Alì Babà e i quaranta zecconi
(ovvero: la vera storia del banchetto volante)
E’
ormai da tempo che Forza Nuova incessantemente dispone i suoi banchetti
propagandistici su moltissime piazze d’Italia.
Il
Sabato successivo a quello della distruzione di pericolosissime autovetture in
via Valtellina a Milano, da parte di compagni repressi in vena di vandalismi, è
avvenuto uno dei più anomali “banchetti” a cui abbia assistito.
Due
centrosocialoidi, subito riconosciuti per essere stati presenti in Piazza San
Babila contro di noi il giorno 4 u.s., si sono avvicinati chiedendoci del
materiale propagandistico e discutendo con noi i nostri otto punti
programmatici.
Staffette?
Curiosi? Non importa!
Ci
fa sempre piacere poter esporre le nostre idee e vedere che anche loro lo fanno
senza dover distruggere tutto il parco macchine del centro commerciale.
Il
culmine delle “anormalità” è stato tuttavia raggiunto il giorno seguente a
Pavia.
Le
prime avvisaglie di tensione in quella città sono giunte da un quotidiano
locale pressappoco in questo modo:
“Pavia-
19 Novembre 2000- il Questore non revoca l’autorizzazione a Forza Nuova- Centri
sociali mobilitati, la piazza si arroventa!”
Il
gruppo locale di Forza Nuova aveva chiesto l’autorizzazione di occupazione del
suolo pubblico, per istallare un banchetto per la distribuzione di materiale
propagandistico. Il sindaco di sinistra, inviperito, ne ha chiesto la revoca al
Questore, ricevendo in risposta il classico due di picche. “Civilmente”, come
ormai è in uso da parte delle sinistre, vengono mobilitati i centri sociali per
manifestare contro la nostra iniziativa
Nelle
prime ore del pomeriggio della Domenica, il telefono della sede di Milano
incomincia a suonare, seguono poi i portatili.
Le
notizie che ci giungono da Pavia sono preoccupanti:
<<Quanti
sono? - Quaranta, noi in otto - Ma hanno i caschi? - No! - E i bastoni? - No! -
Va bene….veniamo giù in due!>>
Questo
è il resoconto della prima , breve, telefonata.
La
seconda dettagliava la consistenza delle forze dell’ordine.
Ne
seguirono altre durante il tragitto, ma si è parlato di risotto con i funghi e
altre specialità culinarie, una vera tortura per chi, come me, non aveva ancora
pranzato e mangiucchiavo, per sedare l’appetito dei taralli del “Compra
Italiano”.
Una
volta giunti sul posto, Duilio ed io, notavamo la “consistenza” della
situazione.
Una
decina di Forzanovisti, una fila di “misto forze dell’ordine”, alcuni agenti
Digos riconoscibilissimi per via delle antenne radio da pesca e una quarantina
di zecche ululanti.
Duilio
si dirige verso gli amici dietro al banchetto e io mi intrufolo in mezzo ai compagni.
Stefano,
un caro amico e responsabile della zona, mi riconosce e mi saluta dall’altro
lato. Sconsolato devo salutare i “cari” compagnucci e dir loro che avevo
sbagliato parte della manifestazione e dovevo andare a salutare gli amici
sull’altro lato….ci hanno creduto!!!
Una
bella festa sarà, ho subito pensato.
Ci
è capitato il centro sociale più squinternato d’Italia: “Il Barattolo”. Un
nome….una garanzia!
Sembravano
il circo Orfei, solo che avevano licenziato i domatori e gli acrobati…..erano
rimasti solo i pagliacci!
Inizia
il nostro volantinaggio e la reazione della gente si è fatta subito vedere.
Evitavano
una specie di ZioFester di sinistra, ma con i capelli lunghi e occhiali, che
urlacchiava in un megafono e dribblavano anche le “zecche” in tenuta andina,
come gli Intillimani, che distribuivano
pezzi di carta solo vagamente rassomiglianti ad un volantino.
La
risposta del capo zecca, non si è fatta attendere…..è stato subito messo in
atto il piano B!
Un
ragazzo con un sacco nero, avvicinava la gente che aveva ricevuto il nostro
volantino, chiedendogli di gettarlo nel sacco. Peccato che noi non avevamo un
sacco rosso, sarebbe stata una bella iniziativa…la eco-militanza!
Ad
ogni modo avremmo violato le disposizioni comunali, perché la carta si getta
nel sacco rosa….la raccolta differenziata è una cosa importante! Ricordatelo!
Io
ho contribuito gettando nel loro sacco un vecchio giornale che giaceva sulla
piazza, sottolineando che dovevamo tenere pulita questa bella città.
Un
appartenente al circo Barattolo era dotato di due splendidi esemplari di
Pastore Alsaziano, che subito sono stati rifocillati con i famosissimi
Tarallucci.
I
cani, che gradivano notevolmente, ricambiavano con affettuose leccate di
simpatia.
La
“Piazza” stava assumendo andazzi patetici.
I
contro-manifestanti, tallonavano i nostri ragazzi che volantinavano, cercando
di volantinare a loro volta.
I
Carabinieri, salutavano le mogli con i bambini che erano venuti a fargli
visita.
I
Poliziotti chiacchieravano allegramente fra loro.
Capannelli
di militanti Forzanovisti, improvvisavano piccoli comizi e dibattiti con i
giovani del centro sociale.
Io,
scovato un pallone di proprietà dei comunisti, volevo organizzare un
quadrangolare di calcio; Carabinieri, Polizia, Comunisti e Forzanovisti…arbitro:
il Questore appena giunto sul posto per verificare la situazione dell’ordine
pubblico.
Quando
si tratta di calcio, anche il comunista, più comunista si ricorda della
proprietà privata e non concede il pallone.
Duilio
si sganasciava dalle risate. Non si capiva più nulla, dove fosse il banchetto,
le forze dell’ordine, la Digos e i manifestanti.
Roba
da anarchia.
Trovai
anche il tempo per coordinare il piccolo gruppo musicale del “Barattolo”,
facendo in modo di farlo avvicinare a noi per ascoltare meglio la musica.
Ringraziamo
la tenera compagnuccia con gli occhi da cerbiatto, che ha allietato le nostre
rudi orecchie da militanti Forzanovisti con il soave e dolce suono dei suoi
bongos.
Tutto
filava per il meglio.
In
un clima da sagra paesana, eravamo riusciti a trasformare una “piazza”
destinata (nelle intenzioni di chi coordinava i compagni) a becere
provocazioni, se non proprio a violenze, in una nostra allegra attività di
propaganda.
L’anziano
“rifondarolo”, che coordinava i giovani del centro sociale in quella giornata,
si è accorto di quello che stava succedendo e in un guizzo di arguzia, pari a
quella di una talpa, ha ripreso il controllo della situazione facendo scattare
il piano C.
Fece
schierare i giovani, concatenati con le braccia l’un con l’altro, davanti al
banchetto, per impedire la nostra visibilità ai passanti.
Le
forze dell’ordine, a questo punto, ripresero la posizione iniziale e i Camerati
la loro dietro al banchetto.
La
situazione, volutamente, voleva essere riportata sulla provocazione.
Trafugo
l’agognato pallone e ripropongo la partita di calcio, ma qualche agente della
Digos in atteggiamento da “serio” ci impedisce di giocare e riportiamo il
pallone al legittimo proprietario. Tiriamo brevemente le somme della giornata:
centinaia di volantini erano stati distribuiti e non ce ne erano più, il
“Foglio di Lotta” era andato a ruba, la nostra presenza è stata amplificata in
dismisura dalla presenza del “Circo” e qualcuno, giustamente, voleva tornare a
casa dalla famiglia. Non restava che la delicata (per modo di dire) fase
dell’abbandono del presidio.
Una
fila di quaranta “zecche” ululanti ci copriva.
Tensione?
Neanche per idea! Se fino ad ora tutto si era svolto come in una commedia
all’americana, non restava che inscenare un bel finale all’italiana!
Il
permesso di occupazione del suolo pubblico era per tutta l’area di Piazza del
Tribunale di Pavia e in tutta la piazza il banchetto poteva essere installato,
senza eccezione alcuna!
Con
l’aiuto di Luca di Vigevano e un altro amico, alzo il tavolino con tanto di
bandiere e lo trasferiamo sull’altro lato della piazza.
Sconcerto
fra le zecche, che non ci vedono più alle loro spalle!
Esterrefatte
le forze dell’ordine per la nostra assenza!
Corsa
rapida della Digos all’inseguimento del banchetto volante.
Forza
Nuova sbaraglia tutti!
Nel
frattempo si intonano dei canti per attrarre l’attenzione. Sempre abbracciato,
tutto il centro sociale, agli ordini del rifondarolo malefico, si sposta per
oscurarci nuovamente.
Qualcuno
inciampa, ad altri vengono schiacciati ripetutamente i piedi.
Povetti….sono
zecche, non granchi! Che idea malsana correre lateralmente abbracciati!
I
più divertiti dal fuori programma Forzanovista sono i Carabinieri, che non
trattengono le risate, ma diligentemente sono i primi che prendono posizione di
fronte a noi nel nuovo punto di presidio. La gente stupita guarda quello strano
corteo spostarsi lateralmente.
La
Polizia, impacciata dai caschi e i manganelli, è l’ultima ad arrivare.
Colpo
di scena! All’arrivo di tutti, il banchetto non c’è più!!!
Sparito…svanito
nel nulla!
Velocemente
il banchetto aveva ripreso la sua posizione originaria fra l’ilarità generale
dei militanti Forzanovisti e degli ignari cittadini.
Il
corteo di zecche e forze dell’ordine, riprendono il patetico Sirtaki.
Nessuno
di noi è riuscito a trattenere le risate, nemmeno quando il Questore, ci urlava
di fermarci e non spostare più il tavolo.
Se
mi capiterà, in futuro, di rifare qualche cosa di simile, magari a Roma, userò
un Apecar, chiederò l’autorizzazione per la via Aurelia e mi trascinerò tutte
le zecche fino a Nizza.
Non
restava che, con le lacrime agli occhi dal tanto ridere, ripulire la piazza dai
manifesti.
Cerco
nuovamente, fra quelli del centro sociale, il ragazzo con il sacco nero.
Qualcuno
lo chiama per nome…si chiama Marco.
A
gran voce chiamiamo tutti in coro Marco….il ragazzo della spazzatura.
Diligentemente
arriva e riceve tutta la nostra monnezza, di cui si prenderà sicuramente cura
per smaltirla ecologicamente.
In
gruppo, ma sempre ghignanti, lasciamo
il nostro presidio ed i più ardimentosi fra i comunisti tentano un applauso,
subito smorzato dall’ aver preso coscienza di avere fatto una esilarante figura
da tonni!