In quel giorno
di San Martino.
…..Oh, aver oggi qui, non dico tanto, un centinaio
in più, tra tutti quelli che son rimasti in ozio! –- Chi è che formula un tal
desiderio? No, mio caro Camerata,
niente affatto! Se noi siamo segnati per la morte, qui siamo già abbastanza
perché si possa dir che siamo stati una perdita grave per la patria; se poi
siamo segnati per la vittoria, quanti meno saremo, tanta maggior parte di
gloria toccherà a ciascuno. Perciò ti prego, per l’amor di Dio, non augurarti
un sol uomo di più. Perché chi oggi verserà il suo sangue sarà per me fratello
e, per quanto sia umile di nascita, questo giorno lo nobiliterà; e quei
“nobili” che ora dormono ancor nei loro letti, si dovranno reputare sfortunati
per non essere stati qui quest’oggi, e si dovranno sentire sminuiti perfino
nella essenza d’uomini quando si troveranno ad ascoltare alcuno ch’abbia con
noi partecipato al giorno di San Martino.
Mi dovrà scusare chi ha riconosciuto in queste
frasi, la copiatura e la trasformazione di un passaggio di un’opera enormemente
magnificente al confronto di quello che solitamente sono abituato a scrivere.
In questo modo voglio esprimere il mio giudizio e la mia considerazione sui
“Camerati” da bar, da stadio e da concerti che si sono resi irreperibili
l’undici Novembre.
Giorno in cui non solo Forza Nuova, ma tutti coloro
che si definiscono nazionalisti sarebbero dovuti scendere in piazza per
testimoniare la loro fede e difendere il loro diritto di libertà, contro i
poteri forti.
Voglio, sempre con questo mio inizio di redazionale,
portare tutto l’onore e la mia stima ai
ragazzi del Veneto che sono stati portati in “pasto” al nemico per alleviare la
pressione dell’attacco che subivano coloro che ci rinchiudevano in un recinto,
giustificandosi nel nome di una nostra “protezione” e di assurdi ordini
ricevuti.
La nostra protezione, se solo la avessimo voluta e
progettata, sarebbe stata ben altra ed efficace e sicuramente non avrebbe
distrutto o arrecato nessun danno alla città di Milano.
Tutto incominciò, quando la nostra volontà di opporci
alla riunione, con la quale, senza averne il diritto, la commissione
Trilateral, intendeva decidere sul destino di noi italiani, era stata resa nota
chiaramente.
Chiaramente e pacificamente. Mentre noi
organizzavamo dei banchetti propagandistici, in San Babila, una delle zone più
frequentate di Milano e distribuivamo materiale ai suoi cittadini per far
conoscere e capire come agiscono i nemici dell’intera umanità. I centri sociali
concordavano, con ignobili ricatti, di poter apparire con la loro sinistra
figura su una delle più importanti piazze d’Italia, nel nome di un fantomatico
pericolo fascista. Ricavandone solo la conferma, agli occhi di tutti, di essere
il maggiore esempio di inciviltà.
Non si illudano di essere riusciti a nascondere, con
le loro bottiglie incendiarie e i sassi, le vere intenzioni e motivazioni. E’
politica solo politica! Nel nome di un antifascismo cercano di compattare ed
attrarre a se i giovani, che stanno percependo la falsità dei loro ideali,
senza ovviamente escludere come mezzo il libero uso ed abuso di droghe nei loro
centri. Il fine ultimo e principale è un preciso piano per arginare, con
l’ausilio della violenza, la perdita che subiranno nelle prossime elezioni le
sinistre, che tanto maldestramente hanno governato fin’ora.
Non è sicuramente per la nostra presenza che
verranno sconfitti, ma è ovvio che se i poteri forti, e la commissione
Trilateral ne è uno degli esempi più lampanti, riescono con i controlli
finanziari da parte delle banche centrali a piegare sotto il loro volere le
nazioni e i loro governi, altrettanto forte motivo di pressione è la violenza,
gli scontri di piazza. Infine, con una precisa strategia della tensione,
ricattare e contrattare ruoli e posizioni predominanti nel governo.
Noi di Forza Nuova siamo solo il capro espiatorio di
questo loro meschino piano.
Noi di Forza Nuova siamo veramente l’unica
opposizione! E’ solo il nostro senso del dovere e disciplina, che trattiene
tutti noi dal non cadere nel tranello che viene ordito nei nostri confronti.
Continue provocazioni, informazioni falsate a mezzo
mass-mediatico sulle nostre attività, regolari divieti di manifestare per
motivi di ordine pubblico, provocazioni, ora anche aggressioni. Questi sono i
loro mezzi di persuasione. Mezzi di persuasione per passare alla legge in cui
il sangue chiama sangue e finire così facendo, nel “baratro” che tante vite ha
distrutto negli anni passati.
Anni in cui un ragazzo di diciannove anni moriva
dopo un lungo periodo di agonia per le sprangate ricevute.
Ora ti chiedo: Tu! Si proprio tu…ragazzo dei centri
sociali! Sei proprio sicuro di quello
che ti hanno detto? Non ti sei chiesto perché la commissione Trilateral ha
ricevuto solo un piccolo disturbo, mentre una tua compagna giaceva a terra con
il cranio sanguinante? C’è poca differenza se è stato un manganello di stato,
una spranga rossa o un manico di piccone nero, il colore del sangue
sull’asfalto non cambia e…..il loro potere aumenta.
La nostra “Ricostruzione Nazionale” è fatta anche di questo, non cadremo nel
tranello dell’anticomunismo (perché il comunismo è morto schiacciato dal crollo
di un muro) e diventare in questo modo, servi involontari del sistema che
dobbiamo combattere.
Per ritornare a noi…..la nostra preparazione allo
“scontro” contro la globalizzazione è stata una conferenza in un Hotel e anche
in quel caso, mentre si parlava, di come i veri nemici dei popoli riuscivano
con l’aborto, la fame, l’usura a dominare incontrastati. Mentre si ascoltava
come, piccoli ed eroici gruppi, sempre in maggiore crescita (cito l’esempio
dello Youth Defence Irlandese), riuscivano a contrastare vittoriosi questi
enormi nemici. I ragazzi dei centri sociali, al contrario di assistere ed
apprendere come è possibile vincere contro un nemico così potente, che a detta
loro combattono da sempre, inscenavano un assedio.
Naturalmente in numero inferiore rispetto
all’assedio del banchetto, perché come insegna Sun Tzu nella sua opera “L’arte
della guerra” o Bingfa (testo molto letto e seguito da tale Mao), nel paragrafo
riguardante le “Valutazioni di base” si dice: Si tenti il nemico facendolo
sentire in vantaggio, e lo si schiacci fingendosi confusi. In sostanza:
nascondi le tue forze! Non è eccessivo il paragone di un antico testo cinese di
strategie militari con i fatti accaduti, perché quello che è successo l’undici
di Novembre è stata una chiara azione di guerriglia e quell’assedio era solo un
piano strategico. Un piccolo sasso da un tetto, significa che un tentativo di
assedio può trasformarsi in una difesa di tipo “medioevale”. Era comunque
evidente che l’Hotel non sarebbe stato attaccato, era solo una azione di
disturbo per ottenere la negazione della nostra richiesta di manifestare.
A che scopo questo? Chiaro! Non avendo agibilità
sulle piazze, l’unica soluzione era riunirci in uno spazio privato, cosa che
era praticamente impossibile negarci. Questo qualcuno lo sapeva l’undici di
Novembre. Considerando i tempi di organizzazione, gli armamentari approntati,
il numero delle persone in campo, se tutto si fosse svolto in un terreno aperto
il contatto con il “nemico” sarebbe sicuramente avvenuto. Non volendo realmente
questo, perché all’ora scegliere di assediarlo? Semplice! Solo per dare una
dimostrazione di forza, per far capire a chi in doppiopetto, stava brindando
con lo Champagne, all’Hotel Principe di Savoia di Milano, che non erano
contrari a quello che ordivano contro l’Italia e il mondo intero, ma che volevano anche loro una fetta di “torta”.
Ma questo un ragazzo con un casco in testa, una
“canna” in tasca, un manico di piccone o un fucile subacqueo in mano non può
saperlo.
La risonanza delle notizie sulle distruzioni e dei
feriti hanno oscurato la manovra della Trilateral dalla vista della gente.
Anche se solo in maniera parziale, grazie alla nostra attività di propaganda.
Io sono arrivato in
via Valtellina, sorridendo e scherzando, tranquillo come sempre, molto
allegramente pur sicuro di quello che andava formandosi. Anche gli amici erano
allegri, attendevamo con ansia i due autobus dal Veneto e uno da Torino, ma un
imprevisto li aveva bloccati…..un imprevisto in divisa.
La tensione aumentava come aumentavano le forze
dell’ordine era ben visibile da dove sarebbe arrivato l’attacco, si sentiva
sulla pelle di tutti noi, senza scudi, rari caschi e disarmati, con tanta
rabbia. Ancora Carabinieri, poi Polizia e poi ancora fino a che riuscirono a
rinchiuderci nel locale che avevamo preso in affitto. Il comizio all’interno
iniziò fra gli applausi dei presenti, all’esterno una frenesia di fotografi,
giornalisti e cineoperatori. Un gruppo fermo sul portone di ingresso,
“tamponato” da un doppio cordone di forze dell’ordine intonava dei canti, forse
vecchi ma pur sempre facenti parte della cultura che sempre a contraddistinto
chi veramente lotta per la sua patria.
Alcune staffette portavano notizie,
contemporaneamente il crepitio delle radio aumentava era chiaro che mancava
poco. Tre vie, una sola presumibilmente sgombra…la più insidiosa. Le altre due
chiuse da gruppi di manifestanti, uno più piccolo da un lato, chiaramente di
disturbo, sull’altro lato il grosso.
Il comizio volgeva al termine e i ragazzi, che non
posso più dire essere tutti di Forza Nuova, per rispetto e ringraziamento agli
amici intervenuti, fregandosene dei “dictat” di partito (non erano di Azione
Giovani), si accalcavano nel cortile di un disgustoso colore verde ramarro,
della discoteca che ci ospitava.
Il sole stava calando, detonazioni di petardi
rumoreggiavano, anche un fuoco d’artificio si è alzato nel cielo. Probabilmente
un segnale al gruppo sull’altro lato della strada, in vista dell’imminente
attacco, sono corso verso il fronte da cui sarebbe partito l’attacco. Due
fotografi mi chiesero cosa sarebbe successo, gli dissi che mancavano pochi
minuti e mi seguirono, consigliai loro di scattare velocemente le foto che gli
occorrevano e poi di trovarsi un riparo. Insistentemente e nevroticamente chi
stava fra il cordone di Polizia in assetto antisommossa e i ragazzi dei centri
sociali gridava, con un telefono cellulare incollato all’orecchio…...fermate la
Polizia sul l’altro lato, non fateli avvicinare o non li tengo più.
Era in piena crisi isterica, ripeteva in
continuazione quella frase, i due fotografi mi si accalcavano alle spalle, per
coprirsi spaventati. Gli agenti con i lacrimogeni erano in posizione, visiere
calate, scudi alzati e manganelli pronti. Arriva un sasso e finisce su uno
scudo della Polizia, una bottiglia si infrange sull’asfalto.
L’isterico con il cellulare corre via dal centro
della strada.
Vedo i volti dei Poliziotti pronti e concentrati, ed
è come se sentissi battere il cuore dei ragazzi di fronte, forti per il numero
e le protezioni.
Non più tanto forti, quando a parità di numero hanno
incontrato più tardi dei “Tori” che li hanno “costretti” ad un ricovero forzato
all’ospedale di Niguarda.
Il lancio di sassi aumenta e cadono sulle macchine
parcheggiate (fortunatamente io sono arrivato in taxi), mi ricorda una grossa
grandinata di molti anni fa, era divertente.
Partono i primi razzi lacrimogeni e l’aria diventa subito
irrespirabile, annebbiata dal fumo denso e bianco.
Devo fare rientro, non si respirava più. Una volta
arrivato dai miei amici li ritrovo mentre vengono spinti con forza,
dall’imponente schieramento che li blocca all’interno del cortile. Anche dove siamo
noi arriva il gas lacrimogeno, sospinto da una leggera brezza e tutti i
presenti indistintamente lacrimavano gli occhi.
Sul fondo della strada si vedono i roghi di alcune
autovetture a cui è stato dato fuoco. Tutto è finito in pochi minuti. Accorrono
veloci le prime ambulanze per prestare soccorso ai feriti di ambo le parti. La
troupe di canale cinque è sconvolta, prima si occupavano solamente di
politica…..quella dei salotti, adesso conoscono le sue conseguenze sulle
strade.
Cerchiamo freneticamente notizie su i due autobus
mancanti e sappiamo esserci un nostro caro amico ferito, è difficile mantenere
la calma in certi momenti. La richiesta è categorica: se non tornano i ragazzi
che mancano all’appello andiamo a cercarli noi e scoppierà veramente l’inferno!
Dopo grandi insistenze con i dirigenti di Polizia e
dei Servizi, vediamo finalmente arrivare due autobus, sappiamo dalla loro viva
testimonianza che se non fossero stati bloccati dalle forze dell’ordine e fatti
scendere per proseguire a piedi, avrebbero potuto raggiungerci e non dover
essere costretti ad attaccare per aprirsi un varco nell’accerchiamento che
stava avvenendo nei loro confronti.
In numero nettamente inferiore, come leoni hanno
retto fino a che potevano, la moltitudine dei manifestanti nelle retrovie. Un
nostro ragazzo finisce al pronto soccorso contuso, i Camerati presidiano
l’ospedale fino alle sue dimissioni. Quanto tempo dovrà passare prima che la
parte avversa a noi, abbandoni il suo presidio?
Portiamogli da mangiare o moriranno di fame! La
polizia è stata sconfitta, lasciando sul campo alcuni agenti feriti.
I centri sociali sono stati sconfitti, lasciando
sulla strada una ragazza con la testa rotta, molti ricoverati e numerosi
ragazzi arrestati.
Forza Nuova non ha potuto concludere la
manifestazione di protesta contro la globalizzazione.
La Trilateral vince, brindando nei lussuosi saloni
di uno dei più prestigiosi alberghi di Italia e prossimamente sulle vostre
coscienze……………
Ringrazio William Shakespeare per l’ispirazione
della prima parte di questo redazionale e il sasso che non mi ha colpito. Un
caloroso saluto e ringraziamento alla spontanea partecipazione dei giovani
Camerati della delegazione “Junge Nationaldemokraten” di Stoccarda, quella di
Nizza dell’”Unitè Radicale” e sopra a tutto a tutti i partecipanti
Forzanovisti.