UN MAZZO DI FRUSTE
Memorie del vecchio Abruzzo
(1979)
di Arduino NAPOLEONE

L'importante lavoro letterario del pittore Arduino Napoleone che nel 1979 diede alle stampre questa bellissima raccolta di novelle scritte dalla naturale ispirazione nel ricordare la propria infanzia vissuta a Palena sullo sfondo dei tanti personaggi caretteristici del paese, delle struggenti visioni che l'intensa, laboriosa, umile, dignitosa ma "romantica" vita riempiva le giornate della fanciullezza passate a Palena negli anni che furono.

Si può trovare un ampio capitolo dedicato a questo lavoro nella pagina riservata ad esso in questo sito.
Il libro attende ancora una ristampa che si spera possa arrivare al più presto.

Questa era la prefazione originale del libro edito nel 1977 di U.M. PALANZA:


Arduino Napoleone è nato a Palena, in provincia di Chieti, e vive a Chieti, dove si sente nell'ambiente adatto al suo gusto di gentiluomo d'altri tempi, nell'atmosfera d'un quotidiano riservato, signorile soprattutto sotto il profilo morale, come ancora solo in provincia (in certa provincia) è possibile ritrovare.
Coltiva la pittura e la letteratura, nell'una e nell'altra forma fissando toni personali ed uno stile che gli consente d'essere bene qualcuno, nel mondo dell'arte.
In pittura ha sempre lavorato con un estro vigoroso, e con linee ed idee sue e quel tanto che la critica gli trova in comune con il conterraneo Michetti, non tanto si giustifica come influenza del maestro nel discepolo, quanto come segno della comune origine, dello stesso amore alla natura ed alla gente cui entrambi appartengono. Del Michetti, come del Patini, Napoleone sa ripetere l'amore alla terra natale, la capacità di sintetizzare la poesia degli angoli remoti, la pena secolare della fatica, gli usi, i costumi, le credenze, con in più, peraltro, la malinconia per il lento spegnersi dei costumi sani e patriarcali.
E' facile intuire come gli elementi che caratterizzano la pittura di Napoleone si ritrovino, perfettamente riconoscibili, nei suoi racconti o memorie, ispirati alla sua terra ed al suo paese d'origine, ed a tutto il territorio che si stende ai margini della Maiella (un territorio tanto presente anche nel primo D'Annunzio), ma sempre tali che ben possono essere considerati come emblematici di tutto il vecchio Abruzzo. Si tratta di temi evocati sul filo d'una memoria sicura e sempre struggente: un personaggio singolare, chiuso in una religiosità tanto profonda quanto primitiva, in L'Altarino; altri personaggi, femminili e maschili, contrassegnati da qualcosa di predestinato, in I suicidi; un giallo, tra pennellate espressionisticamente calcate, si delinea in Il Tasso, e così con potenza ed incisività si ritorna al tema della roba in Un mazzo di fruste. Ma sono questi cenni appena sufficienti a dare una idea dei contenuti, mentre diremmo poco sulla capacità di narratore di Napoleone se anche non ricordassimo la forma che di quei contenuti fanno brani di vita vera, magari d'un tempo fatalmente al tramonto: diremo che per tale aspetto il pittore e lo scrittore appaiono inscindibili, sia nella cura del particolare descrittivo di chiese, palazzi, paesaggi, nell'insistenza sui toni apparentemente del folklore, ma in realtà dell'autentico Abruzzo contadino, sia nell'amore e l'evidenza con cui un profondo sentimento morale su tutto viene disteso, che non è solo rimpianto, ma anche saggio e contenuto ammonimento.

© 1979 by Japadre Editore
Corso Federico II, L'Aquila