Siamo
in un paese d'Abruzzo, Sagliena (Palena)
nella metà dell'Ottocento. L'Autore che a quei
luoghi e a quell'epoca si rivolge con accorata nostalgia, ne narra
alcune vicende e ci dipinge i tipi di uomini e di donne impiegando
una così vasta gamma di colori da riuscire a trarre dai
suoi ricordi un vero microcosmo.
Il tenero amor filiale - la religione e la superstizione la signorilità
e il pettegolezzo - la vita di provincia con la sua bonarietà
- l'astuzia dei popolani e popolane, costituiscono la materia
che lo scrittore riesce sempre a fondere alla perfezione, dandoci,
attraverso le più varie rappresentazioni, venate di riso
odi sorriso, dei racconti profondamente umani e commoventi.
Non i soli protagonisti (Ruscitto, becchino ed asceta Don Giovanni
Cacciadiavoli, religioso ed esorcista l'Asinaccia, serva-padrona
dalle cento trovate) ma una folla di personaggi secondari (la
Piscetta, Pettoliscio, la Garofanetta, Cacasicco, ecc.), sono
tutti scolpiti nei tratti loro propi.
L'Autore non conosce astrazioni; il suo dialogo non si raffredda
mai, ed il lettore partecipa ad un mondo che ha tutta la varietà,
la concretezza ed il calore della vita.
Ettore
Maria Margadonna, sceneggiatore e scrittore. Nato a Palena (Chieti)
il 30/10/1893 - morto a Roma il 28/10/1975. Laureato in scienze
economiche, esordì quale giornalista presso La Rivista
della Cooperazione (1922-1925) e presso Il Caffé, collaborando
a Comoedia e a L'illustrazione Italiana; attività giornalistica,
quale redattore capo dell'Avanti !, che ha svolto anche nel dopoguerra.
Dal suo interesse per il cinema, nacque Cinema di ieri e di oggi,
un volume di divulgazione; Margadonna si è occupato anche
di storia del cinema italiano. Trasferitosi in Germania nel 1932,
frequentò per alcuni mesi i teatri di prosa di Berlino.
Tornato in patria, nel 1935 vinse un importante premio per un
soggetto cinematografico. Nel 1937 si dedicò definitivamente
al cinema quale sceneggiatore. Dal 1943 la sua attività
seguì un corso eclettico: da Il Feroce Saladino di
Mario Bonnàrd, del quale scrisse anche il soggetto,
alla collaborazione al lavoro di sceneggiatura per Malombra
di Mario Soldati. I registi che più spesso si avvalsero
del suo contributo furono Corrado D'Errico, per quattro films
e Gennaro Righelli, per tre films tra cui Storia di una capinera
dal romanzo di Giovanni Verga e Tempesta sul golfo del quale scrisse
anche il soggetto. Nel 1950 scrisse i bellissimi racconti raccolti
nel volume Dio semina gli uomini. Ma i caratteri
distintivi della sua personalità vennero alla luce quando
dal suo spirito giocoso nacquero alcuni soggetti rappresentativi
di un bozzettismo tradizionalmente italiano trasferito in immagini
con amabile gusto. Infatti, dopo aver collaborato alla sceneggiatura
de Il Bandito, sembrò trovare, invece una propria vena
collaborando a Sotto il sole di Roma.
Abbandonata infatti una sua idea (dalla quale sarebbe stato tratto-
il drammatico Senza pietà) offri a Castellani il soggetto
di Due soldi di speranza, un concreto divertimento paesano dal
quale il regista trasse il suo capolavoro. Rinvenuta una fertile-
miniera, Margadonna seppe sagacemente sfruttarla nella serie iniziata
con Pane, amore e fantasia di L. Comencini, una
delle più fortunate del dopoguerra per quel che riguarda
il successo popolare.. Ha fatto parte della commissione di selezione
della Mostra del cinema di Venezia e fino al 1959 è stato
amministratore delegato di Cinecittà.
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