Houdini s'è fermato a Siena
       
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Giornate campali, quelle che ho avuto l'onore di vivere in quest'ultima settimana a Siena.
Giornate trascorse tra tensione e voglia di lottare, tra incazzature e ferventi preparativi, tra zecche urlanti e ridicole provocazioni.
Siena, città dalla meravigliosa architettura che fonde passato e presente in un crogiuolo di vitalità.
Siena, città dalla storia antica…ma dimenticata dalla politica.
Gia…qui la politica la fanno giovani borghesi, seduti nei loro salotti, presi dalle loro speculazioni utopiste e cervellotiche.
Dimenticando, sempre, la strada, la gente.
Da mesi ormai vivo in quest'angolo di italiana bellezza e, da mesi la nostra attività di militanti non conosce pausa o relax.
Tra volantinaggi, presidi, banchetti e assemblee non ci siamo permessi di togliere il nostro appoggio alla gente, che mai come in questi giorni ha bisogno di vedere che ancora qualcuno con degli ideali sani si avvicina loro con un volto amico e una spalla su cui dividere il peso delle fatiche quotidiane.
Questi ultimi tre giorni, in particolar modo hanno avuto un'intensità e un risultato a dir poco eclatante.
Mercoledì sera, poche ore prima dello scadere dell'ultimatum di sua petrolitudine G.W.Bush, mi sono intrufolato con un camerata nel rettorato dell'università, dove il comitato de "studenti per la pace" (ma più che altro per la legalizzazione di certe sostanze, come vi dirò poi) stava gozzovigliando allegramente tra birra, vino e strane sostanze maleodoranti ed esotiche (no, non era incenso, a meno che non lo si possa anche fumare) aspettando i primi dispacci sull'attacco in Iraq.
Qualcuno si accorge di noi (beh, il nostro aspetto è pressoché inconfondibile) per averci visto a qualche banchetto o in università, ma pur avendo capito chi siamo lascia che la nostra presenza passi inosservata…una sorta di calma…chimica…
Ascoltiamo i loro programmi (una manifestazione per il giorno seguente) e qualcuno, amichevolmente, ci chiede di prendere parte al corteo, garantendo un rispetto totale per la differenza ideologica, in nome dell'unione d'intenti contro la guerra.
Declinato gentilmente l'invito, per evidenti e giustificati motivi, ci allontaniamo pensando a qualche "piano d'azione" per non permettere che la contestazione alla guerra fosse monopolizzata dalla sinistra come accade in tutto il mondo.
Così avvisiamo con un giro di telefonate i camerati, ma solo un esiguo numero poteva liberarsi per la mattinata successiva con così poco preavviso.
Pur non potendo contare su più di mezza dozzina di militanti organizziamo il piano e ci diamo appuntamento per le dieci del giorno successivo (e, manco a dirlo, mancavano pochissime ore al randez vous).
Alle otto la sveglia e la preparazione del volantino, alle nove lo shopping: fotocopie, tessuto bianco 5m x 1,5m, bomboletta di vernice nera, bomboletta rossa.
In pochi attimi ci spostiamo dal centro per preparare lo striscione e terminiamo…poco prima che il corteo degli studenti sinistrorsi passi dalla nostra parte.
Prossima meta e punto di ritrovo con gli altri camerati?
La facoltà di economia e commercio, una delle fortezze delle zeccacce…
Appendiamo lo striscione ed in poco tempo occupiamo l'ingresso della facoltà cominciando a volantinare gli studenti presenti all'interno e all'esterno dell'ateneo.
Passano un paio di ore e gli anarchici vengono avvisati che la loro roccaforte è stata…diciamo…assediata dal temutissimo nemico nazista, fascista, razzista, franchista, ecc…
Manco a dirlo dopo qualche tempo ecco spuntare una quindicina di individui multicolor che si avvicinano borbottando qualcosa a proposito di strappare lo striscione perché "i fasci non hanno il permesso d'appenderlo" (nb: all'ingresso dell'università campeggiava un loro manifesto che più abusivo di così non si poteva), ma data la presenza delle forze dell'ordine che repentine avevano raggiunto la facoltà, hanno subito desistito dai loro propositi.
Passano i minuti e la teppaglia marxista ci scruta malamente…ed ecco che arrivano i rinforzi.
Verso mezzogiorno e mezzo la banda no e new global aveva raggiunto la settantina di individui.
Cominciano ad urlarci contro e ad inveire.
Si avvicinano minacciosi…mettendo in prima fila le ragazze (solo dopo un grosso sforzo di fantasia posso definirle tali) che si lanciano sullo striscione, non per strapparlo ma per coprirlo con il loro metro e cinquanta di altezza zeccosa.
Coraggiosi, mandano le ragazze sapendo che non le avremmo toccate (no, non per la repulsione, o per lo meno, non solo per quella).
I ragazzi, stando ben distanti urlano contro noi sei e ci insultano, e se proviamo a muoverci verso di loro urlano come femminucce di non provare a toccarli.
Con l'arrivo di una volante della polizia cominciano a ridicolizzarsi: subito chiedono che sia tolto dalla loro vista quello striscione ( che riportava: "con il popolo irakeno, contro gli usa") in quanto anticostituzionale…bah…
Ed eccoli!
Loro, i temutissimi noglobal, gli antagonisti del sistema…che minacciano un agente dicendo "se non lo togli telefono al signor sindaco e lo faccio venire così l'ordine lo da lui…"
Ci strappano lo striscione gli uomini in divisa…e i compagni comiciano ad applaudire.
Noi siamo in sei, spalle al muro, sguardo fisso sui volti di quei ragazzi sporchi e maleodoranti che intonano "bella ciao"…e che al termine gridano "Libertà!Libertà!"...
E ora che fanno?
Si disperdono…riassumiamo:
1)arrivano in quindici e noi siamo in sei: rimangono a una decina di metri
2)diventano una settantina: si avvicinano solo le "donne" per coprire con la loro(infausta) presenza lo striscione
3)fanno togliere lo striscione dai funzionari di PS…e poi applaudono.
Beh…direi che l'unico aggettivo con cui li si possa definire è VIGLIACCHI.
Il pomeriggio dello stesso giorno il segretario cittadino mi informa del fatto che il giorno seguente, venerdì, io e lui avremmo tenuto un'assemblea in una scuola occupata in qualità di relatori.
Tema: chiaramente la guerra.
E' così che la mattina seguente ci troviamo in questa scuola: un'aula con un centinaio di studenti, una cattedra e le sedie per noi.
Cominciamo i nostri interventi e, al di la di tutte le aspettative i ragazzi non sono prevenuti nei nostri confronti e anzi, chiedono approfondimenti che spesso ci fanno divagare dall'argomento per cui eravamo stati invitati: conclusione della giornata:molti ragazzi interessati e la nostra opinione che finalmente si fa largo tra i pregiudizi.
Dopo aver ringraziato gli studenti, ci spostiamo nel centro cittadino dove incontriamo un manipolo di baldi anarchici…
Ci avviciniamo alle loro spalle…e il discorso che sentiamo ci fa veramente perdere le staffe: stavano organizzando una manifestazione per la "pace e l'antifascismo" e nei loro programmi era palese la volontà di occupare lo spazio dove noi avremmo dovuto avere il presidio nella giornata di sabato.
Con un controllo incredibile (di cui nemmeno io, a posteriori, so rendermi conto) ci allontaniamo senza farci vedere e mobilitiamo tutti i camerati disponibili anche nell'immediate vicinanze di Siena per non permettere questo smacco e la perdita oltre che della piazza, della faccia.
Così, nel primo pomeriggio ci ritroviamo in quasi cinquanta, tra cui il segretario regionale, Marzio Gozzoli, pronti a tutto pur di tenere il controllo della piazza e dell'attività per le strade di Siena.
Chiaramente non facciamo in tempo a mettere i piedi in Piazzetta Madonna delle Nevi che gia siamo circondati da un numero molto consistente di carabinieri e polizia.
Non ci lasciamo intimidire e montiamo il tavolino, disponiamo il materiale propagandistico, appendiamo gli striscioni e cominciamo il volantinaggio: la nostra è una presenza davvero imponente e la gente, tutt'altro che intimorita, si avvicina per avere delucidazioni sulla nostra contestazione.
Le bandiere con le croci celtiche e quelle del movimento si innalzano al vento, i nostri cori rompono la monotonia del brusio di passanti e turisti.
Duemila volantini distribuiti…e dei compagni, chiaramente nemmeno la presenza.
Passano solo un paio di ragazze…che dopo averci terrorizzati con degli sguardi torvi telefonano ai loro compagni che si stavano raccogliendo in Piazza del Campo…
Risultato: il loro concentramento si è immediatamente disperso.
Semplicemente ridicoli.
Erano anni che a Siena non si assisteva ad una manifestazione di destra radicale così imponente, grandi i successi di questi giorni: i giornali hanno messo in luce la nostra posizione, la gente si è avvicinata a noi, chi chiedendo semplicemente informazioni, chi lasciando un contributo, chi complimentandosi per l'iniziativa.
Mi fa sorridere il comportamento dei temibili disobbedienti senesi e del Siena Social Forum: quando il loro numero era 10 volte superiore al nostro, digrignavano i denti e ringhiavano stando ben distanti e avvalendosi dell'aiuto delle forze dell'ordine.
Quando il loro numero era di poco superiore al nostro, hanno preso lezioni lampo da Houdini per scomparire senza lasciare tracce…e poi parlano di rivoluzione!
       
Fulmine      
       
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