EUROPAKONGRESS 2003

 

 

 

In questi ultimi giorni di ottobre, molteplici sono stati gli appuntamenti a cui valeva la pena partecipare. C’era il giorno 28 che possiamo quasi considerare il compleanno del fascismo, giorno in cui ricorre l’anniversario della marcia su Roma. Molti di noi amano passare questa ricorrenza a Predappio, per dire una preghiera sulla Sua tomba e continuare il resto della giornata in compagnia di Camerati appartenenti a varie formazioni politiche o culturali. In questo anno, oltre le dovute visite e ricorrenze, gli acquisti di vari gingilli spudoratamente copiati dalle buffetterie militari del ventennio fascista o inventati di sana pianta come il bastone da passeggio con la testa del Duce come pomolo, il quale, qualche imbecille, ha avuto il coraggio di comprare, ne sono stato personalmente testimone, osservando la scena con ribrezzo e sdegno assoluto una novità c’è stata. Già l’anno passato le direttive di partito di Alleanza nazionale erano quelle di non organizzare o partecipare a nessuna iniziativa in tali ricorrenze per i suoi militanti, pena l’espulsione, questo anno a maggior ragione, causata dalle ultime dichiarazioni di Fini, la cosa non sarebbe dovuta avvenire. Quindi oltre alla sacra visita, gli acquisti vari e le seguenti abbuffate nei vari ristoranti della zona specializzati in cucina romagnola c’era la simpatica iniziativa della caccia all’Aennino. Nuova razza di parassita, recentemente catalogata come “Zecca Putrens” perché provvista a differenza della “Centro Socialis” delle ghiandole velenifere del tradimento nazionale. Oltre che la “sacra” trasferta, c’era l’importante manifestazione indetta da “Forza Nuova Lombardia” a Varese, tenutasi il giorno 25, sul tema dell’Europa e contro l’immigrazione. Infine, anche se passata di sott’occhio per l’Italia, c’era l’Europakongress 2003, denominato “Kampf um Europa”, organizzato dai giovani del “Junge Nationaldemokraten”, l’organizzazione giovanile del “Nationaldemokratische Partei Deutschalands”.

Qualche anno fa, in occasione della famosa manifestazione di Forza Nuova contro i poteri forti, in via Valtellina a Milano dove i centri sociali hanno dato ampio sfoggio del loro servilismo verso la “Trilateral Commission”, rispondendo con atti di estremo vandalismo contro città, anziché contrastare direttamente la satanica riunione, in questa occasione alcuni giovani di Stoccarda sono intervenuti e partecipato nelle nostre schiere. Da allora, con questi giovani si sono tenuti sempre attivi i contatti, principalmente è stato il Camerata che tutti conoscono con il soprannome di “Fulmine” a mantenere viva questa amicizia. Ci sono state anche altre comuni occasioni di incontro nel corso di altre manifestazioni, diciamo, minori, fino a che questa amicizia si è voluta trasformare, inizialmente da parte tedesca, in un invito ufficiale per partecipare al loro maggiore congresso annuale come delegazione estera, richiesta direttamente espressa a Giovanni Camusso (Fulmine) ex responsabile della provincia di Lecco ed ora della città di Siena. Sono anni che una grande amicizia ci lega, con numerosissime occasioni di collaborazione reciproca e progetti comuni, uno dei quali era la creazione di un sito internet europeo. Qualcuno avrà notato in apertura di questo sito la grande schermata con il nostro continente, che ormai da anni è presente, purtroppo a causa di alcune difficoltà, burocrazie e problemi vari, il progetto non è mai decollato, questo non significava comunque un abbandono, ma solo l’attesa di una condizione propizia e tempi che permettessero la sua realizzazione. Questi tempi sono felicemente giunti e le valige, si può dire, erano già pronte per queste occasioni. Rispondendo all’invito, Io e Fulmine siamo partiti alla volta di Hochstadt An Der Aisch a pochi chilometri da Norimberga nel cui, vicino borgo, si sarebbe tenuto il congresso dei giovani dell’NPD. Mi capita spesso di viaggiare per l’Europa, a volta per lavoro, a volte per militanza o semplice vacanza, ma ogni volta resto stupido da qualche particolare in qualche nazione, che mi trafigge letteralmente il cuore facendomi innamorare sempre di più dell’Europa. Europa, terra di civiltà, fra le più laboriose e produttrici, patria delle arti e di tutte le culture che hanno attraversato la storia di tutta l’umanità. Sfido chiunque a trovarmi un filosofo Bantù o un inventore congolese…quando nel nostro lontano passato le vetrate a piombo in una delle nostre maggiori cattedrali vibravano per il suono di “Silbermann” (ci possiamo permette di chiamare uno strumento musicale come lo è un organo a canne con un nome) nella savana o nelle impervie Jungle africane si udiva solamente il monotono riecheggiare di un tamburo di pelle o di un tronco d’albero percosso da arbusti. Le maestose Alpi nei dintorni di Innsbruck, tinte di rosa dall’alba mi ricordavano, come se quello fosse uno di quei momenti, una canzone della “Compagnia dell’anello”…”Strade d’Europa” e queste mi emozionavano, le meravigliose autostrade tedesche e la loro efficienza mi rammentavano chi le volle per primo e sempre più mi convincevo che gli inventori dei tamburi in pelle di gazzella non avevano nulla da insegnarci o quanto meno da amalgamare con la nostra cultura. Più ci addentravamo nella patria Germanica e più notavamo il cambiamento del paesaggio e degli stili architettonici che contraddistinguono le nostre nazioni, fortunatamente ancora nessuna capanna di paglia nelle campagne tedesche è comparsa.

La sensazione è sempre comunque barcollante fra l’interessato e il disagevole, salvo che per un fatto…non appena arrivati al luogo prefissato per l’appuntamento una pattuglia di polizia era in attesa! Figuriamoci se, invitati come delegazione estera, non ci carichiamo l’autovettura di materiale propagandistico, ricordini e bandiere varie da regalare ai fratelli esteri, salvo il particolare che non abbiamo tenuto in seria considerazione, che, in Germania ogni tipo di runa, compresa la sacra croce celtica, sono estremamente vietate. Il provvisorio fermo per identificazione prevedeva anche una ispezione del mezzo di trasporto, del bagaglio e corporale, a questo punto mi sono sentito a casa, essendosi annullato il detto: “Paese che vai…usanze che trovi…”. Non era cambiato nulla da quello che accade anche qui, tranne che la polizia tedesca mi dava la parvenza di essere al livello dei nostri vigili urbani…croci celtiche e altro, passavano dalle nostre mani come fossimo prestigiatori, nascondendo le stesse alla forsennata ricerca delle forze dell’ordine. Mi divertivo un sacco, non sono scoppiato a ridere solamente perché il freddo, non essendomi ancora acclimatato, mi faceva serrare i denti, ma quando ho visto uno di questi poliziotti annusare delle caramelline alla liquirizia in cerca di chissà quali nuovi stupefacenti Nazifascisti non ho resistito…Ovviamente le bandiere non sono state trovate, un enorme pacco di “Fogli di lotta” ed adesivi nemmeno, ma quando il più giovane dei poliziotti si è fregato alcune spilline di “Forza Nuova” mi è venuto il sospetto che tanto scemo non fosse. Il borgo dove eravamo diretti sorgeva nelle vicinanze del fiume Aisch, dovevamo solo prestare molta attenzione nel non aggiungere nessuna altra lettera erre al nome per non tramutarlo in una parte anatomica specificatamente destinata all’evacuazione d’ escrementi, facendo così meschine figure come quella di Fulmine che al nostro ritorno, in una stazione di servizio austriaca, dopo aver pagato la benzina di cui ci rifornimmo, salutò dopo essere stato abbagliato da due giovani bellezze locali, un cassiere extracomunitario dicendo Auschwitz anziché Auf fidersen (Arrivederci). L’espressione del poveraccio nel sentirsi salutare in questo modo, era simile a quella di un Tonno appena pescato, non avevo freddo in questo caso, i miei denti non erano serrati come nel viaggio di andata e il risultato fu quello di spruzzare dalla bocca, briciole di biscottini alsaziani che stavo divorando, come fossi un idrante. Il luogo designato per il congresso era molto bello e potevo notare immediatamente le diversità da quello che noi solitamente preparavamo per simili occasioni. In Italia, chiunque organizza un congresso, prepara un palco e dispone davanti ad esso delle sedie, lì no! Le sedie o panche, sono allineate di fronte a dei tavoli e l’interessato a quello che si sta dicendo, deve voltarsi di fianco per prestare attenzione. Inizialmente consideravo dispersiva questa dislocazione ma in seguito mi sono dovuto ricredere e in tutta sincerità mi sono anche divertito molto nonostante le uniche parole che non mi venivano tradotte e comprendevo erano poche. Enrik un ragazzo la cui famiglia aveva origini italiane si era prestato come traduttore…Tedesco/Romanesco…quindi una leggera difficoltà, comunque minima rispetto alla lingua originale! Presenziavano al congresso personaggi del calibro di: Udo Voigt  Parteivorsitzender der NPD (faccio il gallo ma significa solamente “segretario di partito”), il Dottor Pierre Krebs, responsabile del “Thule seminar” (qualche cattolico arriccia già il naso?), Stefan Rochow, Bundesvorsitzender der NJ (responsabile del nucleo giovanile dell’NPD). Ad allietare il tutto c’erano due cantautori che qualcuno già conosce: Frank Rennicke e Michael Muller. Presenti c’erano già moltissimi delegati, chi si aspettasse di trovare un battaglione di SS schierato sarebbe enormemente deluso, c’era ben poca differenza rispetto allo standard militante presente ad ogni nostro congresso o manifestazione. Enrik, a cui ci siamo subito affezionati, ci spiegava alcune particolarità, fra queste, essendoci un servizio ristoro, quella di non servire alcolici (neppure una birra) durante tutto il periodo dei lavori, non si poteva fumare ma mangiare a qualsiasi ora era possibile. Un altro luogo era stato inizialmente destinato per il congresso, molto più grande, ma come spesso (sempre) accade anche da noi, a causa di “pressioni” da parte delle forze dell’ordine tutto era stato deviato in quello che sembrava essere la via di mezzo fra un teatrino e una grande birreria, il tutto annesso al “Gasthof Gob”, una pensione con trattoria e questo grande locale attrezzato. Mi ricordava vagamente il locale in stile bavarese “Kapuzziner”, dove spesso ci si ritrovava fra Camerati dopo le riunioni nella vecchia sede milanese di Corso Concordia, che qualche “compagno”, deficiente, crede ancora attiva nonostante sia passato più di un anno dal trasferimento nella nuova. Inizialmente solo fugaci sguardi dei presenti, più che altro incuriositi per sapere chi fossimo, si intrecciavano con i nostri, ma dopo l’inizio dei “lavori” e la nostra presentazione a tutti, come delegazione italiana da parte di Rochow tutto cambiò, ma per una mia impressione personale, considero che non era ancora un guardarci con quel senso di cameratismo che traspare in alcuni casi in cui mi sono trovato nelle varie trasferte in Italia. L’unica traduzione che ho avuto in maniera quasi completa, in questa prima fase iniziale del congresso, questo dovuto al fatto che probabilmente lo stesso Enrik era rimasto molto scosso per ciò che si diceva, è stata quella del richiamo a livello nazionale per partecipare, il prossimo Dicembre a Stoccolma, ad una manifestazione di protesta per l’iniquo trattamento giudiziario verso sedici persone fra cui un extracomunitario che aggredirono un ragazzo di diciassette anni, massacrandolo ed infine, questo ultimo lo accoltellò brutalmente provocandone la morte. La giustizia di quel paese decretò che per il Nord-africano accoltellatore spettava di essere rinchiuso per un anno e mezzo in un manicomio criminale e per i quindici aggressori vennero inflitti 200 Euro di multa a testa. Non ho potuto evitare di pensare in quel momento a Sergio Ramelli, un ragazzo della stessa età e di come i suoi aggressori pagarono il delitto commesso. Il primo perché “fascista” e il secondo perché ritenuto un “razzista”, la legge infame dei vincitori pone sempre tonnellate di peso sulla bilancia dalla parte quando si tratta di giudicare un “antidemocratico”…considerando che loro sono i democratici. Nell’ascoltare questi fatti, riconoscevo sempre di più l’Europa come la mia terra, con le stesse repressioni nei nostri confronti, le similitudini nelle ingiustizie, la lacerazione delle nostre tradizioni, per tutto questo sentivo i presenti come miei fratelli nella stessa ideale trincea in sua difesa. In Germania la repressione ha la lettera maiuscola davanti: vietato l’uso della croce celtica, vietato il saluto romano o altri similari, vietato possedere effigi o ricordi degli eroi del passato…tutto è vietato, tranne la libertà di stampa che è ampia se non che, gli editori vanno tutti in galera! Anche la musica è sottoposta, non a semplice censura ma addirittura a considerazione come reato penale, punibile con la reclusione o diffide liberticide esagerate. Non ci credete? Provate a fare un saluto romano di fronte ad un poliziotto, la pena prevista sono due anni di reclusione! Parlavo, sempre tramite il nostro amico traduttore, con alcuni delegati, ho spiegato loro che consideravo questa estrema repressione nei loro confronti come il fatto che, i nostri nemici, non perdonavano alla Germania di essere caduta con la testa alta nell’ultima guerra, ed ogni braccio teso, piccola scritta o croce, uncinata o non, li spaventa…il più piccolo seme germogliante di quel orgoglio nazionale che ha reso grande questa nazione gli provoca letteralmente il terrore e se loro stanno subendo in maniera spaventosa questa reazione, significa che sono sulla strada giusta. In questo congresso, fra il mio più grande stupore ho potuto assistere anche ad una novità assoluta. Solitamente troppe parole stancano, anche se i contenuti sono estremamente toccanti ed interessanti, per ovviare a questo (e non posso che elogiare l’iniziativa) in questo congresso giovanile, fra un discorso e l’altro, c’era un intermezzo musicale, che dava modo di predisporsi positivamente all’intervento successivo.

Quindi, fra un delegato ed un intermezzo musicale si è giunti alla conclusione della prima fase di “lavori e venne il momento in toccava alla delegazione italiana prendere la parola sul palco. Molto tempo è trascorso prima che ci accordassimo bene con Enrik…era meglio dire il discorso in Inglese e poi tradurlo in tedesco, oppure in Italiano e poi tradotto in tedesco? Decidemmo di non snaturalizzare il momento aggiungendo un’altra lingua e quindi si decise italiano/tedesco! Non si nascondeva di certo l’emozione che provava Giovanni, doveva parlare agli amici tedeschi, lui era il delegato giovanile io purtroppo ho già raggiunto gli …anta! Non voglio togliervi alcun contenuto del discorso con un riassunto di questo, forse un poco duro e “romanico”, ma sicuramente efficace, quindi ve ne do il testo completo: “Sono Giovanni Camusso, referente di Forza Nuova per la città di Siena e delegato ufficiale del movimento, insieme al camerata Luca Pilli, per questo congresso europeo. Prima di tutto vi porgo i saluti del nostro segretario nazionale, Roberto Fiore; vorrei poi ringraziare i camerati della Junge Nationaldemokraten che ci hanno invitato per quest’occasione: siamo orgogliosi di essere nella stessa trincea per la battaglia contro la globalizzazione, per la libertà della nostra Europa e delle nostre terre. L’alleanza tra i nostri movimenti, nata alcuni anni fa e rinnovata dalla presenza di Udo Voigt presso la nostra manifestazione a Sirmione contro l’Europa delle banche e dell’usura, è un segnale molto forte per la creazione di un vero fronte europeo che abbia comuni intenti di lotta politica. Speriamo che in futuro sarà possibile la partecipazione di delegazioni dei nostri movimenti a tutte le manifestazioni a carattere e tematica europea, in modo tale da far sì che la nostra voce possa essere più forte di quanto non lo sia ora. La nostra Idea di Europa, basata sul sangue e sulla terra, ci impone una lotta comune nelle nostre rispettive nazioni: il nostro obiettivo finale è la salvezza delle nostre Patrie, delle nostre culture, delle nostre radici etniche e la creazione di un futuro nel quale i nostri figli possano crescere da Europei, orgogliosi di essere Europei. Viviamo in un’Europa occupata militarmente dalle forze armate statunitensi, i nostri governi sono schiavi del governo americano, i poteri forti e le oligarchie antinazionali manovrano i mass media al fine di cancellare dalla mente del nostro popolo la memoria storica di un passato glorioso. Ma non possiamo, e non dobbiamo, dimenticare che siamo quelli che hanno creato l’Impero Romano, che siamo quelli che hanno fondato il Sacro Romano Impero, che siamo quelli che si sono scagliati fieramente contro la Rivoluzione Francese e che siamo quelli che nel secolo scorso hanno combattuto per le proprie Nazioni contro Capitalismo e Comunismo. Non possiamo dimenticare le nostre radici e lo dimostriamo ogni volta che marciamo nelle nostre città! L’imponente immigrazione islamica crea roccaforti nemiche, pericolose per il nostro Popolo e per la nostra Cultura, nelle nostre città e addirittura nei nostri quartieri; la società multirazziale cancella la nostra storia e distrugge qualsiasi ipotesi di un futuro dignitoso; Maastricht ha impoverito le nostre economie nazionali e il consumismo ci rende sempre più schiavi giorno dopo giorno. In Italia il governo conservatore ha portato in Parlamento la proposta di legge di dare il diritto di voto attivo e passivo agli immigrati, cancellando dunque qualsiasi differenza tra Italiani e stranieri, permettendo in un futuro prossimo l’ingresso al governo di un partito interamente composto da immigrati che imporranno alla nostra gente il loro modo di vivere e ci chiederanno di dimenticare la nostra tradizione per “rispetto” nei loro confronti, come usano dire. Forza Nuova combatterà questa proposta di legge in tutti i modi possibili e stiamo gia protestando contro il governo e Alleanza Nazionale, il partito che ha portato questa proposta in parlamento: petizioni e manifestazioni saranno il nostro pane quotidiano per le prossime settimane così da poter fermare la pazzia dei capi di quel partito, che sempre più dimostrano di essere i peggiori nemici del popolo italiano, anche se sui loro documenti c’è scritto che essi stessi sono” italiani”. Il nostro compito, come nazionalisti europei, è quello di svegliare la coscienza del nostro popolo per poter creare un’Europa delle Nazioni, basata sullo jus sanguinis e non sugli psuedo-valori economici, ed è quello di combattere contro qualsiasi forza tenti di cancellare la nostra Identità e voglia farci vivere secondo l’”american way of life”, in una società di stampo americano. Ognuno di noi sa che non è facile continuare a combattere ed è chiaro a tutti come non abbiamo nessun alleato al di là dell’abnegazione e della dedizione più totale alla causa. Ma è comunque necessario portare avanti le nostre battaglie e i nostri Ideali ed essere forti anche se la repressione diventasse più opprimente di quanto già non lo sia: il nostro popolo sta finalmente aprendo gli occhi e comincia a capire cosa succede nei nostri Paesi, ai nostri Paesi, e presto avrà bisogno di una guida che possa portarlo nella giusta direzione…

Combattiamo insieme, ed insieme vinceremo! Boia chi molla!”. La folla ha reagito elettricamente al nostro discorso, non si aspettavano che a circa mille chilometri di distanza, in una altra nazione, alcuni la pensavano esattamente come loro, come se non fossero esistiti confini, come se la diversità di lingua fosse solo una inflessione dialettale. Quindi, come già pronunciato nel discorso, unito alla nostra effettiva volontà, non che vecchio progetto, quello che tanto terrorizzava tutti i nostri maggiori nemici si andava a proporre. Proporre, non più un’alleanza virtuale ed ideologica, non solo uno scambio di visite e cortesie ma un vero e proprio progetto europeo, di collaborazione, cooperazione e scambio sia culturale che militante. Dalle parole alla platea a quelle personali con i massimi dirigenti tedeschi, per esporre le idee di base per una reale unione che toccherà, inizialmente, solo i gruppi giovanili. Esposto il progetto al rappresentante del NJ, al responsabile per la propaganda dell’NPD, con esiti di risposta positivi, restava solo l’ultima parola del loro massimo dirigente. Non è bello ne tanto utile riferire parola per parola quello che è intercorso nel nostro dialogo in questa sede, posso solo anticipare che mi fu detto, che a Berlino si sta predisponendo un intero edificio che sarà da adibire a scuola di formazione, con conferenze e corsi politici e l’ulteriore possibilità di pernottare, la mia risposta fu che noi non avevamo, per il momento, una simile opportunità da proporre ai loro ragazzi, ma che le nostre case sarebbero state le loro… Sostanzialmente la prima fase di questa iniziativa a livello europeo, che è stata accettata unilateralmente, si svolgerà compiendo dei veri e propri gemellaggi fra varie sedi, con uno scambio di esperienze militanti sui propri relativi territori (il primo avverrà fra brevissimo tempo), estendendo in un futuro prossimo le stesse esperienze con altri paesi europei, fino a giungere a vere e proprie manifestazioni su tematiche comuni a livello europeo. La giornata dal punto di vista politico si poteva dire conclusa e non è mancato il successivo momento di festeggiamenti, sembrava di essere piombati in una birreria di quei luoghi negli anni venti, con un gusto tutto tedesco di fare festa, musica alternativa (scusate il gioco di parole) alternata da uno stile molto canzoniero e la birra non era più proibita, ne ho vista versare a fiumi, accompagnata da cori e battiti di tempo della musica con le mani. Una atmosfera fantastica, sembrava di essere partecipe di un film d’altri tempi e…non avevo ancora bevuto! Fino a raggiungere veri momenti di pura emozione come quando Frank Rennicke a suonato e cantato “Nordland”, praticamente un inno per i nordici, senza escludere il bravissimo Michael Muller, ironico ed abilissimo intrattenitore con il suo classico repertorio. In un momento direi esuberante, il loro massimo dirigente, Udo Voigt prese la parola, senza troppa difficoltà, nonostante le esuberanze dei presenti, il silenzio si fece nella sala, nel suo discorso che mi sorprese proprio mentre addentavo uno stinco di maiale cotto nel forno con un contorno di crauti e patate. In primo a questo breve discorso, ci fu il sentito ringraziamento per la nostra presenza e desiderava che al nostro ritorno (e lo faccio anche con questo mio scritto) ringraziavamo, principalmente Roberto Fiore, che in un nostro colloquio personale definì un buon Camerata e poi anche tutti i ragazzi di “Forza Nuova” e non che a Sirmione ultimamente e in altre località prima, lo avevano salutato con tutti gli onori…onori degni per l’eredità che rappresenta, aggiungo io. Se prima i camerati potevano essere in un certo qual modo considerati freddi, dopo questo discorso, che ho riassunto in breve, le cose cambiarono. Molti, dopo questo, vennero per conoscerci, alcuni solamente per stringerci la mano e con i ragazzi attorno a noi abbiamo ripreso ancora più intensamente la festa. Se mi facevano bere ancora un poco sarei riuscito anche a parlare in tedesco… Per il giorno seguente era prevista una riunione con votazione dei dirigenti delle sezioni giovanili e in contemporanea a circa 30 chilometri di distanza una riunione dei quadri dirigenziali della Bavaria. Ci fu consigliato, più che altro invitati, a partecipare alla riunione giovanile per riproporre pubblicamente e perfezionare quello che ci impegnavamo a fare. Di questa riunione per non dilungarmi in particolari, ho potuto principalmente notare, la netta differenza dalle nostre, anche se questa potrebbe sembrare estremamente burocratica in realtà, così non è. Quello che a prima vista è parsa una burocrazia nei loro metodi, era la tanto conosciuta efficienza tedesca. Avremmo bisogno di imparare un poco di questa, visto il nostro livello di votazione o struttura è a dir poco approssimativa, capisco che non ne abbiamo effettivamente bisogno, ma un poco di ordine e pulizia non guasta mai! Rochow, dopo il termine delle votazioni, ha richiesto lo scambio delle bandiere fra noi e loro, in questa occasione e questa volta direttamente ai vari delegati, abbiamo espresso il nostro progetto da realizzarsi comunemente e senza tradire la proverbiale efficienza che li contraddistingue, hanno subito a nominato un responsabile nazionale per la questione, fra la gioia dei presenti. Restava solo da fare qualche piccolo discorso di saluto, con qualche citazione e…per la miseria, galera o non galera, ci siamo lasciati andare con un saluto da slogare la spalla. Volete che vi riparli dell’efficienza tedesca?

Durante il nostro viaggio di ritorno, nell’ultimo tratto autostradale prima della diramazione per il confine austriaco, all’altezza dell’ultima piazzola di sosta, la (manco a dirlo) Polizia ci ha fermato! Controllato, perquisito, interrogato ed infine come fossero un attacco di diarrea, se ne sono andati! Pensate che ci abbiano pedinato? Troppa fatica e dispendio di mezzi, ogni ponte o cavalcavia sulle autostrade tedesche possiede un telecamera! Avessero avuto tanto zelo quando il loro “compagni” scesero a Genova in occasione del G8… ma si sa,”l’Uomo nero”, quello che fa paura in Europa, non è quello nato in Africa, è quello che nasce con l’orgoglio di difendere la propria terra!

Un grande saluto ai Camerati: Mark, Stefan, Enrik, Alexander.

 

Luca Pilli

 

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