Elenco delle opere esposte

Home

 

Gavassa, anche così

Breve storia del nostro incontro con Gavassa.

Siamo arrivati nel giugno del 2000 a Gavassa provenendo dalla via Emilia, la strada che e' la grande madre di tutta la nostra regione.

Era un periodo che ci eravamo un po' messi a fare i sagrari. Andavamo alle feste o alle sagre come pretesto per visitare paesi e per mangiare i cibi preparati per queste occasioni. L'impressione fu eccellente, sia per la bontà del gnocco fritto (uno di noi ha la presunzione di esserne se non l'unico, almeno uno dei pochi esperti mondiali), sia per le mostre che visitammo diligentemente.

E ci dicemmo che per l'anno a venire ci dovevano essere in esposizione anche le nostre foto.

Come tutti i traffichini, cominciammo a chiedere e ci fu dato nome e numero telefonico di Giuliano Ruozzi, gradevole persona, che abbiamo abbondantemente importunato.

La nostra idea primitiva era quella di portare nostre fotografie, nate in altre circostanze. Poi, da un accenno di Ruozzi, capimmo che se avessimo in qualche modo mantenuto un legame con il mondo contadino o con il paese, la nostra mostra sarebbe stata più gradita e meglio integrata nella festa.

Con il mondo contadino, al momento, non era facile entrare in contatto, anche per una certa nostra abitudine di voler disturbare il meno possibile.

Più facile fotografare il paese. Ci siamo andati almeno 8 volte, e tutti quelli che, nei mesi scorsi, hanno visto due pellegrini con macchine fotografiche e treppiede, hanno visto noi all'opera.

Credo che abbiamo fatto oltre duecento fotografie, tra le quali abbiamo scelto le 25 di questa mostra, tralasciandone almeno altre 5 che avrebbero meritato di essereci.

La scelta dei soggetti non e' stato un problema per noi. Non e' vero che a Gavassa non c'è nulla di interessante da fotografare. A parte la nebbia, da noi vista più' come foschia, che poi non e' tipica, perche' nella pianura padana la nebbia e' di casa, anche I fastidiosamente, per giornate o settimane intere.

Gli antichi dominatori non hanno lasciato a Gavassa tracce artistiche del loro passaggio, o almeno noi non le abbiamo scorte.

Eppure, qualcosa c'è di interessante, ed e' sotto gli occhi di tutti, ma forse non e' semplice isolarla per farne oggetto di una fotografia. Bisogna guardare attentamente per accorgersi che un certo particolare può diventare una foto curiosa. Una volta avrebbero detto che, alla fine, basta avere un po' di occhio.

Così, presentiamo una Gavassa reale, ma un po' inconsueta, esclusa la foto con i contenitori del "rusco", la bandiera italiana e la chiesa. Ci e' sembrato che un titolo affettuoso-ironico, come Liberté, Egalité, Fraternité l' avrebbe nobilitata, richiamando alla memoria la Repubblica Cispadana e la nascita del Tricolore

Speriamo di aver fatto (ri)conoscere questa Gavassa, anche così ai suoi abitanti, pubblico cui prevalentemente ci rivolgiamo, ma ci scusiamo in anticipo con gli eventuali appassionati di fotografia per la nostra non eccessiva competenza tecnica. (*)

Renato Cocchi

neurologo e psicologo medico

Stefano Cianci

disegnatore meccanico

--------------------

(*) Abbiamo usato, come camere, una Exacta VX 1000, con obiettivo di base Tessar 2.8/50, e una Praktica BCI, con obiettivo di base Pentacon 1.8/50. Abbiamo utilizzalo pellicole con sensibilità 100 ISO.

 

 

Elenco delle opere esposte

Home