Come un incontro
Tengo tra le mani una videocassetta. Di
un concerto. Un concerto che non avrei dovuto vedere. Che nessuno avrebbe
dovuto vedere. Il concerto di un cantante non ha potuto esibirsi davanti al
SUO pubblico. E che mai più potrà! Provo una forte emozione. La mia mano bianca
stringe questa videocassetta nera come fosse un oggetto prezioso. La mia piccola
mano bianca scorre su questa custodia, esitante, come se potesse trarne delle
percezioni tattili uniche. E il mio cuore comincia a battere leggermente più
velocemente. In realtà non so cosa mi aspetto dalla visione di questo filmato
ma mi sento eccitata.
Da quasi un anno la SUA musica fa da colonna
sonora della mia vita. Eppure non sapevo nulla di LUI. Insomma...non molto.
Non avevo mai neppure visto una SUA foto. E associavo il SUO nome ad un movimento
politico del quale, però, non m’interessava granché. Per mesi ho vissuto un
rapporto strano con LUI. Già...non mi preoccupavo di carpire quante più informazioni
possibili LO riguardassero, cosa piuttosto normale per i “fan” di un’artista!
Ed infatti per me non poteva essere così! Certo io non ero una SUA fan.
LUI esisteva...da qualche parte - a Londra - LUI viveva una vita vera!! Diversa da quella di un qualsiasi altro
cantante. E proprio per questo la SUA musica io non l’ascoltavo: LUI mi parlava.
Mi diceva: “Cinzia... vieni, vieni su questa terra, vieni figlia della luna
/ tra le notti dell’Inghilterra, che di notte non ne ha nessuna. / (...) /
E portati tanti sogni, perché dei sogni non puoi farne a meno / saranno sempre
i tuoi sostegni, ti lasceranno sempre con qualcuno. / (...) / Portati tanto
coraggio, che la paura ci farà tremare / anche se in fondo, alla mano peggio,
quando succede ti potrò abbracciare”. Ed io, allora, di paura ne avevo proprio
tanta! E non avevo bisogno di conoscere la SUA faccia per sentire più forte
dentro di me il potere delle SUE parole.
Col tempo, però, ho avuto modo di vedere
un’immagine che LO ritraeva. Subito ai miei occhi si è concretizzato come
un padre, come un “maestro”: come uno di quegli insegnanti del liceo che ricorderai
per sempre perché ti hanno trasmesso qualcosa in più di semplici nozioni.
Quella barba, poi, LO faceva sembrare anche tanto saggio - sorrido mentre riporto una considerazione
così ingenua e fanciullesca! E seguitava a parlarmi, a rivolgersi a me, con
quelle parole che mi spiegavano cosa fossero l’onore, la fede, l’amore, l’esilio,
l’Europa, il coraggio, i ricordi, il passato, il futuro.
Non LO avevo mai, però, osservato muoversi
nello spazio/tempo. Mai in un’intervista e certamente non di persona. Mai...fino
a questo 10 marzo 2001. Di quel breve passaggio televisivo ho comunque un
ricordo molto approssimativo e confuso...le mie lacrime offuscavano l’immagine
del SUO volto. Ora... ora che è morto mi basta inserire questa cassetta nel
videoregistratore per guardarLO mentre mi parla. Sono commossa. Del resto
LUI stesso mi ha sempre detto: “...quasi non ci vuole niente / a scivolarti
dentro gli occhi / e a rapinarti dalla gente.”
Adesso L’ho visto...adesso non piango
più! Adesso il SUO ricordo non me lo toglierà più nessuno!! La mano sinistra
in tasca, le spalle aperte, la testa reclinata sul microfono, gli occhi socchiusi,
sembrano stanchi invece sono gli occhi di un uomo che ha vissuto e sofferto:
bastano i SUOI occhi a raccontare la SUA storia. Parla con ironia ma la SUA
voce dolce trasmette molto più di quanto potrebbero tutte le parole del mondo.
Prima ero triste...ora non lo sono più!
Ora sono serena ed in pace! Nessuno mai potrà cancellare dalla mia mente la
SUA memoria e dal mio cuore i valori e i sentimenti che LUI mi ha dato l’impulso
a cercare e a coltivare. Sembra quasi una lettera d’amore...provo un po’ d’imbarazzo
nel rileggerla: mi sento una sciocca! Eppure sono convinta che quello che
volevo esprimere con questi pensieri sia chiaro a molti...e con questa certezza
ritorno, tranquilla, alla mia quotidianità.