“Terra!”

 

 

Eccomi di nuovo qui tronfio e baldanzoso.

Se voi poteste vedermi notereste una ruota di pavone “a tutto sesto” che mi svetta dal culo. Tranquilli , non sfilerò al GayPride dalla parte sbagliata, io sono nato Camerata.Persino i miei pannolini erano neri (non chiedetemi altro).

Sono solo felice come un merlo (anch’esso tutto nero per tacer del becco) per gli incoraggiamenti ricevuti dal Direttore  di questo sito a buttar giù altre lettere aperte vista la buona accoglienza che la precedente ha avuto dai lettori.

Grazie al Sig.Dott. Esimio Direttor , grazie al fabulous Tornado che oltre a sbattersi per impaginarmele mi corregge anche le bozze e soprattutto grazie a tutti voi Camerati per aver inviato loro le e-mail di apprezzamento. Tornado mi ha addirittura promesso metà del suo favoloso stipendio se continuerò a “collaborare proficuamente” con forzanuova.net.

Accipicchia , tenendo conto che Tornado per mandare avanti questo sito percepisce dal Direttore il faraonico stipendio di due caffè prodotti dalla caffettiera della Sezione di Milano (per cui acquisiscono de facto un’inestimabile valore cameratesco) ed una provola, la mia parte di bottino sarebbe incredibilmente sostanziosa.Aggiungendo poi che questo stipendio ci verrebbe versato “in nero”,il massimo per un Camerata,capirete che chiunque si lascerebbe tentare.

Se avete letto la mia precedente lettera aperta (se non lo avete fatto peggio per voi, per me ormai quel che conta è lo stipendio) non può esservi sfuggito l’accenno alla“Prima Legge della Circolarizzazione Universale” nota anche come “Costante di Tornado” secondo la quale viaggiando ad ovest di Forza Nuova , cioè ancora più a destra, con tre caravelle si possono raggiungere egualmente le indie cossuttiane alle spalle.Questa la teoria, ma la pratica? Qualcuno ha mai messo in pratica tale intento? Che bisogno c’è di complicarsi la vita con assurde spedizioni verso l’ignoto.

Permettetemi di narrarvi questa strampalata storia e per farlo facciamo un passo indietro.

 

Molti ma molti anni fa si credeva che il Parlamento avesse una forma semicircolare (come la mia coda di pavone) e quei pochi esploratori che partendo dalla Destra tentavano di andare a menar cazzotti alla Sinistra si trovavano a dover transitare per zone impervie ed abitate da figuranti malvagi.Il solo prepararsi alla partenza era cosa ardua.Non era sufficiente essere stati Camerati per moltissimi anni , dovevi leggerti le lettere di Gramsci e fare un’ingente scorta di acqua di Fiuggi. Infatti solo pochi erano così folli da offrirsi per l’impresa.Molti preferivano andarsene dal Parlamento con le chiappe inFiammate dallo schifo (tranne poi tentare di rientrarci col dignitoso ruolo di zerbini, ma questa è un’altra storia).Comunque chi riusciva a superare la terribile “prova della lettura” riceveva dal capotribù un “bacio accademico”, una pacca sulla spalla ed un calcio nel culo.Le inquietanti analogie con lo stipendio di Tornado finiscono qui , infatti i prescelti ricevevano , fra una balla e l’altra, circa duecento milioni di maravedis (1/100 di peseta) ad ogni luna nuova.

Ma torniamo all’impresa. Le vie da seguire erano sostanzialmente due:la prima,quella a mezzacosta,era la più

difficile  perché bisognava passare proprio nel mezzo degli schieramenti nemici; la seconda, quella ad alta quota, era la più veloce in quanto si passava alle spalle della maggior parte delle lande popolate dal nemico.Però celava una insidia terribile: i feroci bruti dei gruppi misti.

Due furono le spedizioni degne di nota e la rievocazione di quelle gesta fanno ancora oggi palpitare i cuori dei fanciulli riuniti attorno ai fuochi nelle notti di plenilunio.La prima , senza dubbio la più epica , fu la spedizione condotta dal Barone Tomàs Staitones de Cuddiadilla. Egli partì senza seguace alcuno ai tempi in cui il centro era fortemente presidiato dai perfidi gobbi masson-cristiani (massoni di fatto , cristiani solo di nome).Debellò senza problema le orde di Ederisti e Repubblicotti , popolazioni estinte ormai da tempo , ed arrivò lancia in resta ai bastioni di Andreopoli i cui pavidi abitanti preferirono subirne l’assedio che scendere a tenzone.Credendosi un Ettore uno dei loro capi accettò la maschia sfida del nostro Barone e fuoriuscì dalla città dorotea. Tomàs lo raggiunse nella valle del transatlantico, lo affrontò e lo finì a schiaffazzi. Intimiditi dalla meschina fine di Gòrius , questo era il suo nome, i gobbi consegnarono al nostro le chiavi della città.

La seconda spedizione è molto più recente.Le popolazioni del parlamento avevano nel frattempo cambiato nomi e territori , fatto che convinse il nuovo paladino ad elaborare una nuova tattica di guerra. Il Nobile Cavaliere Miraglias decise di tentare la sortita seguendo la strada a mezzacosta.Arrivato ad Arcòria riuscì a reclutare altri malconsigliati offertigli da un’ altro Cavaliere locale.Questi sono gli unici fatti certi e documentati della spedizione , da qui in poi tutto è avvolto in un alone di mistero. Per chissà quali motivi Miraglias decise di puntare,dopo Arcòria, verso la via ad alta quota. Pare che un certo Laloggia (un nome un destino) , cartografo massone e disonesto, gli fornì carte false che lo indussero in errore,ma queste sono probabilmente solo illazioni. Fatto sta che il povero Cavalier Miraglias si perse con il suo manipolo di mercenari brancaleonici negli inesplorati ed inesplorabili territori dei gruppi misti. Qui le leggende si sprecano, ma pare che egli fu da prima catturato dai bruti ed in seguito venduto come schiavo al grande tiranno Kossiga.Nessuno sa che fine abbia fatto anche se c’è chi afferma di averlo scorto su una Galera trireme della flotta mastelliana mentre remava incatenato ai remi. Vedete sin dove può arrivare l’enfatizzazione del mito?Nella realtà sappiamo bene che la “flotta” mastelliana è composta solo da un paio di canotti, anche perché quella popolazione è troppo esigua per condurre una trireme.Sicché lo sbigottimento regnava sovrano fra le genti di Destra fino a che un uomo con una Celtica al collo non indicò loro la via.

“Una volta che Forza Nuova siederà in Parlamento” egli disse “sarà possibile effettuare la circumnavigazione dello stesso viaggiando verso destra anziché verso sinistra”.Una ridda di voci si levò subito scandalizzata a confutare l’ipotesi. “Pazzo”gridavano alcuni”ma non sai che verso occidente non vi è nulla?Oltre le Colonne d’Ercole si trova solo  il Governo.E’ forse la Sua ira che intendi sfidare?”.Ad un tratto il capotribù degli Aenni si fece largo fra la folla ed intimandole di zittirsi si rivolse all’uomo di Forza Nuova. “Mio caro figliolo” gli chiese con fare sornione “Ma come può essere che il parlamento sia rotondo? Eh eh eh , se lo fosse come potrebbe reggersi?” L’uomo dalla Celtica d’oro lo fissò dritto negli occhi (ma ha il naso storto? Secondo me si) poi prese un uovo sodo che si trovava sopra ad un desco e dopo averlo soppesato glielo infilò nel deretano.Tale gesto atterrì gli astanti , preoccupati dalla quantità di uova che restavano ancora sul tavolo e fece si che gli concedessero quanto chiedeva.

La spedizione partì a bordo di tre caravelle il 30 di giugno nell’ Anno del Signore  millenovecentonovantaundici e navigò per settanta giorni prima di raggiungere quelle che il bravo Capitano della nostra brigata pensava fossero le indie cossuttiane. Si trattava invece dell’ isola di Cuba ed i nostri eroi riuscirono a stento a salvarsi la pelle da quell’ ultimo paradiso delle zecche esistente al mondo.Non fraintendetemi, essi non pugnarono contro il nemico con lance e spade , ma furono lo stesso obbligati a numerosi spargimenti di Baygon per liberarsi degli orridi parassiti.Ripreso il mare , le tre caravelle proseguirono in direzione ovest fino a raggiungere l’ Impero dei Detersivi. Gli USA , cioè l’ Unione dei Sodomiti Americani che sbarrava loro la strada. I nostri sbarcarono pronti alla battaglia , ma il nemico adottò un’arma estremamente più subdola ed efficace delle spade che i nostri credevano di incontrare: la libertà totale. Uno strano vecchierello con un buffo cilindro a stelle e strisce e con un’appropriatissima barbetta caprina, zio delle Sette Sorelle, si fece loro incontro festante preceduto da un lungo applauso registrato.

“Benvenuti a Bengodi, cari amici , benvenuti” starnazzava il vecchietto sbracciandosi e ridendo “Venite con me…..venite. Siete nel paese delle possibilità , della fortuna e del successo. Potrete avere tutto ciò che desiderate!”

Alcuni Camerati , abbacinati dall’allettante prospettiva , fecero un passo avanti e subito si ritrovarono attorniati da macchine sportive , donnine in abiti succinti (quasi nude come vermi), fuochi d’artificio e da villette tutte uguali con delle piscinette tutte uguali.Uno dei nostri si avvicinò ad una Dodge rossa e la sfiorò con la mano.Subito il vecchietto danzante gli mise un braccio intorno alle spalle e gli disse “Ti piace? E’ tua! Puoi averla se vuoi.”.Il ragazzo rispose con aria sognante “Non credo di potermela permettere.”  “Ah ah ah “ rise sguaiatamente Zio Sam “Certo che puoi.Basta che firmi questo pacchetto insignificante di cambiali ed in centoventi mesi sarà tua”.L’uomo con la Celtica d’oro, che era rimasto immobile come un granitico baluardo con la maggior parte dei suoi , racconterà in seguito che pronunciando quell’ultima frase il cilindro del vecchio si era ridotto ad uno zucchetto nero e che i suoi capelli bianchi un po’ sbarazzini si erano arrotolati come serpenti a formare delle orride treccine che gli penzolavano dalle tempie.

Fu solo per un attimo, ma lui lo vide. “Prendila e vai , ragazzo” proseguiva nel frattempo l’imbonitore”Corri libero nelle nostre città. Drogati in santa pace , è un tuo diritto.Guarda qui, su questo coloratissimo depliant a fumetti sono elencati tutti i tuoi diritti. Ci sono proprio tutti! Puoi fare tutto! Hai diritto di fornicare quando vuoi con chi vuoi con quante o quanti ne vuoi. Ah , se qualche troietta rimane incinta abbiamo una leggina sull’aborto che è uno spettacolo.Hai diritto di bestemmiare…bhe, questa qui mi rendo conto che è una cosuccia da poco ma, ecco , guarda qui …se qualche idiota di poliziotto ti dovesse proprio arrestare puoi uscire di galera pescando una carta!!! Bello eh? Ma poi sono innumerevoli le cose che sei libero di fare.Puoi comprare a credito , indebitarti fino al collo e.. eccoti qui un po’ di carte di credito.Guarda che belle…ce ne sono di bianche , verdi, blu e….guaaaaarda …c’è anche quella oro!!Ma che risparmio! Fesserie! Vecchiume! Noi ti diamo tutto,subito e prima di chiunque altro.Ma quale onore , ma quale patriottismo , ma quale cameratismo. Cazzate , bubbole per fessi che si lasciano fregare , per ingenuotti da paese.Metti una firmetta qui ed avrai il tuo passaporto per il mondo. Baciami il culo ed avrai ….l’universo! Perché io sono uno e trino.Posso , voglio e comando! Il mondo sarà mio e tuo , con un modico interesse s’intende! Firma qui e ….”

Il vecchio scivolò a terra senza un grido, trapassato dalla spada dell’uomo dalla Celtica d’oro.

“Siamo dell’ufficio recupero crediti.Il tuo culo è scaduto da sei mesi” (Street Fighter-1994- scusate , mi è scappato dalla lettera precedente).Auto,donnine,villette e piscinette si dissolsero all’istante rivelando quello che erano in realtà: cumuli di merda variamente sparsi e variamente dimensionati.

“Andiamocene ragazzi” disse il capitano ripulendo la spada ”qui non c’è niente per noi e non c’è niente per il genere umano”. “Ma…e la libertà?”fece il ragazzo che il vecchio aveva tentato di irretire. “Odio citare i cabarettisti , Camerata” gli ripose il suo duce “Ma la libertà è come una chitarra. Ognuno suona come vuole…e tutti suonano come vuole la libertà”.

Doppiarono quindi Capo Horn e dopo altri tre pacifici mesi di navigazione giunsero in vista dei banchi delle indie cossuttiane.

“Pronti a sbarcare , cari amici e Camerati” li incitò l’eroe con la Celtica “Concentratevi e mentre caricate gridate…per Dio, per l’Italia e San Michele”.”Con noooooi!!!”urlarono di rimando i ragazzi in nero.Con un boato assordante discesero le caravelle e con le spade in pugno si avventarono contro un nemico che non c’era.Già , non c’era.Tutti gli abitanti delle indie cossuttiane si erano nel frattempo estinti.Rimanevano solo quattro zeccucce in tutina bianca che si dileguarono subito d’innanzi all’imperioso incedere del muro di ferro.Un po’ più in là c’era un’informe massa di pentiti in giacca e cravatta che , non appena si accorsero dell’accaduto si fortificarono tremanti all’interno di Veltronia , la loro capitale. Ben nascosti dietro gli spalti gli assediati urlavano stridule invettive ai forzanuovisti “Andate via , fascisti.Andate via o vi denunciamo.Massimooo,chiama la Celere,i Carabinieri,l’Esercito.Insomma Massimo , cazzo, chiama qualcuno che qui ci sono i fascisti.”

L’uomo dalla celtica d’oro sorrideva sarcasticamente ed ogni volta che portava la mano alla nuca gli assediati si nascondevano dietro ai merli delle mura cittadine.

“Che facciamo?” Gli domandò un suo sottoposto.

“Bhe , intanto aspettiamo che il nostro caro amico Tomàs de Torquemada (che sarei io) scriva un’altra lettera aperta.Nel frattempo io tornerei a Bengodi a finire il lavoro che abbiamo lasciato in sospeso”

“In culo al mondialismo?”

“In culo al mondialismo, camerata”.

 

 

Tomàs de Torquemada.

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