...Uno
stralcio dalle note storiche ...:
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La Madonna
dell'Atare agli inizi del '900. |
Il chiaro storico sulmonese, Mons.
G. Celidonio (1852-1913) nel « S. Pietro del Morrone
» fa una descrizione simpatica del monte che egli chiama
Palleno: «Poco lungi dalla terra di Palena, nel suo versante
Sud Ovest, si leva al cielo una montagna folta, irta e dirupata
tanto che quasi da quel lato sembra inaccessibile. Quella fede
però che spacca i monti vi praticò sull'aspro dosso
un sentiruolo che dalla valle ascende sino alla cima, dove come
perla in mezzo al folto della foresta sorge il devoto tempio della
Madonna dell'Altare. I popoli de' dintorni a numeroso stuolo vi
accorrono. Il mare Adriatico che vi si vede pare che lo saluti
di lontano. E il fiumicello Aventino che è ai suoi piedi,
scaturisce già in polle interrotte e crescenti, ma esce
di sotterra tutto ad un tratto, pare che simboleggi la vena copiosa
e perenne delle grazie che su dall'alto fa discendere Maria...
Erano già passati tre anni, dacché il giovane romito
aveva pigliato stanza sul monte Palleno (che oggi si chiama la
Porrara nella contrada Tocchito). Le genti vieppiù gli
si affollavano d'intorno, per ammirare e venerare quest'uomo singolarissimo...
Lo persuadevano ad ascendere all'ordine sacerdotale... e perciò
si decise ad abbandonare quelle balze santificate dalla sua penitenza...
e si avviò verso Roma ».
P. ANTONIO DI SERRAMONACESCA nel «Celestino V»
(1967) scrive alcune belle pagine sul monte Palleno ove al ricordo
d'un passato lontano aggiunge l'impressione di una sua recente
visita: « Unica compagnia dovette essere qualche devota
immagine della Vergine come in tutti i luoghi solitari che egli
andava scegliendo per il suo fervore... Ora lassù c'è
il piccolo Santuario della Madonna dell'Altare che il Cantera
dice edificato dal nostro Santo. C'è una costruzione primitiva
che nonostante l'abbandono in cui piange ancora, ci fa ritrovare
davanti alle linee d'un Monastero celestino, restato aperto fino
al 1807.
Il luogo è stupendo; la grande roccia che accolse il nuovo
Elia sporge sopra un abisso come una sacra sentinella e sui macigni
che la circondano sostiene il silenzioso Santuario sul cui altare
domina maternamente una secentesca Madonna che stringe il Bambino
fra le braccia.
Nell'altare a destra un quadro (mal ridotto) rappresenta San Celestino
con le mani in atto di preghiera, mentre due Angeli portano verso
il cielo la Tiara papale cui Egli ha rinunziato. In quello a sinistra
il quadro rappresenta probabilmente il B. Roberto da Salle. Rimangono,
dice P. Antonio, ricordo di Lui, in duplice rilievo d'una campanella
del 1596 sia lo stemma di Santo Spirito di Maiella, un'S con una
croce sia lo stemma di Santo -Spirito del Morrone: le tre lettere
R. A. M. (Regia Abbadia Morronese).
...Perché
il nome Madonna dell'Altare...:
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La Madonna
dell'Atare negli anni '20. |
Dov'era
in Palena la Chiesa e il Monastero di S. Maria di fondazione benedettina?
Dove ancora il Monastero di S. Liberata di cui parla per ben due
volte il libro delle « Constitutiones Celestinorum »
del 1629, raccolte dopo la Congregazione Generale dell'Ordine?
Il titolo « Madonna Liberata » che si trova in Sulmona
in una cappella ora eliminata, di S. Maria della Libera in Pratola,
e in altri paesi della Diocesi, tutte erette nella stessa epoca,
o fu per i Celestini del 600 una giuridica e amministrativa indicazione,
perché già il titolo Madonna dell'Altare era implicitamente
conosciuto dalla campanella del 1596 e dall'immagine della Madonna
in pietra artisticamente anteriore a questa data, o fu omaggio
recente alla protezione della Madonna di Palenesi, immunizzati
prodigiosamente da qualche bellica o epidemica sciagura della
quale non si hanno purtroppo testi probanti.
In ogni modo P. Antonio da Serramonacesca espone questa opinione:
« Qui è bello venire,
come ci vennero i primi Monaci del Santo, quando dopo la sua elevazione
agli altari, andavano alla ricerca dei luoghi santificati dalla
sua presenza ed innalzarono qui il piccolo Monastero, inaugurarono
la devozione alla Madonna dell'Altare, ne fecero un luogo di richiamo
ai popoli che accorrevano, cantando pervia alla Regi
na del cielo »..
Pertanto è molto probabile
che Pietro Eremita, essendo stato spinto dalle popolazioni peligne
a ricevere l'ordinazione sacerdotale, egli che fu il tenerissimo
amante della Madonna che l'aveva liberato da tentazioni violente
sul monte Palleno, ispirò i suoi devoti discepoli a chiamare
la Vergine « Madonna dell'Altare», o perché
Signora del Sacerdozio che si innalza verso Dio per esserne il
rappresentante, ponte mistico tra cielo e terra, o per «ringraziare
la Vergine che gli era apparsa » consigliandogli di non
chiedere la dispensa dalla celebrazione della S. Messa. In un
sogno misterioso gli sembrò di essere all'altare e alle
sue spalle era l'abate che lo vestì benedettino. Pietro
lo afferrò per la cocolla, per non lasciarlo partire finché
finalmente l'abate placa il suo affanno con dirgli: « Dicas
Missam », celebra la Messa ».
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Tipografia "La Moderna"
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Sulmona
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