A chi e a che cosa serve

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  Le macchine prodotte dalla  Graflex e, prima, dalla Folmer and Schwing, hanno contribuito a fare la "storia della fotografia", attraverso le realizzazioni di Tina Modotti, Dorothea Lange, Edward Weston, Margaret Bourke-White, Lewis Hine ed altri. 
 
  


Edward Weston and his Graflex, foto Tina Modotti


Shells, foto Edward Weston

 



White dunes, foto Edward Weston


Woman of Tehauntepec carrying jecapixtle, foto Tina Modotti

  


Mexican sombrero with hammer and sickle, foto Tina Modotti


Dorothea Lange e la sua Graflex

  


J.R. Butler, President of the Southern Tenant Farmer's Union Memphis, Tennessee - Foto Dorothea Lange


Italians at Ellis Island, foto Lewis Hine

   


Power house mechanic working on steam pump, foto Lewis Hine


Tractor Factory, Stalingrad, foto Margaret Bourke-White

  


Diversion Tunnels, Fort Peck Dam, foto Margaret Bourke-White

Il sospetto è che questi fotografi avrebbero potuto realizzare capolavori anche lavorando con una fotocamera a foro stenopeico.
     
   Ma la Graflex 4x5" è anche indissolubilmente associata al nome di Arthur Fellig ("Weegee"), il fotoreporter americano la cui rapidità nel "cogliere la situazione", facendone oggetto di scatti che ne rendevano l'intero significato, è descritta nel film "The public eye" (Occhio indiscreto). 
  


Weegee e la sua Graflex in un ritratto famoso e, sotto, la locandina del film.
        
  


Fashionable people, foto Weegee


Simply add boiling water, foto Weegee

  


Lower East Side, foto Weegee


Joe Pesci "Weegee" in un fotogramma di "The public eye". La macchina è una Speed Graphic Anniversary con flash Graflex (precedente il Graflite); la parabola sembra regolata un po' troppo in basso. Nel film, Joe Pesci usa anche una Mercury I, una Super Ikonta 532/16 anteguerra con Tessar 2.8/80 n. 2168953 ed una Exacta con prisma.
   
Joe Pesci "Weegee" in un altro fotogramma del film


Un fotogramma della scena finale del film.

     
  La Graflex però non appartiene solo al passato.
Nel 2004 il fotografo David Burnett iniziò ad usare una Speed Graphic 4x5" e, come racconta in un suo articolo, ne rimase entusiasta. Con essa decise quindi di seguire le elezioni presidenziali degli USA nel 2004, utilizzando un obiettivo Aero Ektar 7" del 1942 prelevato da una macchina per ricognizioni aeree.

   
   
  La Graflex Crown Graphic, per le sue caratteristiche, si presta quindi sia alla fotografia "di composizione" che alla fotografia "d'istinto". I "movimenti", seppur limitati alla standarta anteriore, consentono l'elaborazione di fotografie che superano i limiti prospettici e di messa a fuoco su piani diversi delle macchine con "ottica stabile", con in più il vantaggio del grande formato. Anche con ottiche "economiche" i risultati sono di livello superiore.  Nella foto a colori, purché non si tratti di obiettivi di vero antiquariato, si ottengono  risultati eccezionali anche con obiettivi non "multicoated", a patto che le pellicole siano trattate da laboratori di livello adeguato.
Laddove però si rendono necessarie prestazioni esasperate, in cui "movimenti" ampi sia anteriori che posteriori sono indispensabili, occorre passare ad una "view camera" (quella della stessa Graflex, ad esempio), accompagnandola con obiettivi in grado di "coprire" il negativo per queste particolari esigenze.
   
  Riferimenti:
Le foto d'archivio sono tratte prevalentemente dal sito "Masters of photography", in http://www.masters-of-photography.com .
David Burnett ha raccontato le sue esperienze con la Speed Graphic in un articolo in The DigitalJournalist  ed ha giustificato la scelta in un articolo in The New York Times .
     
 

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