I tre porcellini
“Sabato 30 Giugno 2001 a Genova, Manifestazione interregionale, 1960-2001 Fine di quarant’anni di cattocomunismo” citava il volantino che richiamava i Forzanovisti lombardi. “Siam tre piccoli porcellin Cgl Cisl e Uil, e il potere agli operai non daremo mai!” cantava un giovane e spensierato Forzanovista con il volantino in mano, mentre udiva le tonanti minacce dei sindacati: Se i Fascisti scendono in piazza…..Sciopero generale!
Eccelsi strateghi e fini conoscitori della classe che dovrebbero
difendere, i sindacati non hanno tenuto conto che il giorno d’appuntamento
per i “Fascisti” a Genova era un Sabato e che in Italia questo non è un giorno
lavorativo per le industrie. Non è lavorativo neanche per un popolo che oltre
che eletto da Dio, ora lo è anche dal popolo italiano sotto forma di governo
per l’altissima percentuale massonica fra i suoi Deputati e Senatori (vedi
fra questi, un imprenditore
nanopelato e ricchissimo del quale non ricordo il nome ma
che non ha mai rinnegato la sua appartenenza alla loggia massonica P2). Qualcuno
ha forse dei dubbi sulle origini della massoneria?
Comunque i primi a rispondere all’appello dei porcellini
sono stati i “Camalli”.
Camallo deriva dalla parola cammello ed è il nomignolo dato
agli scaricatori di porto e più propriamente a quelli genovesi. Cammello perché
un tempo i carichi e scarichi delle navi si effettuavano a forza di braccia,
rampini e schiena. Attualmente gli scaricatori portuali dispongono di molti
mezzi meccanici per facilitarne il duro lavoro, ed è proprio con quelli, che
questa potente lobby “rossa” voleva rispondere all’appello dei loro padroni
dichiarando: “scenderemo in piazza per contrastare i Fascisti, con le ruspe…..”.
Come se ogni Camallo che si rispetti possieda nel garage
di casa una ruspa od un muletto per lo scarico delle merci!
Ovviamente no, viene quindi da pensare che volevano appropriarsi
indebitamente di quelle esistenti al porto.
Resta comunque per il povero Camallo, che duramente a lavorato
per una settimana, il problema di dover rinunciare al fine settimana da trascorrere
con la moglie e i Camallini.
Intanto il Sabato mattina , puntualmente, la mobilitazione
Forzanovista si è fatta sentire.
La militanza del Nord-Ovest al completo era pronta a recarsi,
nonostante le minacce e i divieti, dopo Bologna, nella seconda città “rossa”
da espugnare.
A Milano era mattina inoltrata e prima della partenza si parlava a gruppi fra noi militanti, quasi
in mezzo alla strada, sotto gli occhi vigili degli agenti Digos, che ci avrebbero
seguito fino alla nostra destinazione.
Lo scopo della manifestazione che eravamo in procinto di
effettuare era quello di porre le basi per una precisa politica, nella quale
Forza Nuova si riprenderà quegli spazi che la politica italiana ha sempre
negato a chi non si conforma alla mediocrità. Si discuteva del passato e di
come noi, a distanza di pochi giorni dall’anniversario di quel congresso indetto
nel Luglio 1960 dall’allora Movimento Sociale Italiano e mai realizzato, ci
ne sentivamo i continuatori ideali.
Il volantino distribuito dalla segreteria regionale per questa
iniziativa, spiegava in maniera chiara e sintetica lo svolgimento dei fatti
di quegli anni:
“Fino al 1960 il MSI ebbe un ruolo importante nel panorama
politico italiano. Tanto da risultare determinante nel marzo del’60 per la
consegna della fiducia delle Camere al governo Tambroni. Dal dopoguerra era
il primo governo appoggiato direttamente dai Fascisti. Le prime azioni del
governo Tambroni sono tese alla politica sociale e, dopo anni, i prezzi dei
generi alimentari di prima necessità subiscono una drastica riduzione. Le
sinistre sono disorientate, il PCI (Partito Comunista Italiano) è sconcertato
e l’ala della sinistra laica della DC (Democrazia Cristiana) è in preda alla
rabbia. Sembra che l’esperimento dei “Fascisti al governo” possa durare e
portare i suoi frutti. Ma l’incanto dura poco. Il MSI (Movimento Sociale Italiano)
indice a Genova il congresso nazionale del Partito nelle giornate dal 02 al
04 Luglio. Fino a quel momento l’”antifascismo” fu un dato del tutto irrilevante
nella società italiana, venne indotto proprio nel ’60 per fare il giro di
boa alla politica dell’arco parlamentare, ma non ebbe mai caratteri di spontaneismo.
Il PCI scatena la piazza contro l’occupazione fascista di Genova, città “medaglia
d’oro della resistenza” (ma anche secondo Fascio di Combattimento d’Italia,
dopo quello di Milano, ndr). La protesta scoppia in tutte le città. Nei giorni
antecedenti il congresso non si contano gli scontri tra manifestanti e polizia,
i comunisti a Genova tentano di affogare un capitano della Celere in una fontana.
Da più parti si crede che sia la scintilla per la rivoluzione in Italia. I
Missini sono accampati appena fuori Genova in attesa degli ordini della Direzione
Nazionale per raggiungere comunque la sede del Congresso. La situazione è
tesa, il governo è in bilico e la Dirigenza missina decide di non svolgere
il congresso. Il 19 Luglio del 1960 Tambroni è costretto a dimettersi, i Fascisti
escono dal Governo ed entrano nel “ghetto”. Inizia l’era del compromesso storico.
Del centrosinistra, del cattocomunismo. Dopo il 1960 nulla sarà come prima”.
Gli autobus che ci avrebbero portato in Liguria partirono
puntuali con la nostra “scorta” affidataci (senza richiesta) dal Ministero
degli Interni al seguito.
All’arrivo del casello autostradale Genova Nervi ci siamo
subito accorti del clima di tensione che viveva il capoluogo ligure, anche
in vista della prossima riunione del G8. Polizia in assetto antisommossa con
casco, manganelli, scudi, cannoni, lacrimogeni e missili terra-aria, aria-terra,
aria-aria ed intrusivi per la delizia dei gay anch’essi presenti nel circo
dell’anti G8, Digos e Uigos con palette, lampeggianti e facce alla Clint Eastwood,
Anas e giovani Carabinieri del battaglione molto divertiti per le esagerazioni
dei “cugini” nei nostri confronti.
Un ora sotto il sole, loro, noi sempre sotto il sole ma con
l’aria condizionata e frigorifero, poi le trattative.
Alcuni dirigenti Forzanovisti, fra cui Correggiari di Bologna,
noto e stimato avvocato, che ci ha evitato una inutile perquisizione, portavano
avanti le trattative per essere autorizzati a raggiungere il luogo d’incontro.
Per un momento si era pensato, vedendo arrivare un pulmino
della Polizia, all’arrivo dell’unità cinofila, ma era solo il rifornimento
idrico per gli agenti di Polizia. E i Carabinieri? I ragazzi con le divise
nere, cocenti sotto il sole, soffrivano alla vista dell’acqua e si poteva
chiaramente leggere sulle loro labbra le considerazioni per i “cugini” che
si strafocavano alla faccia loro. Qualcuno della questura ha avuto anche la
faccia tosta di andare a stringere la mano ad un Maresciallo dei Carabinieri
per salutarlo, con incollata alle labbra una bottiglietta di acqua minerale
ghiacciata. Tanto valeva che portassero anche delle poliziotte in bikini per
fare soffrire maggiormente i giovani dell’arma!
Le trattative finirono e il risultato fu che nessun cambiamento
nel nostro programma era stato accettato. Ad uno a uno, gli autobus partirono
scortati a sirene spiegate verso la sala che ci avrebbe ospitato.
Non sono mancati gli inconvenienti durante la “corsa” verso
il luogo convenuto e per questo sarebbe interessante promuovere una iniziativa;
fare aggiungere al questionario per entrare in Polizia una serie di domande:
Può un autobus, carico di Forzanovisti a Genova passare sotto
un ponte alto mt 330, quando il predetto mezzo è alto mt 365? Secondo gli
agenti di scorta si! Aggiungo: può un autobus fare inversione di marcia in
una strada larga mt 5 con ai lati parcheggiate delle autovetture di colore
scuro? (il colore non c’entra nulla, serve solo a confondere le idee) Secondo
gli agenti di scorta si!
Proponemmo subito una campagna contro le barzellette sui
carabinieri per farne altre sulla polizia di Genova.
Dopo alcune peripezie siamo giunti a destinazione, una fila
di fotografi e cineoperatori ci attendeva e una ripida scala ci portò nella
sala che ci avrebbe ospitato. Tutta la militanza della Lombardia, Toscana,
Liguria e Piemonte era mobilitata ed è intervenuta per questa importantissima
iniziativa che come ha giustamente fatto notare nel suo intervento oratorio
il responsabile genovese di Forza Nuova, Angelo Riccobaldi <<In questo
giorno si fa la storia!>>
Vorrei personalmente aggiungere a questa affermazione, che
ritengo comunque valida, queste parole: Da questo giorno inizia la storia!
Tanto è vero che dopo un interessantissimo intervento di Mario Di Giovanni,
nostro dirigente nazionale e scrittore, esperto in mondialismo e globalizzazione,
nel quale ha perfettamente e precisamente identificato i “nemici” che ostacoleranno
il nostro cammino, il nostro segretario nazionale Roberto Fiore ha stabilito
le linee da seguire per “ricostruire” Genova, il cui porto è sempre stato
il maggiore ed incontrastato per operatività in tutto il mediterraneo ed ora
è in condizioni disastrose, aggiungendone anche la città che è ormai in preda
da migliaia di extracomunitari clandestini e il cui centro è divenuto ormai
teatro dei più loschi e turpi traffici come droga e prostituzione. Ha poi ricordato la storia dicendo che “Italiani”
e più precisamente Genovesi al fianco di Spagnoli e Maltesi su iniziativa
di papa Pio V e alla guida di Don Giovanni d’Austria nel Maggio del 1571,
fermarono l’avanzata Turca e quindi Islamica nella battaglia di Lepanto. Ha
ricordato anche che il numero era nettamente inferiore e grandissima la flotta
orientale, ma l’unione “europea” e la fede, sono state delle potentissime
armi che hanno sbaragliato un enorme nemico, questa vittoria non ha segnato
l’inizio di una auspicata vittoria cristiana, ma pose le premesse per una
vigorosa ripresa cristiana. Premesse in cui confidiamo ora, con l’operato
di molti movimenti a noi affini, per tutta l’Europa. A concluso il suo discorso,
congedando tutti noi da questo storico appuntamento con le parole: “Italia
alzati e cammina!”.
Ah già…naturalmente delle ruspe, gru e carri armati del porto,
non se n’è vista nemmeno l’ombra.
Il buon e saggio Camallo, non essendo un giorno lavorativo
ha deciso di portare la famiglia in spiaggia al mare.
Luca Pilli