LA
MANIFESTAZIONE DI FORZA NUOVA
Giovani,
neri, croci celtiche e saluto fascista
ROMA - Giovani e
giovanissimi sfilano lungo via dei Fori Imperiali, si lasciano alle spalle il
Colosseo e arrivano a piazza Santi Apostoli, attraversano il centro storico di
Roma. Gridano slogan contro gli omosessuali, si fermano un minuto a piazza
Venezia sotto il balcone «del camerata Benito Mussolini» per fare il saluto
romano. Eccolo il corteo nazionale di Forza Nuova, organizzato ieri pomeriggio
contro il World Gay Pride. La manifestazione - alla quale partecipano 250
persone secondo la polizia, un migliaio per gli organizzatori - si apre con un
grande striscione di colore blu con la scritta «Forza Nuova, unica opposizione»
e si conclude senza incidenti. Tutto il resto è nero: le magliette, le bandiere
con la croce celtica, i giubbotti indossati dagli uomini del servizio d’ordine.
Nella piazza, Roberto Fiore, il segretario del Movimento di estrema destra,
risponde a chi gli chiede se Forza Nuova impedirà ai gay di sfilare l’8 luglio
fino al Colosseo (il percorso finora è stato autorizzato solo da piazzale
Ostiense al Circo Massimo). «Noi siamo rispettosi dei permessi, vorremmo che
anche altri lo fossero - sostiene Fiore - e chiederò alla Questura che una
nostra delegazione di venti, trenta militanti verifichi, in concomitanza dela
sfilata, se il corteo gay raggiunge il Colosseo. Faremo le cose in modo
politicamente aggressivo, ma rispettoso delle leggi. Speriamo non ci sia uno
scontro fisico». La manifestazione di ieri è stata ripresa dalla polizia che
invierà il filmato all’autorità giudiziaria per verificare se, per il saluto
fascista e le bandiere celtiche, si ravvisano dei reati.
I manifestanti sono giunti da varie città del nord, Alessandria, Torino,
Verona. Molti giovani hanno le teste rasate. Pochissime le donne. Scortati da
un fittissimo schieramento di forze dell’ordine, i militanti procedono
lentamente. La musica (celtica), diffusa da un autocarro che apre la sfilata,
si ferma solo quando i militanti gridano gli slogan. Uno di questi scandisce,
sulle note di una canzone di successo attuale, «L’unico culto del gay pride è
la banana», «Dal Colosseo alla città, il gay pride non passerà».
Be.Pi.
(Il Messaggero, Domenica 2
luglio 2000)