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Uno stralcio dalla guida:
I centri della valle risultano di notevole
interesse sia sotto il profilo paesaggistico che storicoculturale.
Dopo alcuni chilometri da Forchetta un tratto di strada conduce
alla Madonna dell'Altare, chiesa anticamente di giurisdizione
dei Celestini ed edificata nei pressi
dell'eremo dove, secondo G. Celidonio, fra' Pietro - divenuto
in seguito papa Celestino V - condusse vita ascetica per circa
tre anni a partire dal 1248.
Lungo la strada che con un percorso ardito si snoda da Palena
verso Lama dei Peligni si incontra la Grotta del Cavallone, che
si raggiunge in tenimento di Taranta Peligna con una suggestiva
funivia. La grotta, come è noto, ispirò G. D'Annunzio
e F. P. Michetti per la tragedia e l'omonimo capolavoro pittorico
dal titolo La figlia di Iorio.
Se si escludono le tristi vicende legate al secondo conflitto
mondiale (Palena in particolare subi un violento bombardamento)
nessun evento al di fuori dei rovinosi terremoti del 1456 e del
1706 ha disturbato la quiete della Valle, i cui abitanti si sono
sempre contraddistinti per la loro laboriosità che è
diventata attraverso i secoli quasi proverbiale.
La flora che vi regna è quella tipica dell'Appennino con
larga presenza di piante officinali. Nei dintorni del lago Sant'Angelo
abbondano estensioni di lecci e lungo le dorsali che fiancheggiano
il corso del fiume sono presenti soprattutto cerri e querce.
Di notevole importanza è risultata la Riserva Naturale
regionale della Majella Orientale e dell'Oasi WWF di Lama dei
Peligni, dove è stato realizzato grazie ad un progetto
della Regione Abruzzo e dal WWF Italia il giardino botanico della
Majella. Con le sue bellezze naturalistiche e paesaggistiche,
Palena si proietta verso il nuovo millennio all'insegna di un
turismo ecologico che diventerà sempre di più la
principale risorsa socio-economica dell'intero territorio.
Il toponimo Palena.
Secondo il glottologo M. De Giovanni, il
toponimo deriva dalla "base mediterranea" pala, nel
significato di `prato in erto pendio, senz'albesi', cui va ricondotto
anche l'altro toponimo Pallanum e quindi, aggiungiamo, anche l'antica
designazione di mons palenus data secondo il Cluverio al Monte
Porrara, attributo di Giove Paleno.
Il territorio di Palena fu abitato sin dal paleolitico, come dimostrano
i manufatti individuati nel corso di indagini condotte in loco
dal Radmilli, e soprattutto nel periodo italico e romano.
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