A Bergamo
Da lungo tempo con lo stesso accanimento delle zecche, pulci e pidocchi, quali possono essere certi individui, persistono a chiedere sangue. Mi riferisco ad una situazione che si è venuta a creare in Bergamo, nella quale città, “eroici” parassiti sono stati protagonisti d’azioni intimidatorie e minacce nei confronti dei nostri Camerati. Prima in dieci contro una ragazza, poi in quindici contro un minorenne ed infine con l’aggiunta di percosse, venticinque contro uno! Questa volta hanno sparato sulla Croce rossa! La nostra sede di Bergamo, guidata molto saggiamente da Michele, non ha mai creato disagi o problemi alla cittadinanza, tanto è il senso di civiltà e educazione dei suoi militanti, un classico esempio dello spirito di ricostruzione nazionale che ci appartiene e contraddistingue, ciò nonostante sono in continuazione attaccati vigliaccamente. Anche in occasione della presentazione dei candidati alle elezioni, dove una comoda sala comunale era stata appositamente affittata, i centri sociali più specificatamente l’eroico Paci Paciana, che da qualche tempo ha iniziato la sua scalata all’interno della loro area come in passato per la Talpa e L’orologio della provincia d’Imperia, finiti poi malamente, ha indetto una serie di presidi di sale vuote, piazze e aggressioni. Fino al punto di costringere la Questura a decidere che lo spazio destinato a Forza Nuova Bergamo per presentare i candidati alla cittadinanza non era compatibile con le esigenze del solito ordine pubblico e quindi ci costringeva ad accettare il compromesso di una sala nella periferia. Scortati dai punti di riunione fino al luogo dove ci saremo riuniti, qualcuno si è divertito non poco a fingere improvvisi cambi di direzione e rallentamenti che costringevano a disumane violazioni del codice stradale le macchine degli sceriffi. La sala concessaci era praticamente una prigione, ricordava vagamente il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, porte blu, cemento a vista, inferiate ovunque nessuna via d’uscita, se non quelle presidiate da agenti della polizia in borghese, eppure una soluzione c’è sempre come nel caso di una pensilina in cemento armato che portava in tutte le direzioni che chiunque avesse voluto uscire o salire sul tetto lo avrebbe fatto agevolmente, bastava salirci e il gioco era fatto. Il quella “prigione”, Fabio, il responsabile del servizio di sicurezza, organizzava i ragazzi in quanto notizie ci riportavano l’assembramento di parassiti nelle vicinanze in numero cospicuo, come da sempre per loro accade. Naturalmente la tecnica per le zecche è sempre la stessa, collaudata e provata all’infinito, praticamente un copione, 200 o 300 ragazzi che fronteggiavano le forze dell’ordine, minacciosi con bastoni, scarpe puzzolenti e caschi in testa per nascondere il lordume dei capelli sporchi. Una cosa ha fatto innervosire il nostro servizio d’ordine: il mio girovagare curioso. Notavo quel luogo, dove ci avevano rinchiusi, essere un Luna Park, mentre si erano organizzate le linee di difesa semplicemente e senza troppa fantasia, avevo individuato una marea di “giocattoli”. Una rimessa di autovetture con i serbatoi pieni, cataste di bottiglie e bottigliette, stracci, bandiere e polistirolo (i più scaltri riconosceranno essere questi buoni prodotti per produrre bottiglie incendiarie). Sedie in metallo, attaccapanni in tubolare di ferro, piatti portacenere in grigliato metallico con manici e dulcis in fundo una cabina per effettuare le foto tessera piena di prodotti chimici caustici e tossici. Giocattoli che in caso di assedio potevano tornare utili, visto le abitudini dei giovanotti del Paci Paciana di picchiare donne e ragazzi in numero soverchiante. Questi rinvenimenti potevano assicurarmi e assicurare una tranquilla partecipazione al comizio che Roberto Fiore avrebbe tenuto da li a poco. Un comizio nel quale è risaltata la situazione degenerativa delle sinistre in Italia, visto il clima in cui si svolgeva e il fatto che, anche se in qualche modo non come Verona, siamo “passati”. Perché non c’è accanimento contro gli altri partiti ma solo contro Forza Nuova? Semplicemente perché le nostre idee toccano il fulcro di tutto il sistema ed è vergognoso costatare che taluni rappresentanti politici della sinistra hanno ormai abbandonato la difesa del popolo. Ancora più grave la situazione per quel pentolone chiamato Polo, dove i nuovi socialisti si chiamano fra loro “compagni” e dei rappresentati in Alleanza nazionale si chiamano fra loro “camerati”. Per l’Italia non c’è speranza alcuna di riuscire ad essere governata decentemente con simili individui, figuriamoci di potersi risollevare al giusto ruolo che merita nell’Europa e nel mondo, se non con un’opera di totale ricostruzione, ecco perché le parole di Roberto a Verona: Italia alzati e cammina! Alla fine del comizio, ci si poteva dedicare alla parte ludica della giornata, Roberto è “volato” verso un’altra tappa nel suo incessante giro per la penisola e noi siamo andati a rifocillarci facendo una sosta in un autogrill prima di dirigerci alla “Tana del Lupo bianco” dove avremo concluso la serata fra canti, vino e salame in allegra compagnia………..