Il passaggio al nuovo secolo-

 

Nonostante gli sforzi di tutti I mezzi d'informazione l'arrivo del nuovo millennio non sembra suscitare un particolare interesse e soprattutto si avverte la pressoché totale mancanza di solennità in questo evento.

Al contrario della fine del IXX secolo, dove a far da padrone era la speranza

nel futuro e soprattutto in quello che sembrava essere il rimedio a tutti i mali

ovvero il progresso tecnologico, si ha la l'impressione quello che manchi sia proprio la fiducia nel domani.

L'aver estromesso Dio dalla vita dell'uomo, o quantomeno l'intenzione di   farlo, progetto oserei dire di luciferina memoria, ci ha portati ad un autentico stato di catalessi spirituale collettivo nel quale a far da padrone sembra proprio essere la morte della speranza.

Questa situazione è indubbiamente figlia di una particolarità che si riscontra nella nostra epoca e che sembra peraltro caratterizzarla: la massificazione del pensiero.

La nostra civiltà, o meglio questa anti-civiltà che noi viviamo, è il naturale riflesso di un mondo privo di gerarchie di valori. La verità sembra avere la stessa dignità della menzogna, così come il bene è messo sullo stesso piano e quindi confuso con il male.

Questo livellamento di valori ci ha portati al non-pensiero e di conseguenza al trionfo della mediocrità.

Il risultato è questo quasi-uomo divenuto privo di espressione e di pensiero, opportunista, meschino, succube e attratto dal successo economico e da tutte le sue vanità.

In definitiva l'esatto contrario di quello che noi di FORZANUOVA ci proponiamo di essere.

Sovente si sente proclamare quella che viene definita "la morte delle ideologie".

In perfetta sintonia si direbbe con quanto detto sopra. Se non fosse che in questa ansiosa frenesia di vedere morti e sepolti pensieri e pensatori si ha quasi l'impressione di trovarsi in presenza di un omicida che, terminato "lo sporco lavoro", non vede l'ora che la pratica sia archiviata. Tormentato dal timore che qualcosa all ultimo momento vada storto e comprometta tutto, compresa la ricompensa (trenta denari?).

Ogni qualvolta un flebile segnale indica una seppur minima riorganizzazione di movimenti politici e/o culturali più o meno vicini alla Tradizione (intendiamo per convenzione con questo termine un'antitesi del materialismo progressista); si scatenano un insieme di fattori politici e giudiziari volti al soffocamento di queste argomentazioni.

Potremmo dire che nella democratica repubblica italiana si è sì liberi di pensare come si vuole, di scrivere quello che si vuole, di credere a quello che si vuole &,ma ad una condizione: che tutto questo non sia in contrasto con il pensiero imposto dal governo. Pena? Censura per la satira, riduzione del diritto di sciopero, avvisi di garanzia agli avversari politici, scoppio di petardi e simili in luoghi strategici tali da creare la giusta tensione per poi, se ritenuto opportuno, dare vita a forme di repressione poliziesca contro i non allineati con il pensiero governativo.

Per un governo di sinistra ritenuto tollerante per definizione niente male.

Aiuto dai partiti di destra e centro destra? Neanche a parlarne.  Al contrario; intrisi di senso di inferiorità e di sudditanza psicologica nei confronti delle altre forze politiche  fanno quasi a gara per dimostrarsi i più zelanti tra gli inquisitori.

Tutto questo evidenzia un fatto innanzi tutto: le grandi ideologie che hanno reso il XX secolo degno di essere vissuto non sono affatto morte.  Fanno bene i sicari di stato a non dormire sogni tranquilli.

 Ma c'è un fatto che purtroppo gioca a loro favore.     

 Le grandi idee non sono scomparse ma in compenso sono scomparsi gli uomini degni di incarnarle, di difenderle, di amarle. Ci sono gli stendardi e le bandiere, mancano gli uomini, manca il coraggio, manca il cuore. Politicamente manca il numero.

Questa sarà per noi di FORZANUOVA la sfida del millennio: dare le idee a chi non ne ha e dare soprattutto l'esempio a chi ha idee ma non ha il coraggio di esporsi di persona. 

Da qui l'esortazione a tutti coloro che credono in Dio nella Patria e nella famiglia a farsi avanti e a prendere il posto che spetta ad ogni italiano.

E' così che ogni atto di militanza anche il più piccolo, anche il più umile diventa per noi un atto che va al di la del fatto materiale in se stesso, ma si trasfigura in un'azione nobile, perchè nobile è il suo fine.

Sicuri che anche l'azione meno appariscente non passerà inosservata da quella Giustizia Divina in riflesso della quale sono rivolte le nostre gesta.                               

L'antagonismo come disse qualcuno tra le scimmie ammaestrate figlie e vittime della concezione materialistica ed ugualitaria della società e noi civilissimi uomini primitivi eredi di duemila anni di Europa cristiana.

La strada è tracciata non resta che seguirla; insieme è possibile in pochi resta l'eroismo.   CON NOI !

 

Massimo Dini

 

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