Una seria concorrente: Busch Pressman

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              Caratteristiche generali e pregi  
     

           

  Le Pressman, in entrambe le versioni (2-1/4x3-1/4" e 4x5"), mostravano una grande cura nella progettazione, la scelta di materiali di prim'ordine, una costruzione accurata e di grande precisione.
Il modello più piccolo aveva il corpo di legno, mentre il modello 4x5" era interamente in alluminio. In entrambi, tutte le parti metalliche erano costruite con una precisione ed un grado di finitura maggiore rispetto alle Graflex di quel periodo, con una particolare cura nella realizzazione.

Il modello più grande aveva il dorso girevole, riprendendo quindi dalle Graflex più antiche una caratteristica comoda perché consentiva di cambiare con facilità l'inquadratura di ripresa.

Ma il pregio principale, in entrambi i modelli, era la varietà e l'ampiezza dei "movimenti" consentiti.

   
    Il basculaggio lungo l'asse orizzontale (tilt) è sia verso dietro che verso avanti, per 35° complessivi.

C'è naturalmente anche la possibilità di ruotare verso il basso, di circa 20°, il binario su cui scorre la standarta.
 

  I movimenti laterali e verso l'alto della standarta sono notevoli ed il doppio di quelli della  Graflex: rispettivamente, nel modello 4x5", 4 e 5 cm; proporzionalmente inferiori nel modello più piccolo, ma sempre ben maggiori rispetto alle Graflex.

Questo consente una più ampia utilizzazione nelle modificazioni prospettiche, avvicinandola alle prestazioni delle fotocamere da studio, ma con il pregio dell'ingombro più ridotto e della portabilità.

  Il dorso girevole è disponibile solo sul modello 4x5" e si attiva estraendo il pomello indicato dalla freccia.
 

Se sono i particolari che "fanno la differenza", vediamo qui, dal modello 4x5", il meccanismo di blocco dello scorrimento della standarta ed uno dei grandi "infinity stop", la scala delle distanze con la piccola lente di ingrandimento e, nel modello più piccolo, il meccanismo di correzione della parallasse per mezzo di una levetta integrata nel mirino ottico. 
   
  Ma la caratteristica più innovativa della Pressman, nel modello maggiore, fu il telemetro con sistema "Vue-focus", che consentiva di mostrare la "doppia immagine" non nella piccola finestrella del Kalart (o in quella, solo di poco più grande, del "top rangefinder"), ma nell'ampia inquadratura del mirino ottico.  Era quindi possibile tenere sotto controllo nello stesso tempo sia l'inquadratura che la messa fuoco.

Il telemetro "Vue-focus" era disponibile, fin dal 1949, solo nel modello più grande ed in alternativa al Kalart. Era basato su un meccanismo complesso e meccanicamente raffinato, adeguato ad un produttore che si fregiava del titolo "Precision Camera Company".

Nessuna delle Busch possedeva invece l'otturatore sul piano focale, entrato in disuso nel fotogiornalismo.
Anche la lente di Fresnel non era di serie nelle Busch; il suo inserimento era possibile solo modificando il dorso con il vetro smerigliato, curando di non modificare il piano reale di messa a fuoco.

Nessuna delle Busch possedeva inoltre il dorso Graflock o qualche sistema ad esso assimilabile: i dorsi erano comunque "a molla".
Questo rendeva più difficile l'uso di caricatori con pellicole 120; più difficile, ma non impossibile, come si vedrà in un'altra pagina.
I telai portapellicola delle Busch erano invece perfettamente compatibili con quelli in uso per le Graflex.

 

  L'insieme di queste caratteristiche e l'uso abbondante di particolari metallici surdimensionati non rendevano però le Busch molto più  pesanti rispetto alle Graflex.
Il modello 2-1/4x3-1/4 della Busch pesava infatti 1.640 grammi, rispetto ai circa 1.560 della Graflex di uguale formato. Il modello 4x5", con Vue-focus, pesava invece 2.580 grammi, rispetto ai 2.520 della Crown Graphic.
   

 

  Fonti:

          http://www.xs4all.nl/~lommen9/Busch/page4.html
     

   
   
 

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come funziona il "Vue focus"

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