La Madonna dell'Altare in Palena
(1974)
di Antonino Chiaverini

Importante pubblicazione di molti anni fa dal stesura specialistica e per appassionati che in non molte pagine riportava però, una grande quantità di citazioni riguardo all'antica e lunga storia del noto santuario di Palena "La Madonna dell'Altare". Situato a 1200 mt. circa s.l.m. arroccato su una rupe alle falde del Monte Porrara, per secoli ha richiamato devoti, eremiti, monaci e anche il celebre papa Celestino V, autore del famoso "gran rifiuto". Per questo questo lugo è stato classificato "Monumento Nazionale" con l'appellativo di eremo celestiniano. Il Chiaverini fece un'opera meritoria mettendo insieme preziose notizie sulla storia del santuario altrimenti destinate ad un probabile oblio.

Il libro non è attualmente in vendita e si spera in una riedizione.

...Uno stralcio dalle note storiche ...:

La Madonna dell'Atare agli inizi del '900.

Il chiaro storico sulmonese, Mons. G. Celidonio (1852-1913) nel « S. Pietro del Morrone » fa una descrizione simpatica del monte che egli chiama Palleno: «Poco lungi dalla terra di Palena, nel suo versante Sud Ovest, si leva al cielo una montagna folta, irta e dirupata tanto che quasi da quel lato sembra inaccessibile. Quella fede però che spacca i monti vi praticò sull'aspro dosso un sentiruolo che dalla valle ascende sino alla cima, dove come perla in mezzo al folto della foresta sorge il devoto tempio della Madonna dell'Altare. I popoli de' dintorni a numeroso stuolo vi accorrono. Il mare Adriatico che vi si vede pare che lo saluti di lontano. E il fiumicello Aventino che è ai suoi piedi, scaturisce già in polle interrotte e crescenti, ma esce di sotterra tutto ad un tratto, pare che simboleggi la vena copiosa e perenne delle grazie che su dall'alto fa discendere Maria... Erano già passati tre anni, dacché il giovane romito aveva pigliato stanza sul monte Palleno (che oggi si chiama la Porrara nella contrada Tocchito). Le genti vieppiù gli si affollavano d'intorno, per ammirare e venerare quest'uomo singolarissimo... Lo persuadevano ad ascendere all'ordine sacerdotale... e perciò si decise ad abbandonare quelle balze santificate dalla sua penitenza... e si avviò verso Roma ».

 

P. ANTONIO DI SERRAMONACESCA nel «Celestino V» (1967) scrive alcune belle pagine sul monte Palleno ove al ricordo d'un passato lontano aggiunge l'impressione di una sua recente visita: « Unica compagnia dovette essere qualche devota immagine della Vergine come in tutti i luoghi solitari che egli andava scegliendo per il suo fervore... Ora lassù c'è il piccolo Santuario della Madonna dell'Altare che il Cantera dice edificato dal nostro Santo. C'è una costruzione primitiva che nonostante l'abbandono in cui piange ancora, ci fa ritrovare davanti alle linee d'un Monastero celestino, restato aperto fino al 1807.
Il luogo è stupendo; la grande roccia che accolse il nuovo Elia sporge sopra un abisso come una sacra sentinella e sui macigni che la circondano sostiene il silenzioso Santuario sul cui altare domina maternamente una secentesca Madonna che stringe il Bambino fra le braccia.
Nell'altare a destra un quadro (mal ridotto) rappresenta San Celestino con le mani in atto di preghiera, mentre due Angeli portano verso il cielo la Tiara papale cui Egli ha rinunziato. In quello a sinistra il quadro rappresenta probabilmente il B. Roberto da Salle. Rimangono, dice P. Antonio, ricordo di Lui, in duplice rilievo d'una campanella del 1596 sia lo stemma di Santo Spirito di Maiella, un'S con una croce sia lo stemma di Santo -Spirito del Morrone: le tre lettere R. A. M. (Regia Abbadia Morronese).

...Perché il nome Madonna dell'Altare...:

La Madonna dell'Atare negli anni '20.

Dov'era in Palena la Chiesa e il Monastero di S. Maria di fondazione benedettina? Dove ancora il Monastero di S. Liberata di cui parla per ben due volte il libro delle « Constitutiones Celestinorum » del 1629, raccolte dopo la Congregazione Generale dell'Ordine?
Il titolo « Madonna Liberata » che si trova in Sulmona in una cappella ora eliminata, di S. Maria della Libera in Pratola, e in altri paesi della Diocesi, tutte erette nella stessa epoca, o fu per i Celestini del 600 una giuridica e amministrativa indicazione, perché già il titolo Madonna dell'Altare era implicitamente conosciuto dalla campanella del 1596 e dall'immagine della Madonna in pietra artisticamente anteriore a questa data, o fu omaggio recente alla protezione della Madonna di Palenesi, immunizzati prodigiosamente da qualche bellica o epidemica sciagura della quale non si hanno purtroppo testi probanti.
In ogni modo P. Antonio da Serramonacesca espone questa opinione:

« Qui è bello venire, come ci vennero i primi Monaci del Santo, quando dopo la sua elevazione agli altari, andavano alla ricerca dei luoghi santificati dalla sua presenza ed innalzarono qui il piccolo Monastero, inaugurarono la devozione alla Madonna dell'Altare, ne fecero un luogo di richiamo ai popoli che accorrevano, cantando pervia alla Regi
na del cielo »..

Pertanto è molto probabile che Pietro Eremita, essendo stato spinto dalle popolazioni peligne a ricevere l'ordinazione sacerdotale, egli che fu il tenerissimo amante della Madonna che l'aveva liberato da tentazioni violente sul monte Palleno, ispirò i suoi devoti discepoli a chiamare la Vergine « Madonna dell'Altare», o perché Signora del Sacerdozio che si innalza verso Dio per esserne il rappresentante, ponte mistico tra cielo e terra, o per «ringraziare la Vergine che gli era apparsa » consigliandogli di non chiedere la dispensa dalla celebrazione della S. Messa. In un sogno misterioso gli sembrò di essere all'altare e alle sue spalle era l'abate che lo vestì benedettino. Pietro lo afferrò per la cocolla, per non lasciarlo partire finché finalmente l'abate placa il suo affanno con dirgli: « Dicas Missam », celebra la Messa ».

Tipografia "La Moderna"
Sulmona