuori per spareggio ad opera del n. 43 Ehlvest. Fattaccio in questa occasione dove il giovane azero va a perdere per il tempo una delle partite lampo, dove l’arbitro si era "dimenticato" di attivare l’incremento di 10 secondi Fischer per mossa. Nulla da fare; protesta respinta e partita persa con relativo incontro. Gli spareggi rapidi sono stati ben 26 su 64 incontri (40,26%); un brutto segnale.

Anche nel torneo femminile qualche uscita immatura; la Stepovaia-Diachenko (n. 13) viene eliminata agli spareggi dall’indiana Mohota (n. 52) e Ketevan Arakhamia (n. 15) prende la via di casa agli spareggi a causa della lituana Ciuksyte (n. 50). Per il resto gli incontri sono risultati molto più equilibrati e sono state più o meno rispettate le grandezze costituite. Decisamente più basso il ricorso agli spareggi: solo 8 su 32 (25%).

II° Round

Altro giro, altre clamorose eliminazioni. Fuori Leko (n. 5) eliminato agli spareggi da Anastasian (n. 69). Fuori anche Judit Polgar (n. 18) ad opera dello svizzero Milov (n. 47) sempre dopo i famigerati spareggi. Fuori anche il buon Grischuk (n. 24), semifinalista della precedente edizione, mandato a casa addirittura nelle partite regolari dal connazionale Motylev (n.41). Fatica supplementare per Ivanchuk che deve eliminare il grintoso polacco Macieja (n.68) agli spareggi dopo avere patito una sconfitta nella seconda partita regolare a fronte della vittoria nella prima. Vita non facile nemmeno per Peter Svidler (n. 15) che opposto al lituano Sulskis (n. 79) va agli spareggi dopo una disperata vittoria nella seconda partita regolare diventata necessaria a seguito della secca sconfitta patita nella prima. Gli spareggi in questo secondo round sono stati necessari 14 volte su 32 incontri (43,75%), una percentuale in pericoloso aumento.

Nel torneo femminile cadono due importanti protagoniste: la Wang Pin (n. 4) viene eliminata nei tempi regolari da Elisabeth Paethz (n. 29). Anche Nana Ioseliani (n. 7) va fuori nei tempi regolari a causa della polacca Dworakowska (n. 39). Piccolo infortunio anche per l’affascinante Almira Skripchenko (n. 8) che deve ricorrere agli spareggi dopo avere subito una sconfitta nella seconda partita regolare ad opera della polacca Selinska (n. 25). Il ricorso agli spareggi nel torneo femminile continua ad essere assai scarso: 1 su 16 incontri (6,25%).

III° Round

In questo turno di clamoroso non accade molto. Le uniche cose da rimarcare sono l’uscita di Khalifman, n. 12 ed ex Campione del Mondo, ad opera di Joel Lautier (n. 21) che lo regola agli spareggi dopo due patte nei tempi regolamentari. Va fuori anche Van Wely (n. 13) eliminato da Ye Jiangchuan (n. 20) dalla Cina, che lo elimina nelle partite regolamentari. Fatiche supplementari per Anand contro Tkachiev (n.32), per Shirov contro Motylev e per Adams contro Svjaginsev (N. 34), tutti costretti al pareggio nelle partite regolari ed ad usufruire degli spareggi per passare il turno. Bareev (n.6) deve sudarsela anche di più, raddrizzando la sconfitta subita nella prima partita regolare con una tirata vittoria nella seconda, e passando poi agli spareggi. Tutto questo contro Sakaev, brutto cliente n. 38 del tabellone. Sette su sedici gli spareggi utilizzati in questo round (43,75%).

Tragiche cadute nel torneo femminile: escono Alisa Galliamova (n.1) eliminata con un secco 2-0 da Alexandra Kosteniuk (n. 17), e già si incomincia ad intravedere un qualche cosa di quello che succederà in seguito. La Kovalevskaya (n.3) va fuori ad opera della georgiana Khurtsidze (n. 14) che la manda fuori nelle partite regolari. Infine Alisa Maric (n.11) viene eliminata dalla cinese Hzhu Chen, semi-sconosciuta ma accreditata del 6° posto del tabellone e di un gioco brioso. Necessari gli spareggi per regolare l’incontro. Tre su otto sono risultati gli spareggi utilizzati. (37,5%).

IV° Round

Dopo la grande selezione dei turni precedenti si entra nel vivo. Anand riesce a regolare senza bisogno degli spareggi il russo Dreev. Svidler elimina Adams dopo un drammatico spareggio. Tutte patte le partite regolari. Stesso destino per Lautier contro Nikolic, per Gelfand contro Azmaiparashvili e per Shirov contro Topalov. In particolare quest’ultimo incontro si è concluso dopo il match di spareggio "Sudden Death". Anche Morozevich abbandona il torneo agli spareggi contro Ponomariov dopo essersi dati un pestone per ciascuno nelle partite regolari. Ivanchuk si libera di Ye Jiangchuean nei match a tempo regolare con 1 vittoria ed 1 pareggio. Secco 2-0, invece di Bareev su Ehlvest. La selezione per i quarti è quindi la seguente; Anand (n. 1), Ivanchuk (n. 4), Bareev (n. 6), Gelfand (n. 7), Shirov (n. 9), Svidler (n. 15), Ponomariov (n. 19), Lautier (n. 21). Cinque su otto incontri, gli spareggi (62,5%).

Quarti di finale per le ragazze. Nessun incontro si conclude ai tempi regolari tranne quello tra la Kosteniuk e la Skripchenko che viene eliminata dopo avere subito una sconfitta nella seconda partita a seguito di una patta nella prima. La giovane russa va avanti a colpi di maglio; sino a questo momento ha eliminato tutte le sue avversarie senza mai ricorrere agli spareggi, ed è l’unica a potere vantare questo. La Chiburdanidze elimina la naturalizzata olandese Peng Hzhaoqin agli spareggi dopo una vittoria per ciascuna ai tempi regolari. La cinese Xu Yuhua elimina Cristina Foisor dopo un’aspra lotta giunta sino agli spareggi sudden death e così pure deve fare la Chen per mandare a casa la georgiana Khurtsidze. Alla semifinale accedono quindi: Chiburdanidze (n. 2), Xu Yuhua (n. 5), Hzhu Chen (n. 6) e Kosteniuk (n. 17) decisamente outsider tra tutte.

V° Round

Shirov esce dal mondiale in maniera ingloriosa. I quarti ripropongono quella che è stata la finale della precedente edizione ed anche questa volta Anand risolve la questione in maniera immediata: 1.5-0,5 a favore del campione uscente e lo spagnolo a casa. Nella più nera bagarre degli spareggi tutti gli altri incontri. Dopo una serie di patte per tutti nelle partite regolari Svidler elimina Gelfand 3,5-2,5. Medesimo punteggio tra Ivanchuk e Lautier mentre Ponomariov elimina l’esperto Bareev per 3-1, 2-0 secco negli spareggi, e dimostra di non essere più un caso anomalo, ma quello che gli inglesi chiamano un pericoloso outsider. Semifinali quindi composte da Anand, Svidler, Ponomariov ed Ivanchuk. Ucraina in festa per la doppia qualificazione dei suoi connazionali. Quello che è certo è che almeno un finalista sarà ucraino.

Le ragazze disputano la semi-finale. Nessuno dei due incontri si conclude ai tempi regolamentari ed anche la combattiva Kosteniuk si deve arrendere alla legge dello spareggio contro la Xu Yuhua. Perde la prima partita ma vince con un poderoso gioco la seconda. Gli spareggi sono poi senza storia: 2-0 in suo favore ed avversaria eliminata. La Chen passa il turno eliminando l’ultima favorita alla conquista del titolo. Dopo due patte nelle partite regolari la Chiburdanidze viene eliminata con il punteggio di 2,5-1,5. Notare che nel torneo femminile la semi-finale continua ad essere composta da sole due partite a tempi regolari. Esclusivamente la finale ne disputerà quattro e verrà disputata da Alexandra Kosteniuk e Hzhu Chen.

VI° Round

Giungono quindi le semifinali, ma con esse anche i definitivi colpi di scena. Il campione del mondo, Anand, viene eliminato da Vassily Ivanchuk. Le prime partite regolari sono tre patte, ma la quarta è disastrosa per l’indiano che con i pezzi bianchi perde contro una Siciliana trattata da Ivanchuk in maniera originale ed ubriacante. Dopo un’aspra battaglia dove le imprecisioni del bianco danno molta attività all’avversario, l’ucraino ottiene un finale con un ottimo cavallo contro un alfiere pessimo. Il conseguente finale di pedoni e pezzi leggeri è semplicemente vincente per il nero. Le cronache dicono che Ivanchuk aveva vinto l’ultima volta 10 anni prima contro il suo avversario. Un raggiante Ivanchuk in finale quindi ed Anand, oramai campione uscente a tutti gli effetti, fuori con una notevole dose di rabbia.

Nonostante il tifo sfegatato dei media locali le speranze di Peter Svidler si infrangono alla terza partita. Anche in questa occasione il conduttore dei pezzi bianchi deve cedere le armi. Ponomariov adotta la difesa Russa come ha fatto più volte in questo torneo e la partita che ne esce fuori è quantomeno rocambolesca. Alla 25° Svidler compie un errore fatale e da l’opportunità a Ponomariov, che già aveva sacrificato una qualità in cambio di un alfiere potentissimo ed un’attività di pezzi opprimente, di prendere la donna in cambio di due torri. Il resto della partita è una magistrale manovra tecnica che porta ad una meritata vittoria del nero. Nulla da fare per Svidler nella quarta partita che finisce patta ed anche Ponomariov in finale. I sogni della Russia di riportare il titolo in patria si infrangono e l’Ucraina esulta. Già campione del mondo a Squadre, vede ora concreta la conquista del titolo FIDE. E’ veramente un anno nobile per gli ucraini, questo 2001.

Le finali

Al fine giunge anche l’epilogo di questa singolare tenzone FIDE; quello che tutti gli scacchisti si aspettano dopo questa sbornia di schiaffi e botte che un poco tutti i giocatori si sono dati in questa lunga storia di eliminatorie reciproche: le finali

 

 

Finale Femminile

Per ordine di tempo giunge prima la finale del torneo femminile. Si gioca tra l’8 ed il 14 Dicembre 2001. Sono previste quattro partite e dopo, tanto per cambiare, la roulette degli spareggi in caso di equilibrio. A differenza del resto del torneo femminile, che ha visto un ricorrere agli spareggi in misura decisamente inferiore rispetto al torneo maschile, questa opportunità diventa fondamentale nella finale. Di fronte due importanti rappresentanti del torneo di qualificazione che sono state anche le più continue e combattive. La cinese Hzhu Chen approda alla finale partendo con il n. 6 del tabellone ed uno score di +3=6-1 nelle partite regolari. E’ ricorsa ben 3 volte agli spareggi rapidi ma si è dimostrata piuttosto efficace proprio in questo genere di gare, avendone vinte 4 pareggiate altrettante e perse solo 1. Venticinque anni ed un’affascinante, ed un poco glaciale, bellezza orientale, è seguita come un’ombra dal suo consorte-allenatore, il GM del Qatar Al Modiakhi. Alexandra Kosteniuk, rappresentante della Russia, partiva con il n. 17 di tabellone ma approda alla finale con una prestazione impressionante: +7=2-1 ricorrendo agli spareggi solo nelle semi-finali, ma vincendoli con un secco 2-0. La diciassettenne russa gode degli sfacciati favori della stampa russa che fa un tifo piuttosto partigiano per lei. E’ definita, nonostante la giovane età, una delle scacchiste più affascinanti del mondo ed ha anche posato diverse volte come modella (anche per la FIDE Commerce per il famoso vestiario "da gara"). Il match di scacchi vero e proprio comincia secondo quanto auspicato: la Kosteniuk si aggiudica la prima delle quattro partite regolari previste. L’entusiasmo per la russa è alle stelle dati anche i precedenti risultati di tutto il campionato, per poi smorzarsi immediatamente alle due partite successive dove la cinese vince meritatamente e convince pure. La quarta ed ultima partita della serie regolare, il Campionato femminile si gioca sulle quattro partite nel match finale come già accennato in precedenza, è una autentica battaglia dove la Kosteniuk alla fine prevale dopo avere portato a casa una partita caratterizzata da una lunghissima manovra di donna. Una battaglia talmente interessante avrebbe richiesto delle ulteriori partite regolari per provare chi fosse realmente la più forte ed aggiudicare il titolo, ed invece viene assegnato nella maniera più inadeguata. Dopo una serie di due partite Rapid Chess (25 minuti più dieci secondi a mossa) finita con una vittoria a testa, una ulteriore serie vede la vittoria, con conseguente assegnazione del titolo, alla Chen che le vince entrambe. Amarezza per la Kosteniuk e per la Russia intera che vede svanire un’altra volta il sogno di riavere un mondiale in casa, neppure quello femminile quindi, e "glaciale" felicità per la giovane cinese che è comunque riuscita a riaffermare la superiorità dello scacchismo della Cina in campo femminile, ed a mantenere il titolo in casa nonostante il forfait della connazionale Xie Jun, precedente detentrice. Che dire infine? Il Campionato femminile si è comportato "leggermente meglio" di quello maschile ed ha fatto ricorso ai famigerati spareggi semi-lampo e lampo in maniera molto contenuta, anche se poi hanno comunque nefastamente pesato proprio nella assegnazione del titolo stesso. Ulteriore dimostrazione questa delle molteplici anomalie dettate da questo modo di fare "il mondiale", che quest’anno è stato esteso pari, pari, solo con l’osservanza della regola della "riduzione al 50%" in tutto, partecipanti partite alle finali e semi-finali e persino dei premi in denaro, a quello maschile e ne ha ereditato, come poi si è ben visto, i difetti per lo più e gli scarsi pregi.

Finale Maschile

Ed ecco invece la finale maschile. L’assegnazione del titolo mondiale FIDE è diventata una questione che riguarda esclusivamente l’Ucraina. Sono entrambi ucraini, infatti, i finalisti che la animeranno. Ruslan Ponomariov ha 18 anni, 2727 punti Elo ed è numero uno dell’Ucraina e numero sette della graduatoria mondiale. Vassily Ivanchuk ha invece 32 anni e con 2717 punti Elo è numero due dell’Ucraina e numero nove della graduatoria mondiale. Appena un mese prima, durante le fasi eliminatorie del mondiale, le parti erano decisamente invertite, ma i risultati di Ponomariov durante il mondiale hanno pesato non poco. Entrambi hanno un passato, per "Pono" recentissimo, da bambini prodigio degli scacchi. Ponomariov approda a questa finale dopo avere eliminato nell’ordine: Li Wenliang (CHN), Tiviakov (NED), Kiril Georgiev (BUL), Morozevich (RUS), Bareev (RUS), e Svidler (RUS). Ha vinto ai tempi regolari due incontri su sei mentre gli altri sono stati sempre necessari gli spareggi rapidi per aggiudicarseli. Il suo score nelle partite regolari è +5=8-1. Ivanchuk ha avuto un cammino analogo, più o meno, e dopo avere eliminato: Shovunov (RUS), Macieja (POL), Sutovsky (ISR), YE Jiangchuan (CHN), Lautier (FRA) e Anand (IND) giunge alla finale con il medesimo score del suo avversario. E’ ricorso agli spareggi rapidi soltanto due volte durante le eliminatorie. Per il fatto di essere sulla breccia da più tempo, e di avere eliminato Anand, Ivanchuk detto "Chuky" parte con il favore della vigilia. Gli avversari non possono essere caratterialmente più differenti; Ponomariov passa per essere un GM glaciale ed imperturbabile nonostante la giovane età. Ivanchuk ha una ben nota fama di giocatore soggetto a frequenti sbalzi di tensione psicologica. Nonostante la sua grande forza di gioco spesso si fa "fregare" dalla tensione, anche se in questo torneo è un evento che non si è manifestato sino a questo momento. Si gioca a Mosca al Hotel Metropol, la sala delle Colonne al Kremlino ha esiliato i giocatori perché impegnata in altre manifestazioni (Sic! Forse il mondiale di scacchi non era abbastanza importante), e la finale è prevista sulle 8 partite più spareggi. Dati i precedenti del torneo, dove si è fatto abuso degli spareggi rapidi, si ha la diffusa paura che il mondiale venga assegnato dalle partite rapide come è già successo nella finale femminile. La prima partita si gioca il 16 gennaio 2002, e per Ivanchuk ha tutti i connotati del dramma. Contro la difesa Francese Ponomariov toglie fuori una novità alla 13° mossa ma attua, in definitiva, una manovra semplice. Ivanchuk si "incarta" nell’analisi e produce una posizione piena di passività e difetti che viene schiacciata in appena 23 mosse; brutta miniatura. La seconda partita è la più drammatica del match ed è anche quella più significativa per spiegare un poco tutto quello che è accaduto. Negli schemi del gambetto di donna accettato, Ivanchuk manovra in maniera più adeguata e porta i pezzi in vantaggio decisivo e si ritrova con un pezzo in più per poi rovinare tutto nella tensione dello zeitnot che giunge alla 40° circa con Ponomariov che porta il Re addirittura in f3 e riesce ad usufruire di un errore dopo l’altro del suo avversario, cosa che peggiora la posizione al punto da renderla addirittura pari! E patta infatti termina. Il morale di Ivanchuk è, a questo punto, sotto i tacchi dopo appena due partite. La terza partita è una patta molto incolore e finisce patta anche la quarta con i due giocatori che non vedono, rispettivamente, l’opportunità di andare in vantaggio per tentare di aggiudicarsi il punto intero. L’epilogo della battaglia si ha al 5° incontro. Terrorizzato, evidentemente, dall’idea di ripetere la difesa Francese e non soddisfatto dalla resa della Siciliana giocata alla 3° partita, Ivanchuk risponde con è5 e si ritrova a giocare una Spagnola. Evitando di entrare nel "Gambetto Marshall", Ponomariov manovra male comunque ed alla 31°, alla vigilia dello zeitnot per Ivanchuk, deve lottare per pattare. Ma la scarsità di tempo crea un’altra volta il panico in Chuky e la manovra del finale è disastrosa. Alla 47° una svista clamorosa crea le condizioni di superiorità del bianco (!!) ed una seconda tragica svista alla 59° regala la partita nelle mani di Pono. Che dire? Mai è stato più profetico chi annunciava che questi tempi di gioco ultra rapidi avrebbero diminuito la qualità delle partite del mondiale. La 6° partita parte come il tentativo di forzare di Ivanchuk per trasformarsi in una serie di cambi generale che rendono il gioco irrimediabilmente pari. La 7° partita del match è anche l’ultima. Una difesa Alekhine da parte di Chuky che fa totalmente acqua ed è talmente persa che finisce patta per un semplice atto di cavalierato da parte di Ponomariov. Si aggiudica quindi il titolo il giovane GM ucraino vincendo una finale in maniera quantomeno anomala, dati i molteplici atti di suicidio da parte del suo avversario, troppo incline a sentire la tensione del match.

E quindi….

Epilogo per questa edizione del mondiale FIDE, che a nostro parere ha dato definitivamente indice di quanto questi cambiamenti imposti dalla Federazione mondiale, dal 1997 ad oggi, non siano adeguati al reale gioco degli scacchi. E’ un evento, questo mondiale FIDE, che non può certamente essere trascurato e che riveste comunque importanza, ma per come si è svolto e per le rese che alla fine di tutto ha generato ci sentiamo di potere affermare che è un evento che non ci è piaciuto, tutto sommato, in maniera sufficiente come dovrebbe essere un mondiale. Troppe sviste e troppe anomalie dettate da difetti evidenti del sistema organizzativo ed istitutivo dell’evento danno, purtroppo, la chiara sensazione che qualche cosa di sbagliato ci sia. E questo non va certamente bene, perché forse qualcuno si è dimenticato che un mondiale appartiene anche a tutti gli scacchisti, anche quelli che fanno da semplici spettatori, e non solamente a sponsor, federazioni, Grandi Maestri e quant’altro come sembra invece essere la dottrina imperativa di questo momento. Questo perché non si vorrebbe mai dire che un Campionato Mondiale di scacchi è stato, fatti i debiti conti, un evento sostanzialmente brutto.

21/02/2002

Carlo Petricci

 

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