An ci ripensa: "Niente corteo con i fascisti"
Annullata la contromanifestazione per il rischio di essere confusi con Forza nuova: "Era da idioti"
ROMA (g.c.) - Nella mattinata sono partiti i fax indirizzati
a tutti i circoli con il nuovo ordine: il controcorteo organizzato dalla federazione
romana di An nella settimana del Gay Pride è annullato. Lo ha deciso l'esecutivo
della Capitale dopo alcuni giorni di discussione ma infine all'unanimità.
Ben ponderato, è stato d'altra parte l' unico dilemma che ha scosso la granitica
posizione di Alleanza nazionale contraria in toto alla manifestazione dell'orgoglio
gay nella città del Giubileo.
"An rinuncia a sfilare. Faremo un sit in davanti al Senato venerdì prossimo
per rivendicare i diritti della famiglia", spiega ieri Antonio Mazzocchi,
deputato, avvocato, ex Dc. A far cambiare idea alla corrente della destra
sociale, la più propensa a scendere in piazza per una manifestazione antagonista,
è stato il timore che nel corteo si infiltrassero i militanti di Forza Nuova
che ai gay hanno dichiarato guerra e, sabato scorso, in un corteo con croci
celtiche e slogan fascisti hanno invocato le fosse dei leoni per gli omosex.
"Troppo forte il rischio di strumentalizzazione e che si inserissero
militanti dell' estrema destra", ammette il commissario della federazione
romana e europarlamentare Roberta Angelilli. "Sfilare sarebbe stato da
idioti", dice Maurizio Gasparri vice capogruppo di An alla Camera, ritenendo
che "la gente saprà giudicare da sola soprattutto se la manifestazione
sarà sconcia come tutto lascia prevedere". Che la contro manifestazione
fosse inopportuna lo aveva già segnalato Adolfo Urso. "Inopportuno il
Gay Pride ma anche qualunque altro corteo per esprimere l'antagonismo. Lo
facciano i gruppuscoli ma non An che è la prima forza politica della Capitale
sicuramente votata anche dagli omosessuali". Come dire, né con i gay
né con Forza Nuova. Più pragmatica Alessandra Mussolini, la nipote del duce,
si limita a osservare: "Cosa vogliono ottenere? Si manifesta per avere
dei risultati, il Gay Pride è solo il segno di un'emancipazione non avvenuta.
Il movimento omosex non ha ancora trovato un leader e non ha capito che bisogna
fare i conti con la realtà, in Italia con il Vaticano". "No comment"
invece di Francesco Storace il governatore di An della Regione Lazio che ha
dato fuoco alla miccia delle polemiche in campagna elettorale, due mesi fa.
E per la serie destra e gay, un esponente della Fiamma Tricolore, Marco
Guaraldi di Ferrara ha annunciato che "dopo tante discriminazione perché
fascista" rivendica il proprio coraggio e sfilerà al Gay Pride.
(La Repubblica, 4 luglio 2000)