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    caricare la pellicola
       

           

 

Caricare i telai.


Caricare la pellicola nei telai richiede l'utilizzo di una camera oscura o quantomeno di una "camera oscura portatile" (changing bag), abbastanza ampia per contenere i telai da caricare e la scatola di pellicola vergine, consentendo ugualmente un agevole spazio di manovra.

La pellicola è contenuta in buste sigillate a tenuta di luce, contenute in una doppia scatola di cartone.

   
  La pellicola ha due lati: uno beige-violaceo A è il lato sensibile, l'altro, B, è nero, non è sensibile e serve da protezione.
Verso l'obiettivo occorre naturalmente rivolgere il lato sensibile, ma in camera oscura i colori non si vedono certo. E' fondamentale quindi riconoscere al tatto certe dentellature presenti in uno dei lati corti.

Sono codici che indicano la sensibilità ma sono posti sempre nella stessa posizione, indipendentemente dalla marca.
Quindi se, tenendo la pellicola con il lato corto in alto, sentiamo i dentelli in alto a destra, significa che lo strato sensibile è rivolto verso di noi. 

  Per caricare il telaio, per prima cosa si tiene lo schermo parzialmente inserito, fino a 5-6 cm dalla sua "fine corsa"; quindi si abbassa lo sportellino all'estremità così liberatasi.
All'interno del telaio vi sono due fessure: quella in basso serve per introdurre la pellicola, quella in alto serve per far scorrere lo schermo. Non avendolo estratto completamente, se si sbaglia fessura nell'introdurre la pellicola questa verrà fermata dallo schermo ancora inserito.
     
 

La pellicola viene quindi introdotta nella fessura in basso, con il lato sensibile verso di noi, spingendola con delicatezza ed evitando di toccare con le dita nude la superficie sensibile, fino a farla adagiare completamente dentro il telaio.
   
  Si chiude quindi lo sportellino e si reintroduce a fondo lo schermo.
     
  Si gira poi il nottolino di sicurezza, che impedisce l'apertura per sbaglio dello schermo.
Notare che sul bordo dello schermo sono presenti dei "segni", mentre il bordo è colorato in modo diverso per ogni lato.
Spetta al proprietario stabilire in che modo utilizzare questi "segni" per indicare che la pellicola sotto lo schermo è già stata esposta, tenuto conto che è prassi capovolgere lo schermo quando viene reinserito dopo l'esposizione.
 

Alcuni, per non correre rischi, contrassegnano un lato dello schermo in modo molto visibile, con un pennarello o con un altro sistema, che non produca frammenti che si distaccano, finendo sulla pellicola quando il contrassegno è rivolto verso la pellicola vergine.

Per scaricare il telaio, si ripetono le operazioni all'inverso e, quando lo si ricarica, si ha cura di capovolgere lo schermo in modo da ricostruire la situazione del contrassegno "pellicola non esposta".
Delle etichette bianche, già presenti sul telaio, consentono di scrivere con una matita morbida indicazioni sulla pellicola contenuta.
     
    Caricare il portarotoli 120 "Graphic".
 

Il caricamento del portarotoli può invece avvenire alla luce.

Dopo aver chiuso fino in fondo lo schermo, si apre il guscio esterno, estraendo il magazzino ed il meccanismo di trascinamento.
  Il rotolo viene montato in questo modo e si comincia a svolgerlo con la parte nera verso l'esterno.
  La si passa sotto il magazzino e la si avvia verso il rocchetto ricevente, dentro il quale si inserisce la linguetta iniziale.
  Si inizia l'avvolgimento, girando il pomello nel senso della freccia. Se è bloccato, lo si libera spingendo la levetta nel senso della freccia.
  Si continua ad avvolgere sul rocchetto ricevente finché la lunga freccia stampata sul dorso della pellicola (indicata dalla freccia verde) si allinea con la freccia bianca (indicata nella foto dalla freccia rossa) impressa sul lato del magazzino.
  Così appaiono i due rocchetti. A questo punto si rimette il magazzino dentro il portarotoli e si chiude il coperchio.
  Si gira quindi il contapose nel senso indicato dalla freccia fino a far coincidere la S con la tacca.
Si ricomincia a girare il pomello di avvolgimento finché la cifra 1 non si allinea con la tacca.
Il primo fotogramma è così pronto per essere esposto.
     
  Si fissa infine il portarotoli al dorso della macchina, allontanando (spostandole a sinistra) le due sbarrette metalliche e poi (spingendole verso destra) richiudendole.

Ogni volta che si espone un fotogramma (ricordarsi di levare lo schermo prima dello scatto!) si passa a quello successivo spingendo la levetta vista sopra. In questo modo si libera il pomello, che viene girato nel senso della freccia e si blocca al fotogramma successivo.
Quando tutto il rullo è esposto, si spinge di nuovo la levetta e si continua a girare il pomello finché non si avverte l'uscita della coda della pellicola; il contapose in questa fase non funziona.
Si apre infine il coperchio e si estrae il rotolo esposto.

 
Per eventuali operazioni di servizio sui portarotoli "22" e "23", è utile consultare un file PDF online.
     
 
     Caricare il portarotoli "Calumet C2".
     
  Il "Calumet", a differenza del "Graphic", non richiede la rimozione del vetro smerigliato, con i conseguenti rischi di spostamento della macchina e dell'inquadratura durante questa operazione.
Il Calumet si inserisce infatti sotto il vetro smerigliato, come un normale telaio portapellicola, anche se è molto più spesso (23,7 mm rispetto a 11,3 mm) e sottopone quindi le molle di tenuta del vetro smerigliato ad uno sforzo maggiore; il rischio di spostamento della macchina persiste, dato che l'inserimento è tutt'altro che agevole.
Nel Calumet entrambi i rocchetti sono posti da un solo lato e l'avanzamento della pellicola è comandato da una manovella, che a sua volta aziona la rotella del contapose.
"A vuoto" il Calumet pesa 812 grammi, rispetto ai 454 del "Graphic".
Il Calumet può ospitare sia rotoli 220 che 120; con i primi si ottengono 20 fotogrammi 6x7 cm, con i secondi se ne ottengono solo 10. Il contafotogrammi, pertanto, reca le cifre fino a 20.
    Il motivo del diverso numero di fotogrammi possibili con i due tipi di pellicola dipende da come esse sono rispettivamente confezionate. Il rotolo 220 ha infatti la striscia di carta nera solo nella "testa" e nella "coda", mentre la pellicola sensibile non ha protezione sul dorso. Il rotolo 120 ha invece l'intera lunghezza della pellicola protetta dalla carta nera dorsale. A parità di diametro del rotolo, quello 220 contiene quindi una quantità di pellicola doppia rispetto al 120; inoltre, l'asse del rotolo 220 è più sottile rispetto al 120, consentendo di ottenere qualche ulteriore centimetro in più di pellicola utilizzabile.
 
    Il passaggio al fotogramma successivo è possibile solo dopo aver premuto il pulsantino a lato del contafotogrammi, che sblocca la manovella.
La posizione "libera", che durante il caricamento del rotolo vergine consente di avvolgere sul rocchetto ricevente la giusta quantità di "testa", si raggiunge solo dopo aver superato il numero 20. Né la manovella né il contafotogrammi possono girare all'indietro.

Pertanto, se al momento del caricamento il contafotogrammi è in una posizione diversa , occorre eseguire la sequenza "premi pulsante -> gira manovella" fino a superare il numero 20; da quel punto in poi la rotazione della manovella non coinvolge il contafotogrammi.
  Il rotolo di pellicola vergine si inserisce in A, situato più in basso; B è il rocchetto ricevente, più in alto rispetto ad A. L'inizio del rotolo, con carta protettiva rivolta verso di noi, viene fatto passare sotto il pressapellicola C e sotto un rullo all'altra estremità del pressapellicola. D sono due pressori che, prima di chiudere il coperchio, vengono spinti di nuovo contro B, mantenendo la pellicola ben stretta mentre si avvolge sul rocchetto ricevente.
Notare il verso con il quale è inserita la carta sotto il pressore: la parte stampata è verso l'alto, la parte nera verso il basso.

Durante queste operazioni, naturalmente, lo schermo davanti alla finestra di ripresa deve essere ben chiuso, cioè inserito fino in fondo.
 

Dopo aver inserito la linguetta di testa nel rocchetto ricevente, si fa girare questo con la manovella fino a far comparire la punta della freccia in una finestrella del pressore
      A questo punto si chiude il coperchio, facendo scattare la chiusura a molla, e si gira il contafotogrammi fino alla posizione S (start).
Si gira di nuovo la manovella fino a che in corrispondenza dell'indice si posiziona il numero 1.
Il caricatore è pronto e può essere applicato sulla macchina.
  Prima dello scatto, naturalmente, lo schermo dovrà essere sfilato e poi reinserito.

Per passare al fotogramma successivo, si preme il pulsantino e si gita la manovella, fino a che non viene automaticamente bloccata al numero del fotogramma successivo.

Con i rotoli 120 le pose possibili sono solo 10. Scattata la decima foto, tenendo il pulsante premuto, si continua a girare la manovella fino a superare il numero 20.
Da quel punto in poi la manovella gira a vuoto. Si può quindi aprire il coperchio ed estrarre il rotolo esposto.

Il manuale originale, in lingua inglese, è disponibile qui.

 
Nel Calumet il percorso della pellicola è alquanto tortuoso. Secondo alcuni, questo determina una perdita di planarità della pellicola, con conseguente possibilità di sfocature.
Nei due esemplari finora utilizzati il fenomeno, per la verità, non si è mai verificato, avendo l'accortezza però di avvolgere la pellicola solo immediatamente prima dello scatto. Se la pellicola rimane a lungo a "dormire" all'interno si perde una certa quantità di tensione e questo facilita la deformazione rispetto al piano focale. Il fenomeno, come in tutte le macchine a soffietto, si aggrava per il "pompaggio" ed il "risucchio" determinato dall'apertura e dalla chiusura della macchina.

Il Calumet è comunque meccanicamente più delicato rispetto al Graphic, anche se più semplice. Accade talvolta infatti che non funzioni il blocco della manovella tra un fotogramma e l'altro: ciò è determinato dalla deformazione di uno dei due "arpioni" che governano il blocco, oltre che dal parziale bloccaggio in posizione "giù" del pulsante.
Si tratta di un problema facilmente risolvibile, seguendo le indicazioni di un apposito documento.
     
 

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