Arrivano i buoni

 

…arrivano i buoni ed hanno le idee chiare, ed hanno già fatto un elenco di tutti i cattivi da eliminare…ma chi l’avrebbe mai detto che erano così tanti i cattivi da eliminare?… (“Arrivano i buoni” E.Bennato)

 

 

 

Guardando le immagini fotografiche sui quotidiani e sentendo le notizie provenienti dalla città di Genova in questi giorni, mi torna in mente quello che io scrissi in occasione di una nostra manifestazione, svoltasi a Milano l’11 Novembre 2000, per protestare contro la riunione della commissione Trilateral ed i successivi episodi di violenza perpetrati da “centri sociali”. Odio profetizzare, ma mi risulta inevitabile dover far notare l’evidenza dei fatti, che purtroppo, anche se in quel giorno di Novembre la data delle elezioni politiche in Italia era ancora assai distante, si andavano a formare. Nel mio conseguente redazionale dopo i fatti accaduti (“In quel giorno di San Martino”), così scrivevo in riferimento ad alcune realtà politiche di “sinistra” e i “centri sociali” loro braccio “armato”: “Il fine ultimo e principale è un preciso piano per arginare, con l’ausilio della violenza, la perdita che subiranno nelle prossime elezioni le sinistre…..Non è sicuramente per la nostra presenza che verranno sconfitti, ma è ovvio che se i poteri forti, e la commissione Trilateral ne è uno degli esempi più lampanti, riescono, con i controlli finanziari da parte delle banche centrali a piegare sotto il loro volere le nazioni e i loro governi, altrettanto forte motivo di pressione è la violenza, gli scontri di piazza. Infine, con una precisa strategia della tensione, ricattare e contrattare ruoli e posizioni predominanti nel governo…..” . Su una cosa mi sbagliavo in ciò che ho scritto, più precisamente la definizione di scontri di piazza in ciò che realmente si è trattato: guerriglia!

Centinaia di feriti fra le forza dell’ordine e manifestanti, negozi saccheggiati e distrutti, case ed autovetture incendiate, arredi e segnaletiche urbane demoliti, danni per miliardi di lire, una città nel caos…..sotto assedio e purtroppo un morto.

Mi sono soffermato molto, più che sulla lettura degli articoli, sulla foto di copertina del quotidiano “Libero” di Sabato 21 Luglio, osservavo e meditavo sull’immagine di quel ragazzo morto, riverso sull’asfalto con un passamontagna calato sul volto  in una pozza di sangue ed ho pensato ancora a quello che scrissi il Novembre scorso, cambiando semplicemente un nome e variando al maschile la “vittima”: “Ora ti chiedo….. Tu! Si proprio tu…..ragazzo dei centri sociali!  Sei proprio sicuro di quello che ti hanno detto? Non ti sei chiesto perché il G8 ha ricevuto solo un piccolo disturbo, mentre un tuo compagno giaceva a terra con il cranio sanguinante? C’è poca differenza se è stato un manganello o un proiettile di Stato, una spranga rossa o un manico di piccone nero, il colore del sangue sull’asfalto non cambia e…..il loro potere aumenta”. Osservavo la foto, guardavo quell’immagine “forte” e il colore del sangue di Carlo Giuliani (questo  il nome del ragazzo) sull’asfalto non cambiava, certamente non diverso dal mio o di qualunque altro compagno o camerata. Personalmente se fossi stato nella stessa situazione in cui si è trovato il militare che gli ha sparato in faccia; assediato, minacciato e ferito, avrei svuotato non solo il mio caricatore, ma anche quello dei miei commilitoni addosso a coloro che minacciavano la mia incolumità. Non voglio innescare una polemica su questo episodio luttuoso, preciso solamente che Carlo è morto per la precisa volontà di chi gli ha dato l’opportunità di scendere in piazza con intenti di violenza per perseguire fini politici “sinistri”. La globalizzazione e il mondialismo non si combattono con la violenza, questa rafforza solo i poteri forti, le numerose guerre da loro innescate nel corso della storia e della loro ascesa lo hanno insegnato più che bene, la prova di tutto ciò è semplicemente visibile con la scelta di una città come Genova per una riunione tanto contestata. Genova è indifendibile in termini d’ordine pubblico di quella portata e i risultati lo hanno dimostrato, sarebbe bastato che si fossero riuniti in pieno oceano Pacifico a bordo di una nave, sull’ Air Force One, in un tendone in mezzo al deserto del Sahara o nell’Artico, tanto…..”sono o non sono i padroni della terra?” (E. Bennato). Questo caos è servito egregiamente a tutti, alle “sinistre” come prova di forza per incominciare la ripresa del potere e ai “Poteri Forti” per sdoganarsi come pacifici magnati per il bene dell’umanità attaccati violentemente. Anche contro i vari cortei pacifici a Genova ci sarebbe molto da dire, riassumo brevemente la mia considerazione: ipocriti! Ipocriti perché sapevano benissimo cosa sarebbe successo, loro erano solo il supporto numerico per gonfiare le file di quelle poche centinaia di professionisti del caos. La tattica è sempre stata la stessa di sempre: piccoli gruppi attaccano le forze dell’ordine e si nascondono fra i pacifici, queste reagiscono e finiscono con l’attaccare anche chi non centrava nulla. Era risaputo che sarebbe successo, ma nonostante questo si è finto di non saperlo, persino dopo la dichiarazione di “guerra” di uno con i capelli unti come Casarini, si è completamente ignorato lo scenario che si andava creando. Sarei invece curioso di sapere dove avevano parcheggiato le auto i vari camalli che minacciavano di scendere in piazza contro di noi lo scorso mese a Genova, visto che nei loro garage hanno le “ruspe antifascisti”! Di sicuro anche qualcuno di loro ha pagato la loro “fede” o per meglio dire obbedienza (visto il fatto che sono una lobby comunista) politica con il rogo della propria auto ( lo spero proprio, se lo meritano ). Ma sospetto che siano andati altrove con la famiglia, magari ancora al mare, sicuramente le ruspe ben modificate per l’occorrenza avrebbero sfondato i cordoni di sicurezza e non solo quelli, orde di manifestanti le avrebbero seguite e il gioco era fatto, tanto la presenza di armamenti anticarro tipo Milan o Tow nella dotazione delle forze dell’ordine non sono previste…..e allora? Mandiamo dei ragazzini con i sassi o gli estintori! Bastardi! Sapevano che il 27% dei Carabinieri erano ausiliari, poco più che ventenni e se si fa l’addizione: pistola + ragazzino + aggressione, il risultato è un proiettile che esce dalla canna che magari si và a conficcare nel cranio di un altro ventenne.Tutto era stato programmato, come in un copione, non dobbiamo meravigliarci ne scomporci troppo, la scelta del luogo, le trattative, il sicuro martire. Per questo motivo, nessun dirigente di Forza Nuova ha deciso di organizzare manifestazioni che in ultima analisi avrebbero prestato il gioco di entrambe le parti come è successo in via Valtellina a Milano. Questo non vuole dire che non faremo mai più manifestazioni contro i nostri nemici, significa che intensificheremo i nostri metodi ed azioni di lotta, che contrariamente alle sinistre saranno popolari e non vandaliche contro il popolo, come ampiamente hanno dimostrato in questi ultimi giorni. Di quanto noi “estremisti”, come tanto amano chiamarci i mass media, siamo violenti, ne hanno dato prova gli amici e camerati del “Veneto Fronte Skin”, che a Treviso, in 300, hanno manifestato il loro dissenso contro il G8, la globalizzazione e il mondialismo senza che un solo episodio di violenza si sia verificato o qualche cosa fosse stato rubato o danneggiato. Cosa succederà in Italia dopo questo G8 e i  risultati della protesta contro di lui? Nella peggiore delle ipotesi ( mi auguro tantissimo di sbagliarmi ) l’attenzione si dovrebbe spostare su di noi, rispolverando il vecchio antifascismo, i “centri sociali” intensificheranno gli attacchi sino al peggio, fino ad innescare la legge dove il sangue chiama sangue, questo sta già accadendo, anche se marginalmente, nel sud del nostro paese. Nel frattempo, l’appuntamento del Global  Social Forum è stato un albero con i frutti maturi, inizieranno, se non sono già iniziati, gli arruolamenti nei gruppi terroristici, non ci credete? Meditate su questo preparativo!: Un terrorista (Negri) che tiene conferenze in un centro sociale può significare solamente una cosa: avete visto?…..nonostante tutto sono ancora qui, vivo e vegeto ma sopra a tutto…..sono libero! ( Se qualcuno si permette di fare un paragone con chi so io, si becca una bella denuncia così ci apriamo un'altra bella sede, questa volta con la tv satellite e il giardino! ). E’ notizia di poco tempo dopo che a Genova era stato “intercettato” anche un ex brigatista. Non dimentichiamoci dei cari e vecchi scioperi che a profusione ci inonderanno, per i motivi più disparati la penisola. Purtroppo c’è anche da notare un rilevante aumento di adesioni fra i gruppi anarchici o autonomi, pare sia adesso molto di moda fra i più giovani cerebrolesi far parte di questi estremismi di sinistra. Prima c’erano le tutine bianche, ma dopo le ripetute botte elargite ai compagni dalle stesse e le figuracce da pesce lesso del loro leader in televisione i “sinistri” figuri del “Black block” (Schwarzes chaoten chaoskrieger) sono improvvisamente passati in testa alle classifiche dei gruppi più ricercati. Resta solo un piccolo particolare che potrebbe fare discutere molto sulla loro linea ideologica: considerando che ogni anarchico che si rispetti, rifiuta ogni tipo di governo e di conseguenza tutto ciò che prevede ogni forma istituzionale, compreso un suo esercito, mi chiedo ora come e dove abbiano imparato a spostarsi inquadrati se rifiutano l’obbedienza. Peggio ancora: se non ubbidiscono a nessun uomo (Dio non sanno nemmeno cosa sia ) come possono obbedire al rullo di un tamburo e marciare in divisa (post-atomica ma sempre divisa era!)? Strani personaggi costoro! Vorrei personalmente concludere un dibattito commentandolo. Un dibattito che molto ha infervorato vari forum su Internet e precisamente quello se era doveroso per ogni camerata portare onore a Giuliani. Certamente si! Dobbiamo a lungo onorare il ricordo di Giuliani e le sue opere, anzi prendere esempio dalla sua vita. Quindi! Onore a padre Reginaldo Giuliani (medaglia d’oro al valor militare), padre centurione Domenicano e cappellano militare della I Brigata “Eritrea”, che tanto si prodigò nell’assistenza dei feriti e il recupero dei caduti. Giuliani, ferito notevolmente si gettò contro i nemici, croce alla mano, per cercare di evitare che questi seviziassero i corpi dei moribondi. Perseverò fino ad immolarsi come un martire, morì per i colpi di scimitarra ricevuti a passo Uarieu, in Etiopia il 21 Gennaio 1936.

 

Luca Pilli

 

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